lunedì 26 febbraio 2024

AVVERTIMENTO - AVVISO Questo sito/e-zine non rappresenta una testata giornalistica

Questo sito/e-zine non rappresenta una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con cadenza periodica né è da considerarsi un mezzo di informazione o un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62/2001.  Contribuisce con articoli di carattere sociale, politico e di sanità. Ci sono commenti ed analisi di articoli pubblicati da altre fonti che sono tutte ovviamente citate con i link alle pubblicazioni originali.

2024_02_26 Marcia dei trattori

 Appoggio alla marcia dei Trattori .. 
"Contro i DICTAT ideoloigici .. per la sovranità alimentare" 
26/02/2024 
Se tutti quelli che parlano mettessero in pratica quello che dicono anche solo in casa propria nessuno mangerebbe più ne mango ne banane, ne salmone, ne gamberi dell'indopacifico, e mango le parate o i pomodori perchè accidente arrivavano dall'America.  E stop al caffè e al cioccolato, idem stop al tea che vien dalla cina e ai datteri che arrivano dall'Egitto, solo erba di campo e sassi da succhiare?
E poi stop al Grren Deal, basta alla limitazione dei pesticidi e concimi vari o ai fanghi sparsi. Intanto lo sapiamo tutti che su un terreno come quello in foto da da TRENTA ANNI viene coltivato a risaia le risorse minerali si riformano per "grazia di dio" e non per tutto quello che ogni anno ci mettono nella coltivazione.
Corroborata dalle vagonate di ossido di carbonio emesso dalle centinaia di auto che ci transitano ogni giorno. Sicuramente i riso prodotto è BIOLOGICO!



§§§




mercoledì 30 agosto 2023

The night is so moonlit - Notte al chiaro di luna

UNA NOTTE AL CHIARO DI LUNA – Canto Popolare Ucraino
(Titolo Originale: Nich Yaka Misyachna) e’ una canzone ucraina composta da Mykola Lysenko con il testo di una poesia di Mykhailo Starytsky.
Il brano, intimo ed emozionante, e’ uno dei canti popolari piu’ belli dell’ Ucraina, per questo viene eseguito in tutto il mondo in segno di pace e solidarieta’ verso il popolo ucraino.


Ніч яка місячна
Ніч яка місячна, зоряна, ясная,
Видно, хоч голки збирай;
Вийди, коханая, працею зморена,
Хоч на хвилиночку в гай!
Che notte illuminata dalla luna, stellata e limpida,
Puoi vedere tanto da raccogliere gli aghi;
Vieni fuori, amato, stanco del lavoro,
Almeno per un minuto nel boschetto!
Сядем укупочці тут під калиною,
I над панами я пан!
Глянь, моя рибонько, - срібною хвилею
Стелеться в полі туман.
Sediamoci insieme qui sotto il viburno,
Io sono il maestro dei maestri!
Guarda, pesciolino mio, un'onda d'argento
Una nebbia si sta insinuando nel campo.
Ти не лякайся, що свої ніженьки
Вмочиш в холодну росу,
Я ж тебе, вірная, аж до хатиноньки
Сам на руках однесу.
Non aver paura per i tuoi piedini
Immergiti nella fredda rugiada,
Ti sarò vicino fino alla capanna
Ti porterò tra le mie braccia.
Ти не лякайся, що змерзнеш, лебедонько,
Тепло - ні вітру, ні хмар,
Я тебе пригорну до свого серденька,
А воно палке, як жар.


The night is so moonlit

Night, it is so moonlit, starry, clear
So bright it is, collect you needles,
Come beloved, though tired from work,
If only for a moment, to the grove.
 
Be mot afraid, your tiny toes
You will soak in the cold dew:
I, you, my true love, up to the dacha
In arms, will I carry.

I, you, my true love, up to the dacha
In arms, will I carry.

Be not afraid that you will freeze, my swan.
Warm, it is - no wind - no clouds.

I will hold you to my heart,
It glows as en ember.

I will hold you to my heart,
And it is hot as the fire.

