martedì 27 luglio 2021

2021_07_21 La vita di un uomo non vale nulla se non è della tua razza e a pari condizione sociale e si chiama Youns El Boussettaui

Mercoledì 21 luglio 2021 
Voghera: il Fatto.
Massimo Adriatici, ha sparato al trentanovenne Youns El Boussettaui.

"Con un pugno o uno schiaffo" dal video mi sembra evidente che l'istigazione della vittima con la chiamata al 118 ha motivato il poveretto a cercare di fargli smettere questa telefonata, cercando di togliergli il cellulare, ben visibile e acceso.

Dopo avere sparato si vede chiaramente il display del cellulare acceso che ha immediatamente recuperato, per cui chi era al telefono ha sicuramente sentito tutte le parole che sono state dette e seguito la dinamica che ha portato allo sparo.


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A Voghera Massimo Adriatici - assessore alla sicurezza- spara e uccide un uomo



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Sparatoria a Voghera, il video della lite - Estate in diretta 22/07/2021

Strano che stesse infastidendo i clienti.
Nel video il deceduto si avvicina al suo futuro assassino
provenendo dalla strada dove non ci sono i tavolini

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Voghera, i legali di Adriatici: "Ha estratto la pistola prima del pugno e ha tolto la sicura"

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Voghera, le testimonianze “Adriatici Si atteggiava a sceriffo, non come un assessore 
Il Fatto Quotidiano  di Simone Bauducco www.ilfattoquotidiano.it


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Omicidio di Voghera, in un video Adriatici parla a un testimone libero di muoversi indisturbato sul luogo del delitto. Milano Pavia TV On Demand

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Omicidio Voghera, spunta un nuovo video l’assessore Adriatici con un testimone
Corriere della Sera: Nel filmato dell'agenzia LaPresse il dialogo tra i due subito dopo lo sparo
Un video girato martedì 20 luglio 2021 scorso, e recuperato in esclusiva da LaPresse, mostra il piazzale antistante il Bar Ligure di piazza Meardi a Voghera, dove poco prima l'assessore alla Sicurezza, Massimo Adriatici, ha sparato al trentanovenne Youns El Boussettaui. Dalle immagini si vede  l'intervento dei sanitari del 118 che stanno soccorrendo il giovane ferito, mentre l'assessore Adriatici passeggia con il cellulare in mano. A un certo punto, rivolgendosi a un testimone gli dice: \"Hai visto che ha fatto per darmi un calcio in testa? L'importante è quello, che hai visto che stava dandomi un calcio in testa\". «Io mi sento di dire che anche questo video fonda seri dubbi sulla conduzione delle indagini delle primissime fasi» ha commentato Marco Romagnoli, legale difensore della famiglia El Boussettaui ( CorriereTv ).






lunedì 26 luglio 2021

2005_10_06 De profundis. Valzer lento

José Cardoso Pires, De profundis. Valzer lento
Feltrinelli, Milano, 2002 
José Cardoso Pires, nato a Lisbona nel 1925 è uno dei maggiori scrittori portoghesi contemporanei. Romanziere, saggista e drammaturgo, ha segnato tutta la recente cultura portoghese. Negli anni Sessanta fondò la rivista “Almanaque”, punto d’incontro degli scrittori e intellettuali democratici. Nel 1995 viene colpito da un’ischemia cerebrale, i cui effetti mirabilmente ricostruisce due anni dopo in questo libro.
Se non è facile, per un medico, entrare in contatto con quell’umanità ferita che è l’essenza di ogni malattia, ancora più difficile, se non impossibile, è riuscire a penetrare il mistero dello stato mentale degli afasici. Cosa e come pensi, cioè, chi, dopo un ictus cerebrale, non riesce in alcun modo a comunicare. La malattia prosciuga, infatti, la fonte da cui sgorga il pensiero, dissolve la memoria, interrompe l’uso della parola, ottunde la sensibilità, blocca il gesto. Dove, però, non è arrivata la Scienza è riuscita la Letteratura, grazie al romanzo De Profundis. Valzer lento nel quale José Cardoso Pires ha descritto, con la maestria che ne ha fatto uno dei maggiori scrittori portoghesi di sempre, il suo naufragio in un’isola sconosciuta dove si è ritrovato senza più identità, memoria, sentimenti.
Pires, colpito nel 1995 da un’afasia grave, è, infatti, riuscito, eccezionalmente, a conservare “memoria della smemoratezza”, probabilmente- come ha scritto il suo medico João Lobo Antunes- perché l’area del cervello colpita (grazie alla quale parlava, leggeva e scriveva) era in lui più sviluppata di quella dei comuni mortali. Nel suo caso la guarigione è arrivata sulle note di “Forever”, una canzone di speranza intonata da un coro di voci femminili nel buio del corridoio dell’ospedale. Per la rinascita di una vita la musica rappresenta, infatti, un privilegio benedetto. Lo conferma il 1° movimento del “Quartetto delle Dissonanze” di Mozart, anch’esso citato nel libro, che ha molte similitudini con il processo di guarigione dall’ictus: una volta trasceso il timore dell’annichilimento, si passa, infatti, dal caos alla forma, dall’oscurità alla luce. 
La diffusione del libro è promossa dall’Associazione “Alice” che dal 1997 lotta, prima in Valle ed adesso in tutta Italia, per prevenire l’Ictus cerebrale o, una volta che si è manifestato, ridurne i danni. 
Gaetano Lo Presti 

