giovedì 18 aprile 2024

2024_04_18 Omosessualità nelle Bibbia se anche la cerchi NON la trovi

 Omosessualità e vita cristiana

Fra Roberto Pasolini: un cappuccino,  lombardo, accademico e pastore, studioso delle Sacre Scritture, del greco ed ebraico. Che accompagna i suoi novizi in tutte le attività caritative di chi deve “stare tra i suoi poveri”, che in piena movida faceva le sue catechesi ai Navigli... Un mago dell’Intelligenza Artificiale, da giovane informatico.

Febbraio 2024


Conclusione l'approccio biblico all'omosessualità non corrisponde all'approccio odierno, credo di averlo ed è detto più volte questo, non si condanna una relazione omosessuale che voglia incarnare l'amore interpersonale, che è la grande istanza che viene portata oggi da chi vive una condizione omosessuale e chiede una parola alla chiesa. 

La distanza tra i due orizzonti interpretativi, quello della Bibbia e il nostro odierno, impedisce di fare dei trasferimenti di Bitcoin da una parte e dall'altra, cioè non possiamo prendere delle cose dal nostro contesto e trasferite nell'altro e viceversa.

Cioè non si può proiettare la condanna biblica sugli odierni amori omosessuali, stiamo parlando di cose un po' diverse, non si può nemmeno retro proiettare sulle storie della Bibbia l'attuale condizione dell'amore omosessuale di oggi, un po' quello che si potrebbe correre il rischio di fare con la storia di Jonathan e Davide per fare un esempio, non possiamo prendere una storia, che magari è una semplice storia di amicizia, e farla diventare - capite - il manifesto a difesa dell'omosessualità .

Sarebbe ugualmente ingiusto condannare delle persone omosessuali prendendo i versetti della Bibbia (vedi citazioni). Il silenzio è biblico sull'amore omosessuale non può essere invocato come una prova della sua approvazione e neanche la forte inclusività di Gesù e il suo atteggiamento di misericordia, credo che si possa dire questo con prudenza e anche con rispetto per tutti: la Bibbia offre ragioni sufficienti per condannare l'omofobia non per provare il giudizio positivo sulle relazioni omosessuali, che è un'altra cosa, e credo che sia anche onesto dire : fermiamoci qui.

La Bibbia non ci dice più di questo, cioè la Bibbia ci impedisce di parlare a sproposito dell'omosessualità, se la leggiamo con attenzione attenzione non ci dice che è tutto facile, anche perché evidentemente un atto omosessuale è diverso da un atto eterosessuale, questo lo possiamo dire con buona pace di tutti, perché è una cosa quasi biologica che diciamo a livello fisico, poi chiaramente ha tante implicazioni ulteriori, però la Bibbia è così, impedisce di poter arrivare a una conclusione sull'argomento.

Perché? Perché a quel tempo il dato antropologico e l'esperienza che abbiamo noi davanti agli occhi non c'era e quindi arriviamo alla conclusione.

Dobbiamo rimboccarci le maniche e trovare altre risposte, non nelle pagine della scrittura, ma nello spazio della nostra intelligenza e delle scienze umane e del dialogo che possiamo attivare tra di noi, questa è una frase della documento che ho citata all'inizio, della Pontificia Commissione Biblica; il contributo fornito dalle scienze umane, gli incontri che avete fatto finora, assieme alla riflessione di teologi e moralisti sarà indispensabile per un'adeguata esposizione della problematica solo abbozzata in questo documento e, aggiungo io, in questo intervento di questa sera a maggior ragione inoltre sarà richiesta un'attenzione particolare, in particolare, nei confronti delle singole persone per attuare quel servizio di bene che la chiesa ha da assumere nella sua missione per gli uomini e mi fermo anch'io qui in attesa di poter conversare ancora un po' con voi, grazie


(Trascritto il 18/04/2024 mm)

Omosessualità e vita cristiana
Il punto di vista biblico




Altri interessanti interventi da ascoltare di FRA ROBERTO


Smetteremo di morire quando saremo finalmente noi stessi
Fra Roberto Pasolini ripercorre la parabola dell’esperienza umana e della sua sete di risposte al male. E come in ogni giallo che si rispetti, alla domanda “Chi è il colpevole?” ci attenderemmo una risposta che venga alla luce alla fine dell’indagine.
Paradossalmente, però, qui l’autore non ci consegna un colpevole, spalancandoci invece un orizzonte nuovo: prendere sul serio il caso della resurrezione di Cristo. Forse è questo il segreto nascosto in ogni vita umana: alla fine delle nostre sofferenze c’è una porta che ci conduce all’amore più grande.