The grove is so lovely, moonbeam strewn,
Can you imagine, if you ara dreaming?
You, slender and tall aspen,
Leaves delicately tremble,

Heaven, it is immeasurable, strewn with stars-
It is then ... by God ... a wonder!
Translucent pearls glow under the poplars,
Glistens, the fallen dew.

Night, it is so moonlit, starry, clear
So bright it is, collect you needles,
Come beloved, though tired from work,
If only for a moment, to the grove.

Come beloved, though tired from work,
If only for a moment, to the grove.

If only for a moment, to the grove.

La notte è così illuminata dalla luna

La notte è così illuminata dalla luna, stellata, limpida
È così luminoso, che puoi raccogliere i tuoi aghi,
Vieni amato, anche se stanco dal lavoro,
Anche solo per un momento, nel boschetto.
 
Non aver paura, i tuoi piccoli piedi
Li bagnerai nella fredda rugiada:
Io, tu, il mio vero amore, fino alla dacia
Tra le braccia, ti porterò.

Io, tu, il mio vero amore, fino alla dacia
Tra le braccia, ti porterò.

Non aver paura di congelarti, mio cigno.
Fa caldo, senza vento, senza nuvole.

Ti terrò stretto al mio cuore,
Che è caldo come la brace.

Ti terrò stretto al mio cuore,
Ed è caldo come il fuoco.

Il boschetto è così bello, cosparso di raggi di luna,
Riesci a immaginare, se stai sognando?
Tu, pioppo snello e alto,
Le foglie tremano delicatamente.

Il paradiso è incommensurabile, disseminato di stelle,
Allora è... per Dio... una meraviglia!
Perle traslucide risplendono sotto i pioppi,
Luccica, la rugiada caduta.

La notte è così illuminata dalla luna, stellata, limpida
È così luminoso, che puoi raccogliere i tuoi aghi,
Vieni amato, anche se stanco dal lavoro,
Anche solo per un momento, nel boschetto.

Vieni amato, anche se stanco dal lavoro,
Anche solo per un momento, nel boschetto.

Anche solo per un momento, nel boschetto.






La ricetta è una sola LA PACE


Se avessi un martello
Lo batterei al mattino
Batterei alla sera
Per tutte le città
“attenti al pericolo”
dobbiamo riunirci
per poter difender
la pace

Se avessi una campana
Suonerei al mattino
Suonerei alla sera
Per tutte le città
Attenti al pericolo
Dobbiamo riunirci
Per poter difender
La pace

Se avessi una canzone
Canterei al mattino
Canterei alla sera
Per tutte le città
Attenti al pericolo
Dobbiamo riunirci
Per poter difender
La pace

Adesso ho un martello
E ho una campana
E ho una canzone da cantare
Per tutte le città
Martello di giustizia
Campana di libertà
E una canzone Di pace


sabato 12 agosto 2023

1970-06_30 Il mondo gira veloce .. ma l'Amore dove sta?