domenica 4 luglio 2021

HERALDOS NEGROS traduzione di Mario Mainino

LOS HERALDOS NEGROS  (César Vallejo, 1918)

Hay golpes en la vida, tan fuertes... ¡Yo no sé!
Golpes como del odio de Dios; como si ante ellos,
la resaca de todo lo sufrido
se empozara en el alma... ¡Yo no sé!

Son pocos; pero son... Abren zanjas oscuras
en el rostro más fiero y en el lomo más fuerte.
Serán tal vez los potros de bárbaros Atilas;
o los heraldos negros que nos manda la Muerte.

Son las caídas hondas de los Cristos del alma
de alguna fe adorable que el Destino blasfema.
Esos golpes sangrientos son las crepitaciones
de algún pan que en la puerta del horno se nos quema.

Y el hombre... Pobre... ¡pobre! Vuelve los ojos, como
cuando por sobre el hombro nos llama una palmada;
vuelve los ojos locos, y todo lo vivido
se empoza, como charco de culpa, en la mirada.

Hay golpes en la vida, tan fuertes... ¡Yo no sé!


Ci sono colpi nella vita, così potenti ... Io non so!
Colpi come se provenisssero dall'odio di Dio, come se davanti a loro,
la risacca di tutto il sofferto
si incarni nell'anima ... Io non so!

Saranno pochi, ma ci sono ... Aprono scuri solchi
sia nell'uomo più feroce che nel più forte.
Forse sono i puledri del barbaro Attila;
o sono angeli neri che ci manda la Morte.

Sono le cadute profonde dei Cristi dell'anima,
di una fede adorata che il Destino rende blasfema.
Quei colpi sanguinosi sono come il crepitio
come fa il pane dimenticato alla porta del forno.

E l'uomo... Povera cosa ... Povera cosa! Volge gli occhi, come
si gira la testa sulla spalla quando si riceve uno schiaffo;
Volge attorno occhi folli, e tutto il vissuto sorge,
come carico di colpe, davanti allo sguardo.

Ci sono colpi nella vita, così potenti ... Io non so!

tratto da http://www.poesi.as/cv18030.htm

Un giorno saro'
La gioia di chi mi vorra' bene
Il dispiacere di chi mi ha odiato,
Il pensiero fisso di chi mi ha invidiato,
E magari il rimorso e il rimpianto
Di chi non mi ha capito... [nella traduzione di Mario Mainino]

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giovedì 1 luglio 2021

2021_07_02 Quanto vale il parere di un premio Nobel su di una materia non di sua competenza

Polemica In Pillole 2660 iscritti 28 mag 2021 
Ep4 - "Chi" fa la Scienza? Quanto vale la parola di un premio Nobel?
Si sente spesso usare come argomentazione a supporto di una tesi, il fatto che sia stata espressa da un premio Nobel. In questi giorni, per esempio, sentiamo nuovamente parlare di Luc Montagnier, e delle sue varie