lunedì 11 ottobre 2010

Ma Verdi non era un genio

25 Febbraio 2010
Ma Verdi non era un genio:La musica è finita
Ad ogni mia tirata contro Giuseppe, mi sento spesso replicare da amici musicofili che «non puoi giudicare un compositore con criteri politici». [Infatti si dovrebbero usare criteri musicali, ammesso di averne!!]
L'obiezione è il riflesso condizionato dovuto all'incancrenirsi e incattivirsi del mito e della menzogna, del colossale ed epocale abbaglio, dall'Ottocento a oggi.
Si sa: una menzogna ribadita e ribattuta innumerevoli volte diventa infine verità.
E tanto trombette e tamburini han ripetuto la solfa, sfondandoci le orecchie coi va' pensiero e le traviate e le battaglie di Legnano e i doncarli, che l'Italia musicale pare non esser che iniziata e compendiata da Verdi.
Va detto allora con chiarezza: Verdi non è ciò che ci spacciano.
Non un genio, non il padre della musica italiana. Nemmeno, e men che meno, l'erede della superba e sontuosa Italia musicale settecentesca.
Della musica e di questa sua tradizione Verdi è anzi l'affondatore. [Abbiamo trovato un novello Arrigo Boito!!!!!!!!!]
Piero Buscaroli sintetizza questa verità così: «la monomania [Monomania? o monotonia?] del melodramma verdiano aveva piombato l'arte italiana, devastando e seccando, fino alle ultime radici, quella che era stata per secoli la sua tradizione vocale aulica e la sua ricchezza polifonica e strumentale» (in Wagner e l'Italia. Memorie, documenti, immagini, Press Club editore).
Io aggiungo che tale tradizione fu resuscitata e innalzata da Giacomo Puccini, bistrattatissimo ma autentico genio, gabellato con frode per successore di Verdi.
Basta leggere i documenti a disposizione di tutti, e finalmente ascoltare come si deve la sua musica, per rendersi conto che del cosiddetto Cigno di Bussetto Puccini se ne fregava.
Felix Mendelssohn e più ancora Hector Berlioz, nei loro rispettivi viaggi in Italia nel 1830 e nel 1831, ebbero a tracciare l'elettrocardiogramma dello stato dell'arte musicale: piatto. [Ma che peccato!! Era piatto nel 1830/31 e pensare che Verdi inizia a scrivere la sua prima opera quasi dieci anni dopo nel 1839!!!!!!!!! Mi sa che l'elettroencefalogramma magari si era risvegliato, perchè con elettrocardiogramma piatto era morte certa ma con Verdi c'è la Resurrezione!!]
Registravano la fine di un'epoca, già consumata da circa cinquant'anni. [1830 - 50 = 1780 allora anche Cherubini e Rossini sono da buttare!! E Beethoven che sciocco ad ammirarlo!!]
Ad un certo punto si strinse un ineffabile patto tra le Muse e Clio: l'Italia più non doveva essere la patria musicale d'Europa qual era stata, e il testimone traslocare altrove, in Germania ed Austria sopra tutte le altre nazioni. Destini e misteri, non d'altro si può parlare: bisogna solo prenderne atto.
Ma quel Paese che s'andava facendo -sappiamo oggi finalmente come e perché e come ne sia uscito e proseguito- aveva però pur bisogno d'un menestrello.
La propaganda attraverso l'arte non è invenzione del Novecento.
Il mito laico ed antispirituale s'andava espandendo, e forse non ha precedenti per innervazione sin nei più reconditi gangli e sgabuzzini sociali.
E allora Verdi.
E allora l'Italia peggiore si bevette di tutto, credendo che anche la produzione meno politica del bussetano fosse da salvare.
Se sussiste poi ancora qualche dubbio sul rapporto musica-politica in Verdi e sulla macchina che produsse e produce riflessi pavloviani, ci si legga i lavori di Giuseppe Rausa, meritorio e coraggioso storico della musica, dove la faccenda è sistemata per bene.
Mi chiedo poi come sia possibile anche solo "pensare" a Verdi, sapendo che nell'Europa di quel tempo si ergevano giganti quali Beethoven (defunto nel 1827!!), Wagner, Brahms, Bruckner, Richard Strauss.
E sapendo che l'Italia "pre-verdiana" aveva ospitato le aguzze punte di Domenico e Alessandro Scarlatti, Cimarosa e Pergolesi, e Vivaldi e Monteverdi, e tanti altri, e che, estinto Verdi, vedrà sorgere il Gran Lucchese. [att.ne non il GRAN TURCHESE, quello che si mangia a colazione tutta la storia precedente!!]
Ma forse ci meritiamo quella musica fracassona e vuota di idee e concetti, quei libretti retorici, non meno che arroganti e impoetici, infelici come siamo nell'angusta retorica che forgia storie ed estetiche di comodo. Beato invece quel popolo che avendo già eroi altri non ne va cercando, né meno ancora fabbricando, e accetta serafico la propria sorte.
Questa vicenda, italiana ed europea, va compresa sino in fondo, al fine di poter edificare una storia della musica non ideologica né storicistica, ma che allontani il punto di osservazione sino ad ammirare un panorama del tutto più corrusco e verace.
Tenteremo di farlo nelle prossime rubriche.
Luca Bistolfi
[Signore a cui vanno tutti i nostri complimenti, spero che almeno ci abbia provato a sentire qualcuna delle opere di Verdi!! Sembra incredibile che nel 2010 ci sia ancora chi possa esprime certe idee così balzane. Probabilmente non avrà mai sentito ne Fidelio ne Donna senz'ombra ma cento volte Turandot. Che non è un male di per se, ma io non sapevo che potesse danneggiare il cervello, me ne accorgo solo ora leggendo quest'articolo.]

