sabato 22 settembre 2018

2018_09_23 Italia di oggi

Ieri alcuni amici sono stati accerchiati e picchiati con cinghie e tirapugni, in mezzo a famiglie e bambini, mentre tornavano da una manifestazione contro le politiche di quel mostro sociale che risponde al nome di Matteo Salvini.
Gli autori del pestaggio, secondo le ricostruzioni della Polizia che li ha fermati, sono tutti squadristi di Casa Pound.

Uno dei commenti ricorrenti dei fascisti, quelli che si incrociano sui social, o al bar, è: "Siete ancora a parlare di fascismo, siete ossessionati, smettetela, andate avanti, non esistono più destra e sinistra, noi siamo oltre, siamo un'altra cosa, noi vogliamo solo aiutare i nostri concittadini".

Conosce bene questa storia Matteo Salvini, che ha rubato lo slogan "Prima gli italiani" a Casa Pound, proprio lui che fino a tre anni fa usava la frase "Prima il nord" e cantava "senti che puzza stanno arrivando i napoletani".
Lo sa bene il goblin dei sentimenti Matteo Salvini, che lo ha imparato dal suo compare Mario Borghezio, intercettato da una tv francese: "Per far tornare il fascismo, non dovete parlare di fascismo; dovete dire che vi occupate dei reali bisogni della gente, il resto verrà da se".
Lo sa bene il ministro della paura, che oggi ha radunato attorno a se, e fuori da se, l'Italia peggiore. E dopo averla radunata l'ha rinchiusa in una gabbia , e ogni giorno getta pezzi di carne alle proprie iene da diletto. Si inventa notizie, ne propaganda di false. Soprattutto, ne copre altre ancora.

Così, un giorno, uccidono un nero in quanto nero. Un altro giorno ne picchiano un paio, al nord come al sud. Un giorno devastano un centro di accoglienza, il giorno dopo fanno un funerale fascista, un altro giorno sparano a un uomo da un'auto in corsa. E Salvini tace sempre. Il ministro dell'Interno non ne parla mai, lui si arrabbia però per "un immigrato che ha spennato un piccione in piazza", oppure gongola per i "braccialetti sequestrati sulla spiaggia a un venditore abusivo".

Il ministro dell'Interno gioca di sponda con Casa Pound, un'organizzazione poco interessata al fatto che alle elezioni le va sempre di merda (per fortuna). A Casa Pound interessa invece questo gioco di sponda, interessa fare il lavoro sporco che non potrebbe fare direttamente Salvini, ma che lui - come Ministro dell'Interno - può coprirgli.

Ieri 30 persone afferenti a Casa Pound sono state fermate per aver picchiato, con cinghie, catene e tirapugni, tre ragazzi e una ragazza, a Bari, in mezzo ai bambini, mentre stavano rientrando a piedi da una manifestazione - per l'appunto, guarda un po' - contro le politiche del Ministro degli Interni.

Questa è l'Italia di oggi, o almeno la sua parte peggiore.
Continuiamo a resistere e a non piegare mai la testa,
Saverio Tommasi

domenica 2 settembre 2018

2018_09_03 Perché i migranti non arrivano in aereo.

È un po' lungo da leggere, ma trovo sia interessante.

Perché i migranti non arrivano tutti in Italia in aereo?

