giovedì 27 dicembre 2012

Femminicidio, la strage continua

L'opinione di… don Renato - 27 dicembre 2012 – Mosaico di pace

http://www.peacelink.it/mosaico/a/37481.html

No. Tacere sarebbe un po' come avallare. 
Ci ho pensato molto quando ho letto la notizia di un prete, parroco in Liguria, che ha affisso alla porta della sua chiesa un articolo preso da internet dal titolo: "Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?"
Mi ha molto colpito, come prete e come uomo, tutta questa vicenda con le successive affermazioni, smentite ecc. 
Ho pensato che non era giusto stare in silenzio.

Credo, di fronte alla morte, all'uccisione, al 'femmnicidio' non ci sia spazio per i se e per i ma…

Siamo di fronte a persone uccise in quanto donne, quasi sempre da uomini del proprio ambito familiare. 
Far finta di non vedere o puntare i riflettori su altro (es. modo di vestire ecc.) credo sia molto grave. E penso che come uomo e come prete, anch'io sono parroco, non si debba spostare l'attenzione dalle vittime, che hanno un nome, un volto e una storia. Ancora ieri, 26 dicembre 2012, in Liguria, un marito, già denunciato per violenze e minacce, uccide la moglie Olga e la sorella Francesca. No, sulla morte non si scherza, e non si scrivono cose dicendo che servono 'a far riflettere'. Oppure cercando una qualche colpa nelle vittime. 
Credo che una seria autocritica la debba fare io - noi in quanto uomini. E io - noi in quanto preti, che spesso parliamo del valore della vita, della famiglia, ecc. Molti omicidi avvengono proprio in ambito familiare. Stiamo attenti a non arrivare a dire, com'è già successo in passato, che'bisogna contestualizzare'.
  • Di fronte al genocidio degli Ebrei, dobbiamo dire che anche gli Ebrei se la sono un po' cercata? 
  • Di fronte ai bambini uccisi a Sarajevo durante la guerra perché giocavano sulla neve, dobbiamo dire che è anche colpa loro e delle mamme che li hanno lasciati uscire dalle cantine?
  • E di fronte alla vittime di tante guerre passate e attuali, qualche colpa la troviamo per giustificare le bombe e i massacri? 
  • E di fronte a questi cristiani uccisi in una chiesa in Nigeria, dobbiamo dire che se la sono cercata, che era meglio se stavano a casa e non andavano in chiesa a pregare?

No, credo proprio che sia importante non perdere la bussola e stare dalla parte delle vittime. Sempre. Don Tonino Bello, profeta dei nostri tempi, morto 20 anni fa, ci ricordava che "delle nostre parole dobbiamo rendere conto agli uomini. Ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto a Dio!"

lunedì 24 dicembre 2012

Casa del pane, si muore ancora

E' una notizia a cui non si è dato molto peso.
In Siria, domenica 23 dicembre 2012, un bombardamento aereo a Helfaya nella provincia di Hama uccide decine, o forse centinaia, di persone in coda davanti ad un panificio.
Come a Sarajevo, il 27 maggio 1992: 23 persone in fila per comprare il pane uccise dalle granate.
Oggi come allora la notizia non sconvolge più di tanto. A Sarajevo la guerra è continuata per anni. E in Siria?
Tutti i riflettori della politica e dell'informazione sono oggi puntati su chi sta nei palazzi. Non c'è posto, non si perde tempo per chi viene ucciso per il pane.
Luca parlando della nascita di Gesù dice 'per loro non c'era posto' e Matteo scrive che 'Erode resta turbato e con lui tutta Gerusalemme'.
Eppure, il Bambino che oggi, Natale 2012,  accogliamo e di cui tutti giornali e Tv parleranno, con gli auguri, con le immagini delle liturgie da tutto il mondo, ecc ecc… nasce a Betlemme che vuol dire 'Casa del Pane'.
E, senza parlare, ci dice con chi sta Lui, e con chi dobbiamo stare anche noi.
Allora… Buon Natale!
d. Renato Sacco