martedì 5 ottobre 2010

Omosessualità e pensiero debole: intervista inedita a Gianni Vattimo

Cari amici, care amiche,
vi segnalo un'intervista inedita a Gianni Vattimo, classe 1936, un intellettuale torinese popolare, tra l'altro, per aver introdotto in filosofia il concetto di "pensiero debole". Negli anni cinquanta, Vattimo ha lavorato ai programmi culturali della Rai. Ha insegnato Estetica in diversi atenei del mondo e per le sue opere ha ricevuto lauree honoris causa dalle università di La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima.
In questa intervista, realizzata in occasione del "Salerno Pride 2005" e finora inedita, discutiamo di cristianesimo e secolarizzazione a partire dal suo libro "Credere di credere. È possibile essere cristiani nonostante la chiesa?" (Garzanti), e di come ha influito la sua omosessualità nell'elaborazione del pensiero debole.
Buona lettura.
Pasquale Quaranta
Link all'intervista su P40.it
http://www.p40.it/vattimo-omosessualita-pensiero-debole

sabato 2 ottobre 2010

SALA DELLA COMUNITA'

Tratto da http://www.saledellacomunita.it/ (cf. Nota pastorale della Commissione ecclesiale per le comunicazioni sociali: "La sala della Comunità: un servizio pastorale e culturale").
Il concetto di sala della comunità non è un modo diverso per indicare la tradizionale sala cinematografica parrocchiale.
Esso racchiude la riscoperta di una vocazione propria della comunità ecclesiale, chiamata ad un dialogo franco e aperto nei confronti del mondo e della cultura di oggi.
La sala della comunità deve diventare luogo di confronto, di partecipazione e di testimonianza, espressione di una comunità viva e dinamica.
 