Ore 24:15 del 30 giugno 1970
Il mondo moderno è l'opera più ingegnosa che l'uomo abbia saputo costruirsi intorno.
Finalmente, attraverso i secoli, ha perfezionato e quasi messo a punto la macchina che potrà distruggerlo, e questo perché?
Perché nel proprio animo ed attorno a lui l'uomo ha sempre coltivato e riconosciuto solo il male, non è mai stato capace di capire i suoi simili e quello che in loro vi è di buono, di grande, di meraviglioso è stato misconosciuto.
Quale è oggi la forza che muove la nostra società?
Il denaro?
Gli interessi puramente scientifici o culturali?
La continua corsa verso il nuovo?
Quale forza fisica è alla base di ogni nostra produzione?
Il carbonio, il petrolio, l'energia elettrica o quella atomica?
Ma quella grande forza, unica cosa divina nell'uomo,  l'AMORE, che fine ha fatto?
Non credo che sia mai stata tenuta molto in conto, però, oggi più che mai, pare che vada annullandosi sebbene ci sono casi nei quali se ne sente ancora parlare; l'amore che dà la forza ad una madre e un padre di trascorrere la vita accanto ad una creatura che dalla vita non può avere quasi nulla, alla quale è negato il movimento,  magari la luce o il suono, eppure sanno renderla felice grazie ad esso.
Ma questi pensieri quando ci sorgono?
Non ad ogni istante della nostra vita e non a tutti perché altrimenti non si vivrebbe nel mondo in cui invece si vive, ma quando ci troviamo di fronte alla morte e al dolore altrui e non lo guardiamo come si guarda una vetrina passandoci davanti per prendere un treno che sta per partire, ma cercando di capirlo a fondo, di trovarne le ragioni e i motivi  suscitatori, come quando si legge e rilegge una poesia, allora in noi si risveglia e ci agita qualcosa che ci fa stare male.
Viene allora la voglia di lanciarsi contro tutti, di picchiare pugni, di attrarre l'attenzione su questi casi, di combattere piuttosto soli e soccombere ma fare qualcosa con lo stesso impeto, ad esempio, che agita il giovane Leopardi nella sua vigorosa canzone all'Italia.
Ma l'impeto -  di solito -  si spegne e non abbiamo concluso nulla,  poi rimane apatia e delusione,  ma dopo un romanzetto di fantascienza può magari distrarci e farci dimenticare, fino a quando un fatto nuovo riaccenderà questi Interrogativi.
Il mondo gira veloce come una ruota di un frantoio per le olive, verrebbe voglia di fermarlo per togliere quelle olive marce che abbiamo visto, ma la ruota non si ferma, tutto va come prima e l'olio risulta scadente.
Probabilmente per ottenerne di più ci versiamo anche quella cesta di olive acerbe che eravamo indecisi se metterci o no.
Oggi molte olive acerbe sono nel frantoio, si vuole aumentare la velocità delle auto e dei treni e non abbiamo ancora le carreggiate su cui farli correre.
Si continuano a fare inutili esperimenti atomici prima ancora di averli messi a punto ...
( ... e qui si interrompe questo scritto che non so più perché è per cosa ho scritto nel lontano 1970 quando avevo appena 19 anni. Mario)

La vita è sogno? Un pensiero sulla realtà della vita e la fuga dalla morte

Calderon de La Barca
LA VITA È SOGNO
E' la storia di un Re mentecatto che crede ad una profezia per la quale il figlio lo scalzerà dal trono una volta cresciuto, per cui lo imprigiona per tutta la vita, sino a quando, preso dal dubbio che la profezia sia falsa, con uno stratagemma, fa addormentare il figlio e lo risveglia vestito da Re nella reggia per metterlo alla prova.
Ma Sigismondo (questo il nome del figlio) si dimostra feroce, vittima come è stato di una vita in prigionia, allora il padre lo fa rimettere nella torre in prigione, ma il popolo che ne ha appreso l'esistenza lo reclama come Re.

SIGISMONDO
Sempre in balìa della sorte!
Ma da quando ho imparato
che tutta la vita è sogno,
via da me, ombre, che prive
in realtà di corpo e voce,
corpo e voce simulate
per i miei sensi spenti

Alla fine Sigismondo lo diventerà e sarà migliore dello stesso padre.

SIGISMONDO
Destino, andiamo a regnare:
e non svegliarmi, se dormo;
e s'è realtà, tiemmi sveglio.
Ma, sia realtà o sogno,
bene operare mi preme.

BASILIO
Contro il destino v'è poco riparo
e molto rischio v'è contro i presagi;
se una cosa s'avvera opporsi è vano
ché più la si sfugge più s'asseconda.
Fatale e dura legge! Immenso orrore!
Chi al rischio vuol sottrarsi gli va incontro:
la mia stessa cautela m'ha sconfitto
e la mia patria io stesso ho distrutto.

In questa storia c'è un personaggio popolare Clarino, che è presente in moltissime scene, il suo nome è un ossimoro, in quato Clarino che sà non può parlare e proprio per il suo sapere subisce la prigionia come Sigismondo.

