giovedì 17 ottobre 2013

Bossi-Fini? Le cose serie sono altre

Ottobre 2013    -     mosaicodipace.it
È fastidioso e irritante quando qualcuno dice “Io l’avevo detto”. Ma davanti alla tragedia di Lampedusa, davanti ai tanti morti senza nome e ai sopravvissuti denunciati per violazione della legge Bossi-Fini che prevede il reato di clandestinità, qualche considerazione è doverosa. Non tanto per dire che su Mosaico di pace più volte l’abbiamo scritto. Che siamo intervenuti come Pax Christi, e con noi si erano levate altre voci: mons. Nozza direttore della Caritas Italiana, don Ciotti presidente di Libera, mons. Dho vescovo di Alba. E p. Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di pace, affermò senza mezzi termini che la Bossi- Fini era “una legge anticristiana”.
Anche il sottoscritto, nel giugno 2002, aveva scritto che la legge Bossi-Fini è “disumana, oppressiva, lesiva degli inalienabili diritti dell'uomo. E soprattutto inutile”. 
C’era stata una dura presa di posizione delle segreterie provinciali di AN e LEGA. 
E nel marzo 2004 l’on. Roberto Cota, attuale presidente della Regione Piemonte, aveva scritto addirittura al mio vescovo di Novara, mons. Renato Corti, accusando me e qualche altro prete di ‘fare politica dall’altare’, per aver criticato la Bossi-Fini. 

Ma quello che mi inquieta non è, come dicevo all’inizio, il sottolineare “noi lo avevamo detto”. Mi preoccupa il ripensare ai commenti e ai sorrisi di chi, anche all’interno della Chiesa, davanti alle ‘sparate’ della Lega, (e di Fini, che poi venne da qualcuno quasi considerato come il portavoce delle istanze della Chiesa…) non si rendeva conto che diventavano legge e segnavano tragicamente la vita di tante persone. Anche un autorevole vescovo da Roma mi scrisse difendendo a spada tratta un esponente di spicco della Lega come difensore dei valori cristiani! 

Come dire: le cose serie sono altre. La legge sull’immigrazione, il reato di clandestinità, il chiedere a insegnanti e medici di segnalare o non accettare i ‘clandestini’ non sono cose così importanti. Si sorride e si passa oltre, ai valori veri.
Interessante le inchieste di Famiglia Cristiana e Jesus che qualche anno fa hanno ben fotografato, al Nord, una certa vicinanza di alcune realtà parrocchiali con la Lega, con le sue affermazioni chiaramente razziste. 

È il momento, prima che sia troppo tardi, di aprire tutti gli occhi su una cultura razzista sempre meno sommersa, che emerge nei discorsi e commenti anche di tanti ben pensanti, giovani e meno giovani. 

Fino a quando si continuerà a sorridere e a minimizzare? 
Poi ti trovi una lunga fila di bare e qualcuno che ritiene esagerato il lutto nazionale, e si rifiuta di fare il minuto di silenzio dicendo che se stavano a casa loro non sarebbero morti in mare! 

Chissà che le parole di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 20 anni fa, non valgano anche per noi oggi. Come dire… lui lo aveva detto: “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”.