Come struttura complementare alla chiesa, la sala della comunità si pone a servizio della comunione e dell'azione educativa.
E' ancora attuale l'appello del Papa: "la sala della comunità diventi per tutte le parrocchie il complemento del tempio, il luogo e lo spazio per il primo approccio degli uomini al mistero della Chiesa e, per la riflessione dei fedeli già maturi, una sorta di catechesi che parta dalle vicende umane e si incarni nelle "gioie e nelle speranze, nelle pene e nelle angosce degli uomini di oggi, soprattutto dei più poveri" (cf, Gaudium et Spes, 1) materialmente e spiritualmente)". 
In considerazione dell'utilità che questa struttura pastorale può avere per la missione della Chiesa, è necessario invertire la tendenza che ha portato in questi ultimi anni molte comunità a privarsi di spazi così importanti, alienando le sale o cambiandone la destinazione d'uso. Trascurare questo spazio di azione pastorale sarebbe segno di scarsa attenzione ai nuovi contesti sociali e culturali, come già si affermava nella nota del 1982: "Una posizione rinuciataria è non soltanto autolesionista ma è anche gravemente lesiva di una presenza qualificata della Chiesa e dei suoi figli in settori, come quelli della cultura e dello spettacolo, aventi una forte potenzialità di aggregazione e di spinta".
 
 

venerdì 1 ottobre 2010

VIGEVANO E LA SUA TRADIZIONE MUSICALE ma guarda che bel dibattito

Martedì 21 settembre è stata inviata alla sede di Civiltà Vigevanese e alle redazioni della stampa locale questa lettera di una nostra iscritta che volentieri pubblichiamo.

VIGEVANO E LA SUA TRADIZIONE MUSICALE

pubblicata da Paolo Borea il giorno giovedì 23 settembre 2010 alle ore 15.11
Elisabetta Parea - Civiltà Vigevanese
Come genitore ritengo che la formazione musicale dei giovani sia sempre più importante per l'arricchimento personale. Per questa ragione ho sempre stimolato i miei figli a conoscere e ad approfondire l'aspetto sonoro della realtà che vivono, per meglio apprezzare consapevolmente i molti stimoli sonori che la società di oggi ci propone.

Ma come funziona la promozione della cultura musicale nella nostra città?
L'attuale amministrazione non sembra pensarla allo stesso modo.
Sarà forse per questo che i ragazzi (e le loro famiglie) hanno trovato all'atto dell'iscrizione per questo anno scolastico al Civico Istituto Musicale "L. Costa", un notevole aumento delle rette di frequenza e nuovi vincoli per la partecipazione alle lezioni, di cui non è chiara la motivazione didattica.
La fresca delibera della Giunta Comunale non è nemmeno stata pubblicizzata come di consueto negli appositi manifesti relativi alle Iscrizioni. Anzi, ad una settimana dalla chiusura dalle stesse, campeggiano solo quelli dell'anno scorso con le vecchie quote.
Come la peggiore delle pubblicità ingannevoli, gli ignari studenti si trovano questa amara sorpresa riferita solo a voce dalla segreteria dell'Istituto.
Le famiglie possono arrivare per un corso musicale a spendere 700 euro e più l'anno, senza contare il costo dello strumento scelto e dei libri di testo.
Se poi si considera il fatto che i progetti avviati già da alcuni anni nelle Scuole Primarie cittadine con la collaborazione degli esperti maestri dell'Istituto Civico che avvicinavano gli alunni delle varie età, col canto o con lo strumento, al piacere della musica non sono più stati finanziati, l'intento è ancora più chiaro.
Invece di valorizzare la Civica Scuola Musicale di Vigevano, dalla quale la città stessa ha avuto e trae prestigio, si sceglie di fare cassa proprio riducendo quelle risorse legate all'arricchimento culturale dei ragazzi e di coloro che vogliono avvicinarsi alla musica. Le costanti iscrizioni alla Scuola dimostrano che le famiglie apprezzano le proposte dell'Istituto, esternate in concerti, manifestazioni, concorsi.
Perché perdere questa opportunità di crescita che la città offre?
Perché questa opportunità deve diventare sempre meno accessibile alle famiglie stesse?
E' forse solo l'ennesimo caso di cattiva gestione delle risorse, o peggio si nasconde ai cittadini che a causa dei mancati trasferimenti dei fondi ai Comuni da parte dell'attuale governo (a partecipazione leghista, che ha fatto della volontà di aiutare il territorio la propria bandiera),
si fa pagare proprio ai cittadini la crisi economica?
Ma è ciò che le famiglie ed i giovani meritano di avere da questa neonata Amministrazione Comunale?
Al lettore la risposta.