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domenica 24 marzo 2024

2024_11_18 Adriana Zarri, l’inquietudine della fede

Adriana Zarri (26-04-1919 / 18-11-2010)


Nasce a San Lazzaro di Savena, vicino a Bologna, nel 1919. I suoi studi e il suo impegno furono subito orientati al confronto con il Cristianesimo e con una chiesa cattolica da portare oltre la visione di Pio XII. È diventata, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza, una delle più importanti testimoni di quella fedeltà al Vangelo che si coniuga – proprio in virtù di una verità che rende liberi – con la più schietta laicità. Antifascista, coinvolta nei problemi sociali, decisa a difendere la libertà di coscienza, si trasferisce a Roma dove studia teologia. 
Diventa giornalista e scrive dapprima su tutti i giornali e le riviste di area religiosa: l’«Osservatore romano», «Studium», «Servitium», «Il Regno», «Concilium», «Rivista di teologia morale» (RTM), «Rocca». In seguito collabora assiduamente a «Politica» e «Settegiorni» le riviste di punta su cui la sinistra democristiana si confronta con i fermenti ecclesiali, politici e sociali. Infine collabora a “Micromega” e a “Il Manifesto”. 
Naturalmente i tanti libri editi da Locusta, Cittadella, Borla, e dopo la sua morte da Einaudi. 
Ha partecipato anche a trasmissioni radiofoniche (Uomini e profeti) e televisive (la Samarcanda del primo Santoro). Note le sue posizioni molto dure anche contro la gerarchia e su temi etici che però non hanno offuscato nella memoria collettiva le sue radici profondamente evangeliche e fedeli alla dottrina cattolica, ovviamente sempre imperniati su conflitti di coscienza e di fede umana e divina. 


Poi all’inizio degli anni Settanta, dopo i vorticosi anni del post-Concilio, la sua presenza attiva alla Pro Civitate Christiana di don Giovanni Rossi ad Assisi, in molti gruppi del dissenso cattolico, senza mai una adesione e con molti distinguo e infine la scelta eremitica che in località diverse dell’area dell’eporediese, accolta dal vescovo di Ivrea mons. Luigi Bettazzi, che caratterizzerà gli ultimi 35 anni della sua esistenza. 
E’ sepolta nel cimitero canavesano di Crotte, una frazione di Strambino, dove visse gli ultimi anni nel suo eremo di Ca’Sassino. 

Per la sua tomba, in terra, scrisse lei stessa quella che definì “un’epigrafe d’erba”: 
Non mi vestite di nero:è triste e funebre. Non mi vestite di bianco: è superbo e retorico. Vestitemi a fiori gialli e rossi e con ali di uccelli. E tu, Signore, guarda le mie mani. Forse c’è una corona. Forse ci hanno messo una croce. Hanno sbagliato. In mano ho foglie verdi e sulla croce, la tua resurrezione. E, sulla tomba, non mi mettete marmo freddo con sopra le solite bugie che consolano i vivi. Lasciate solo la terra che scriva, a primavera, un’epigrafe d’erba. E dirà che ho vissuto, che attendo. E scriverà il mio nome e il tuo, uniti come due bocche di papaveri”.

lunedì 26 febbraio 2024

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2024_02_26 Marcia dei trattori

 Appoggio alla marcia dei Trattori .. 
"Contro i DICTAT ideoloigici .. per la sovranità alimentare" 
26/02/2024 
Se tutti quelli che parlano mettessero in pratica quello che dicono anche solo in casa propria nessuno mangerebbe più ne mango ne banane, ne salmone, ne gamberi dell'indopacifico, e mango le parate o i pomodori perchè accidente arrivavano dall'America.  E stop al caffè e al cioccolato, idem stop al tea che vien dalla cina e ai datteri che arrivano dall'Egitto, solo erba di campo e sassi da succhiare?
E poi stop al Grren Deal, basta alla limitazione dei pesticidi e concimi vari o ai fanghi sparsi. Intanto lo sapiamo tutti che su un terreno come quello in foto da da TRENTA ANNI viene coltivato a risaia le risorse minerali si riformano per "grazia di dio" e non per tutto quello che ogni anno ci mettono nella coltivazione.
Corroborata dalle vagonate di ossido di carbonio emesso dalle centinaia di auto che ci transitano ogni giorno. Sicuramente i riso prodotto è BIOLOGICO!



§§§




mercoledì 30 agosto 2023

The night is so moonlit - Notte al chiaro di luna

UNA NOTTE AL CHIARO DI LUNA – Canto Popolare Ucraino
(Titolo Originale: Nich Yaka Misyachna) e’ una canzone ucraina composta da Mykola Lysenko con il testo di una poesia di Mykhailo Starytsky.
Il brano, intimo ed emozionante, e’ uno dei canti popolari piu’ belli dell’ Ucraina, per questo viene eseguito in tutto il mondo in segno di pace e solidarieta’ verso il popolo ucraino.