CLARINO, buffo
io sto morendo di fame
e nessuno più mi bada,
sebbene io sia Clarino
e se il Clarino ha fiato
può tanti fatti cantare ...
e può darsi che se scappo
via di mano al silenzio
sentirete il ritornello:
non c'è voce più sonora
quanto un Clarino all'aurora.

Quando a battaglia infuria Clarino cercherà un nascondiglio ma alla morte non ci si può sottrarre.

[Scena dodicesima]
Rulli di tamburi e soldati in marcia. Clarino e Sigismondo, vestito di pelli.

CLARINO
Evviva per l'uno e per l'altra!
E vivano a loro gusto:
poco o niente m'interessa,
mi basta poter campare;
e per tenermi lontano
da tutto questo trambusto,
agirò come Nerone,
che di nulla s'impicciava.
Ma d'una cosa mi voglio
impicciare: di me stesso;
così qui ben acquattato,
mi vedrò tutta la festa.

Il posto tra queste rocce
è sicuro ed è nascosto:
non mi troverà la morte
- e ad essa faccio le corna.
Si nasconde.

[Scena tredicesima]
Si ode uno sparo. Clarino, ferito, cade a terra nel punto in cui si trovava.

CLARINO
Aiuto!

ASTOLFO
Chi può essere
quest'infelice soldato
che ai nostri piedi è caduto
tutto bagnato di sangue?

CLARINO
Sono un uomo sventurato,
che per volermi guardare
dalla morte l'ho cercata;
per fuggirla, l'ho incontrata.
Poiché in terra non esiste
luogo segreto alla morte.
Da cui chiaro si deduce
che chi ne scansa le grinfie
più immerso vi si ritrova.
Per questo, tornate in fretta
alla lotta sanguinosa;
ché tra le armi ed il fuoco
c'è maggiore sicurezza
che nel rifugio più occulto;
e non v'è strada protetta
dalla forza del destino,
dall'inclemenza del fato.
E se provate a scampare
dalla morte con la fuga,
la morte arriva, badate,
quando Dio l'ha decretato.
Cade dietro le quinte.

HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT

Sulla Vita e Sulla Morte: Le Parole Giuste Dal Cardinale Carlo Maria Martini
Michelangelo Buonarroti un pensiero sul senso della vita

27/02/2009, 23:34 mm->fb

(SIGISMONDO)
Mio padre, che è qui presente, per sottrarsi alla crudeltà della mia indole, fece di me un bruto, una belva umana a tal punto che quand’anche fossi nato docile, un simile genere di vita sarebbe bastato a rendere feroci i miei costumi. Strano modo di evitare il peggio.
Se a un uomo si dicesse: “una belva umana ti ucciderà” credete che sarebbe un buon rimedio risvegliarla, se stesse dormendo?
Così è accaduto a mio padre come a colui che ridesta una belva perchè lo minaccia...
La fortuna non si vince con l’ingiustizia e la vendetta; così la si irrita di più.
Se si vuole vincere la propria sorte, si devono usare saggezza e moderazione.
Rialzati signore, dammi la mano; ora che il cielo ti apre gli occhi sull’errore che hai commesso tentando  di vincerlo.

(CLARINO)
Perché poi ti parlo,  non lo so. Tu non mi rispondi. Io ti ragguaglio ben bene sulla guerra e sembra che  a te non interessi affatto. E pensare che ieri, e non nei miei pensieri, il loro re volevano che io fossi. Venivano per Sigismondo, a liberarlo, e  presero le lucciole per i fiaschi. Ma io ci ho tenuto ed ho chiarito tutto.
Con uno che non fa sognare, meglio non averci  niente a che fare!
Sia come sia, ti stavo raccontando: dal posto che mi sono scelto, ben protetto dalle rocce, vedo tutta la battaglia. Le legnate che ha preso il re! Sta ancora scappando. E con lui Astolfo e quel Clotaldo... battuti, dispersi... e Sigismondo a dargli addosso. Poi, incredibile, mi devo essere addormentato sul più bello. E ho sognato. Qui si fa un gran parlare di sogni e anche i Clarini a volte sognano...