Francesca Cairo 23 settembre 2010 alle ore 15.45

ma non eravamo stimati nel mondo per le scarpe? pensa che ignorante che sono! e lavoro anche nel settore... :D



Anna D'Oria 23 settembre 2010 alle ore 16.59
Statuto del Comune di Vigevano Art. 4 c. 3 e c 4 - Funzioni del del Comune
"3. Obiettivi preminenti del Comune sono lo sviluppo economico, sociale e culturale della comunit àe la promozione delle condizioni che rendano effettivi i diritti, tutelino i valori della persona ecomportino il miglioramento della qualità della vita.
4. Il Comune riconosce nel piano territoriale degli orari della città lo strumento prioritarioper migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il piano deve privilegiare i seguentiobiettivi:
a) Aumentare il tempo dedicato da ogni cittadino alla cura della famiglia e di sé (temposcelto) rispetto a quello dedicato al lavoro (tempo obbligato);
b) Aumentare la fruibilità degli orari di apertura al pubblico degli sportelli pubblici;
c) Garantire il diritto all'uso della città e dei beni urbani in tutte le fasce orarie e a tutti icittadini, in particolare ai disabili, agli anziani, ai minori e alle donne;
d) Favorire orari di lavoro e di scuola flessibili, personalizzati, mirati al rispetto dei tempidella natura;
e) Rendere la città più ospitale.


Statuto di un'altra cittadina più o meno come Vigevano e poco distante da essa (di cui ometto il nome ma che prendo per esempio)
Art. 2 Finalità del Comune
Il Comune opera in via prioritaria nel perseguimento delle seguenti finalità:
a) salvaguardare, recuperare e valorizzare l'identità della Città, e dei suoi borghi ed ilpatrimonio costituito dalle comunità biologiche, dalle risorse idriche e minerarie presentinel territorio comunale, dai beni ambientali culturali, sociali, paesaggistici, artisticigeologici, naturalistici, agricoli, forestali e faunistici, con particolare riguardo ai diritti degli
animali ed ai doveri di chi li possiede;
b) promuovere, sostenere e valorizzare le attività culturali contribuendo a sviluppare unacultura universale di dialogo, di accoglienza e di inserimento;
c) creare le condizioni per lo sviluppo di una attività economica dei soggetti pubblici e privatiper lo sviluppo economico sostenibile e compatibile con il territorio (..)
d) concorrere a garantire il diritto al lavoro perseguendo una politica che favoriscal'occupazione a tutti: donne ed uomini.


mi sembra che il paragone da solo serva a capire un po' la situazione...o no?