E perché affidarsi a organizzazioni criminali e affrontare la traversata del Mediterraneo è spesso l'unica scelta?
Quando qualche tempo fa oltre 600 persone furono soccorse al largo della Libia dopo essere rimaste bloccate per diversi giorni al centro del Mediterraneo, in quella parte di elettorato che parla di "invasione," "pacchia finita" e chiusura dei porti tornò a circolare una vecchia storia: non è strano che i migranti spendano migliaia di euro per un viaggio in mare potenzialmente mortale invece di impiegarne poche centinaia per prendere un aereo per l'Europa? Se sono così "benestanti" perché non scelgono altre vie? O li finanzia qualcuno? Eh? Insomma, c'è sicuramente qualcosa sotto—forse le ong, forse Georgetown Soros.
Per capire, al di là di complottismi e luoghi comuni, perché chi vuole venire in Europa decide di affidarsi a organizzazioni criminali e affrontare la terribile traversata del Mediterraneo, ho contattato Marco Paggi, avvocato e socio dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI).
Secondo il legale, la spiegazione è molto semplice: "L'Europa è una fortezza blindata nella quale non si entra dalla porta principale." Le quote per i flussi migratori "sono sostanzialmente bloccate. Attualmente esiste la possibilità di ingresso solo per investitori di somme considerevoli, come lavoratori autonomi o imprenditori; oppure lavoratori altamente specializzati—il che significa anche altamente retribuiti," afferma Paggi.
Ed è chiusa anche per chi volesse fare domanda d'asilo politico: per fare la richiesta infatti, bisogna essere presenti nello stato, non si può agire tramite ambasciate, né ottenere un permesso temporaneo per andare a chiedere protezione. "Chiedere asilo presso i consolati italiani," aggiunge l'avvocato, "non solo concettualmente non è possibile, ma sarebbe anche considerato un atto di ostilità verso le autorità e i governi dei paesi ospiti."
Sì, ok l'ingresso in Europa; ma non potrebbero comunque evitarsi quel viaggio bestiale su gommoni e barconi fatiscenti? In realtà no, considerato che alla maggior parte dei cittadini extra-Ue per salire su un aereo diretto nel vecchio continente è richiesto di possedere un visto, il cui ottenimento è complicato e costoso, quando non impossibile.
"È inutile che ci si prenda in giro dicendo 'perché non prendono l'aereo visto che hanno tutti questi soldi', perché il visto d'ingresso non glielo danno," mi dice Paggi. "Un visto d'ingresso Schengen — quello per turismo, per intenderci — è a concessione altamente discrezionale. Se una persona non rende altamente verosimile l'intento di un soggiorno turistico in Italia o in un altro paese dello spazio Schengen, il visto non l'avrà."
Per rendere meglio l'idea, l'avvocato fa un esempio: "Se un funzionario ministeriale del proprio paese con un bel posto di lavoro e un bel reddito si presenta al consolato italiano dicendo 'ho comprato un pacchetto Valtur per me e per tutta la famiglia per 20 giorni,' il visto turistico glielo danno di corsa. Se, invece, a presentarsi è una persona che dichiara di non avere lavoro, o di averne uno insufficiente, e dice di voler andare in Italia in vacanza ospite da amici, al consolato gli diranno che intende abusare del visto per turismo per poi restare illegalmente alla scadenza, e glielo negheranno. È fin troppo evidente."
Il diniego per "rischio migratorio" a partire dal reddito può condurre a situazioni tipo quella capitata qualche giorno fa una donna del Gambia, che aveva richiesto un permesso temporaneo di 30 giorni per raggiungere in Italia il figlio, rifugiato politico, e partecipare al suo matrimonio con una ragazza piemontese. Nonostante lei avesse seguito tutte le procedure e specificato le ragioni del viaggio in Italia, l'ambasciata ha rifiutato il visto perché "le informazioni fornite per giustificare lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto non sono attendibili."
Per l'avvocato Paggi, "chiedersi con tono sospettoso perché chi migra verso l'Europa non prenda l'aereo invece del barcone suona tanto come quella battuta che si attribuiva alla regina francese Maria Antonietta: 'Il popolo protesta perché non ha pane? Che mangino brioches'."
Per i rifugiati un esperimento di creazione di vie legali è quello dei corridoi umanitari, un progetto curato dalla Comunità di Sant'Egidio, la Tavola Valdese e altre organizzazioni, che dal 2016 ha fatto arrivare—stavolta sì, via aereo—più di 1000 persone vulnerabili. Secondo il legale dell'Asgi, i corridoi "sono sicuramente una risorsa che permette alle persone di non rischiare la vita nel Mediterraneo o addirittura nei percorsi precedenti." Tuttavia "una politica unilaterale del solo governo italiano non può essere risolutiva," e "servirebbe una reale e compatta politica estera dell'Ue sulla questione in generale."
Il fatto che l'Europa sia una fortezza chiusa che costringe chi migra a determinate scelte ha conseguenze ad ampio raggio—oltre che, ovviamente, sulla vita stessa delle persone. Ad esempio, l'aumento delle richieste d'asilo è strettamente legato alla mancanza di altre vie. "Per chi vuole entrare in Europa non c'è altra possibilità," afferma Paggi. "È chiaro che questo significa poi indurre paradossalmente a un uso strumentale della protezione internazionale. Senza contare che quest'ultima è poi a sua volta un istituto che non è adeguato, per quella che è l'interpretazione attualmente adottata, a far fronte a situazioni che non rientrano nella persecuzione o nei trattamenti inumani e degradanti, cioè la fame, la desertificazione, disastri ambientali, la fuga dalla corruzione sistematica che c'è in certi paesi africani." 
A risentirne è anche il tessuto economico. "Il mondo del lavoro in Italia ha ripreso un po' a girare, c'è domanda di manodopera. Il problema è che, a fronte di questo, abbiamo una disciplina di flussi migratori che di fatto non consente nessun flusso legale, e lascia come unica alternativa l'ingresso illegale tramite malavita organizzata," spiega l'avvocato.
Secondo il legale, una soluzione in questo senso potrebbe essere reintrodurre il sistema dello "sponsor," che permetteva ai migranti di entrare legalmente in Italia pagandosi le spese del viaggio con un visto per cercare lavoro, grazie a garanzie economiche offerte da un familiare o un altro garante. In questo modo, prosegue Paggi, "molte persone anziché mettere tutto quello che hanno—e anche quello che non hanno—nelle mani di organizzazioni criminali per cercare di arrivare in Italia pagherebbero più volentieri una polizza fideiussoria."
Lo "sponsor," però, è stato in vigore solo qualche anno—dal 1999 al 2001—prima di essere eliminato con la legge Bossi-Fini. Tuttavia, ricorda l'avvocato, "la misura era stata usata in quantità omeopatica. Ma per quelle poche quote per cui è stato autorizzato ha funzionato bene, lo dicevano anche le questure. Le persone si erano inserite nel mondo del lavoro, stabilizzandosi. Adesso abbiamo un blocco totale."
Insomma, per tornare alla domanda iniziale, perché i migranti—per qualsiasi ragione decidano di voler entrare in Europa—non prendono l'aereo? Perché non possono, sostanzialmente perché al momento glielo impediamo. Finché non esisteranno canali legali d'accesso la gente non smetterà di partire, semplicemente continuerà a scegliere i viaggi in mare.

Claudia Torrisi

Tratto da Facebook