Ніч яка місячна
Ніч яка місячна, зоряна, ясная,
Видно, хоч голки збирай;
Вийди, коханая, працею зморена,
Хоч на хвилиночку в гай!
Che notte illuminata dalla luna, stellata e limpida,
Puoi vedere tanto da raccogliere gli aghi;
Vieni fuori, amato, stanco del lavoro,
Almeno per un minuto nel boschetto!
Сядем укупочці тут під калиною,
I над панами я пан!
Глянь, моя рибонько, - срібною хвилею
Стелеться в полі туман.
Sediamoci insieme qui sotto il viburno,
Io sono il maestro dei maestri!
Guarda, pesciolino mio, un'onda d'argento
Una nebbia si sta insinuando nel campo.
Ти не лякайся, що свої ніженьки
Вмочиш в холодну росу,
Я ж тебе, вірная, аж до хатиноньки
Сам на руках однесу.
Non aver paura per i tuoi piedini
Immergiti nella fredda rugiada,
Ti sarò vicino fino alla capanna
Ti porterò tra le mie braccia.
Ти не лякайся, що змерзнеш, лебедонько,
Тепло - ні вітру, ні хмар,
Я тебе пригорну до свого серденька,
А воно палке, як жар.


The night is so moonlit

Night, it is so moonlit, starry, clear
So bright it is, collect you needles,
Come beloved, though tired from work,
If only for a moment, to the grove.
 
Be mot afraid, your tiny toes
You will soak in the cold dew:
I, you, my true love, up to the dacha
In arms, will I carry.

I, you, my true love, up to the dacha
In arms, will I carry.

Be not afraid that you will freeze, my swan.
Warm, it is - no wind - no clouds.

I will hold you to my heart,
It glows as en ember.

I will hold you to my heart,
And it is hot as the fire.

The grove is so lovely, moonbeam strewn,
Can you imagine, if you ara dreaming?
You, slender and tall aspen,
Leaves delicately tremble,

Heaven, it is immeasurable, strewn with stars-
It is then ... by God ... a wonder!
Translucent pearls glow under the poplars,
Glistens, the fallen dew.

Night, it is so moonlit, starry, clear
So bright it is, collect you needles,
Come beloved, though tired from work,
If only for a moment, to the grove.

Come beloved, though tired from work,
If only for a moment, to the grove.

If only for a moment, to the grove.

La notte è così illuminata dalla luna

La notte è così illuminata dalla luna, stellata, limpida
È così luminoso, che puoi raccogliere i tuoi aghi,
Vieni amato, anche se stanco dal lavoro,
Anche solo per un momento, nel boschetto.
 
Non aver paura, i tuoi piccoli piedi
Li bagnerai nella fredda rugiada:
Io, tu, il mio vero amore, fino alla dacia
Tra le braccia, ti porterò.

Io, tu, il mio vero amore, fino alla dacia
Tra le braccia, ti porterò.

Non aver paura di congelarti, mio cigno.
Fa caldo, senza vento, senza nuvole.

Ti terrò stretto al mio cuore,
Che è caldo come la brace.

Ti terrò stretto al mio cuore,
Ed è caldo come il fuoco.

Il boschetto è così bello, cosparso di raggi di luna,
Riesci a immaginare, se stai sognando?
Tu, pioppo snello e alto,
Le foglie tremano delicatamente.

Il paradiso è incommensurabile, disseminato di stelle,
Allora è... per Dio... una meraviglia!
Perle traslucide risplendono sotto i pioppi,
Luccica, la rugiada caduta.

La notte è così illuminata dalla luna, stellata, limpida
È così luminoso, che puoi raccogliere i tuoi aghi,
Vieni amato, anche se stanco dal lavoro,
Anche solo per un momento, nel boschetto.

Vieni amato, anche se stanco dal lavoro,
Anche solo per un momento, nel boschetto.

Anche solo per un momento, nel boschetto.






La ricetta è una sola LA PACE


Se avessi un martello
Lo batterei al mattino
Batterei alla sera
Per tutte le città
“attenti al pericolo”
dobbiamo riunirci
per poter difender
la pace

Se avessi una campana
Suonerei al mattino
Suonerei alla sera
Per tutte le città
Attenti al pericolo
Dobbiamo riunirci
Per poter difender
La pace

Se avessi una canzone
Canterei al mattino
Canterei alla sera
Per tutte le città
Attenti al pericolo
Dobbiamo riunirci
Per poter difender
La pace

Adesso ho un martello
E ho una campana
E ho una canzone da cantare
Per tutte le città
Martello di giustizia
Campana di libertà
E una canzone Di pace