Davide Salluzzo 23 settembre 2010 alle ore 17.24
Chiudono il Museo della vita quotidiana, porteranno ad € 80,00 il costo di ingresso al Cagnoni, aumentano le rette del Costa, venderanno parte dei beni immobili di noi tutti,.Tutto per far quadrare i conti, non c'è che dire un Comune in Svendita, grazie al Federalismo di Tremonti e Padani.
Mario Mainino 23 settembre 2010 alle ore 23.48
Mi fa specie che si parli di un argomento del quale non ci si è mai forse interessati e lo si faccia come al solito tanto per fare bagarre.
Se prima di parlare qualcuno si informasse si accorgerebbe che le rette del Costa sono praticamente F...
Anna D'Oria 24 settembre 2010 alle ore 9.06
Caro Signor Mainino, sono pienamente d'accordo con lei, vorrei fare però alcune precisazioni che forse spiagano meglio quanto avrei voluto dire nel post precedente.
Secondo alcuni studi più o meno condivisi, le istituzioni che offrono beni e servizi culturali versano in una situazione stagnante a causa dell'impossibilità di aumentare la loro produttività nel tempo (come invece non accade ad esempio nel campo scientifico e tecnologico). Infatti in tutti i settori economici l'efficienza aumenta periodicamente, grazie al progresso tecnico che permette di ridurre, attraverso la produzione di massa, i costi fissi ripartiti su un numero maggiore di unità prodotte mentre nel settore artistico, non essendo sostituibile il fattore lavoro dal fattore capitale ed essendo i prodotti non standardizzati i costi aumentano progressivamente. Questo andamento incrementale tra fattore lavoro e la stabilità della produttività generano nel settore artistico un deficit permanente tra costi e ricavi per cui si giunge facilmente alla conclusione che le imprese culturali non possono sostenersi da sole ma hanno bisogno dell'intervento di un finanziatore esterno (lo Stato attraverso tutte le sue forme di decentramento locale) o altri soggetti privati.
Sono d'accordo con lei quando parla di promozione: oggigiorno è possibile utilizzare in maniera più efficiente tutti i mezzi disponibili non tanto nell'ambito della produzione artistica ma in altri ad essa connessi quali la catalogazione, la prenotazione, la vendita, il consumo e soprattutto la comunicazione.
I beni culturali sono beni speciali e si differenziano dagli altri beni di conusmo perchè hanno un ruolo educativo e formativo ed un valore sociale tale da giustificare l'intervento statale nel settore, evitando di laciarlo alle sole forze di mercato. Sono beni collettivamente utili per questo è necessario garantirne la fruizione a tutte le fasce di reddito della società nel rispetto del principio di equità e a prescindere dalle domande individuali e dal volume complessivo del consumo.
Sono spesso beni complessi, ovvero poco fruibili perchè richiedono specifiche conoscenze o abilità da parte del consumatore, sono unici e non riproducibili ma soprattutto non arrecano benefici solo ai fruitori ma anche a coloro che non ne usufruiscono in prima persona, hanno delle ricadute economiche nel contesto in cui si trovano, creando indotto e favorendo lo sviluppo di mercati secondari.
Il ruolo delle pubbliche amministrazioni resta comunque fondamentale e, per quanto possa capire la sua ragione nello specificare le forme di adeguamento ai prezzi che necessariamente debbano essere riconsiderati sulla base di nuove regolamentazioni tariffarie, ritengo che un'amministrazione locale virtuosa debba comunque sempre farsi carico dell'onere formativo e sociale che la cultura apporta quale beneficio per tutta la popolazione, promuovendo al massimo ogni attività di tipo culturale, stabilendolo da Statuto.
Ritengo che Vigevano sia meno peggio di tante altre cittadine e come dice lei spesso le attività culturali sono snobbate per prime dagli stessi Vigevanesi, ciò che ritengo personalmente opportuno è quello di migliorare sempre più la situazione, con un dialogo ed un confronto che porti la cultura al livello di interesse veramente meritorio. Inutile fermarsi su polemiche sterili ed inconcludenti; analizzare la criticità delle situazioni deve necessariamente portare ad un miglioramento continuo.
cordiali sauluti
Davide Salluzzo 24 settembre alle ore 11.50
Bene da quanto scrive il signor Mainino apprendo che oltre all'esame di Italiano presto richiesto per soggiornare in Vigevano se si è stranieri, bisognerà chiamare 89.24.24 per parlare e esprimere le proprie idee, quando la legge lo imporrà lo farò. L'attuale giunta è in carica da aprile 2010 e se solo a settembre nomina il consiglio dell'istituzione Cultura, creando mal funzionamento a servizi comunali, questo non ha giustificazioni! Si vede che il manuale Cencelli per assegnare poltrone (che lei Mainino ha ottenuto ) non è stato di grande aiuto e ciò si comprende dalla lettera iniziale e dalla sua risposta. Non dia colpe alla burocrazia se non avete comunicato per tempo gl'aumenti, forse volevate solo cercare di farli passare sotto silenzio.lle rette sono ferme dal 2002 ? Anche i redditi sono fermi da anni e questo grazie a chi ci Governa che sono gli stessi Partiti o parte di essi che ci amministrano. Poi si ricordi che se il Costa è in questa situazione la Lega che gli ha dato una poltrona nel consiglio di amministrazione non è certo "vergine", ha Amministrato questa città per oltre 10 anni !Auspico che ora grazie a lei tutto cambierà, ci sarnno concerti, opere, balli, canti e tanti corsi di apprendimento e tutto a prezzi aumentati ! Del resto la sua "Cultura" non la merita la città tutta, come lei stesso fa percepire. Per quanto riguarda le sue ultime due righe vomitate dalla sua tastiera, quando vuole troviamoci con gli statuti, gli associati, i bilanci delle rispettive Associazioni Culturali che entrambi amministriamo e vediamo chi spilla soldi e a chi!
Mario Mainino 26 settembre alle ore 14.31
Ciaooooooooooooo Davidino ma la battuta non era per i Vigevanesi in genere e manco per gli stranieri!!! Non si è capito!!!
I miei concittadini, nativi o importati, ieri sera in oltre SEICENTO hanno saputo benissimo dove stava di casa la cultura e si sono spellati le mani per gli applausi e le numerose chiamate per la mia- guarda a caso - operazione culturale che ha riportato l'Opera Lirica prodotta a Vigevano nel teatro voluto dai Vigevanesi per l'opera Lirica a 49 anni dalla sua ultima rappresentazione ed a sei dallo stralcio dell'opera dai programmi ufficiali.
Un po come quando ho portato ben 305 persone nel TUO cinema (dico cinema perchè ti arrabbi se lo chiamo cineteatro !!) e ho fatto parlare delle tua sala sulle testate giornalistiche nazionali !!
Allora mi sa che sarai stato contento, almeno una volta in vita tua.
Sei sempre cosi nero!!
Certo che se poi uno per poter fare cultura deve farsi la tessera allora lasciamo stare.
Cerca di stare allegro, che a continuare a cavalcare la tempesta deve essere una cosa stancante.
Meglio avere la schiena rotta dopo una giornata massacrante come lo è stata la mia ieri e come lo sono state alcune passate nel tuo teatro sperando allora ( da povero illuso promotore culturale) di fare dell'Odeon un vero e proprio TERZO POLO CULTURALE per la Città di Vigevano.
Peccato perchè hai deluso moltissimo me che avevo creduto a tutte le favole che mi avevi raccontato per avere la" collaborazione gratuita" che ha portato un bel po' di quattrini al botteghino.
Pure i fiori per il soprano che ho invitato li ho pagati io e dalla vostra organizzazione non mi è stata manco offerta una pizza!
Ma la perdita grossa l'ha fatta la città di Vigevano per la quale è sparita una grossa opportunità.
Ciaooooooooooooo Davidino
Non tutto è perduto ma chi si deve ricredere e su che cosa?? Dimmelo tu.
Fai qualche proposta, qualche bel progetto, ho sempre collaborato se c'è un progetto ma non se c'è solo la volontà di fare bagarre.


Davide Salluzzo 27 settembre alle ore 14.26
Caro Mainino precisiamo:
1) non è il mio Cinema, sai bene di chi è la proprietà e chi decide i calendari e gli impegni.
2) Si chiama Sala della Comunità cerco da tempo di spiegartelo ma ho dei limiti e non riesco a farmi comprendere da te (vedi saledellacomunita.it).
3) Precisiamo la tessera offerta e della associazione La barriera, per poter operare direttamente ed essere coperti da assicurazione devi essere un iscritto alla associazione e un volontario.
4) E' vero non ti abbiamo offerto neanche una pizza solo un rimborso spese di € 400,00 Cariparma assegno n° 0173788107 che avrai sicuramente iscritto a bilancio della tua associazione.
5) Detratti tutti i rimborsi (documentati da ricevute e relativi assegni) il ricavato è andato alla parrocchia per le attività e le manutenzioni della Sala.
6) la Sala ospita ben oltre 150 eventi di Cinema, teatro, Opere, Conferenze, attività dell'oratorio, Scuole cittadine, non sarà il Terzo Polo culturale, ma menomale che c'è chise ne prende curai in silenzio e senza protagonismi. 7 Infine ti ringrazio che ti prendi cura del mio umore e mi fai sorridere, del resto sai quante Teste di cazzo ci sono che ti fanno arrabbiare anche solo perchè non hanno di meglio da fare! A presto.
P.S. Da tempo o tolto dal mio vocabolario L'Io preferisco il Noi.
Gloria Bergonzi 01 ottobre 4 ore fa
non perchè sono di parte, ma forse i limiti li ha il signore di cui si parla (non scrivo nemmeno il suo nome perchè sono sicura che porta sfiga) a comprendere la lingua italiana. D'altra parte non è da tutti!!!!!!
Mario Mainino 01 ottobre ore 16.16
Per Davide
L'Io preferisco il Noi. = si dovrebbe intendere che parli come rappresentante di una associazione e di decisioni collegiali, però mi ha detto un tuo consigliere di non essere stato consultato sulla decisione di non accetare la mia prenotazione sala per Elisir d'amore ottobre 2009 sarà vero? Sai che anche Elisabetta diceva NOI, regina d'Inghilterra!! Ed usava il noi.


2 Si chiama Sala della Comunità = viene concessa solo a chi?? non ne hanno diritto tutti anche se pagano l'affitto???
vedi

http://www.concertodautunno.it/2009-ed/090414-richiesta-permesso-Odeon-elisir.pdf
vedi
http://www.concertodautunno.it/2009-ed/090528-Odeon-non-accetta.pdf
riepilogo
http://www.concertodautunno.it/2009-ed/090114-operasulloschermo1.htm

3 Precisiamo la tessera offerta = io ne ho avute tante di tessere offerte ad onorem, non mi piacciono quelle ad onerem
PS. Ma allora la signora Kawai o il sig.Ariano avranno fatto la tessera per usare la sala per i loro spettacoli?

4 un rimborso spese di € 400,00 = io lo so a che si riferiva, ma non voglio dirlo. Vorrei che fossi tu a dirlo: per quale occasione, per quale data, per quale lavoro, e anche che 500 Euro sono poi andati come offerta ad una ass.di Volontariato. Ma non voglio dire io di che cosa si trattava, prova a dirlo tu!!

5 il ricavato è andato alla parrocchia = ottima cosa, anchio ho fatto la mia offerta, solo 100Euro alla Parrocchia, pochi ma pur sempre qualcosa.

6 la Sala ospita Opere ???? = Strano ma mi pare che l'unica opera (lirica) mai rappresentata sia stata quella che tu sai e che sai anche chi l'ha organizzata e che in quella occasione qualcuno che tu vedi tutti i giorni quando ti fai la barba, ha vietato che sui manifesti fosse posto il patrocinio del Comune di Vigevano solo perchè ottenuto dal dott.Prati con cui poi invece sei convolato a nozze.

7 ti prendi cura del mio umore = cosa ci vuoi fare sono TROPPO BUONO!!! E' il mio carattere che invece ti farti una bella raccomandata ha mi ha fatto lasciare il mio paese e continuare, ovviamente con molto profitto ma anche una punta di dolore per avere lasciato il mio pubblico, il lavoro che non mi è stato più possibile condurre in patria.
PS saresti capace di dire a tutti: quanti sono stati gli spettacoli e gli spettatori di Opera al cinema 2008/2009 e quanti invece per il 2009/2010.
Tanto per vedere se tutto il mio lavoro, non retribuito, era servito a qualcosa.
By Bye
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