sabato 31 ottobre 2020

2020_10_31 Un fine mese da brivido altro che Halloween


Copio e incollo qui un commento ricevuto ad un mio post su Facebook perché è l'autore di questo commento ha riassunto in modo sintetico ed estremamente lucido qual è stata la causa, sicura al 99%, del disastro a cui siamo pervenuti. Una causa che ha un nome solo "popolarità e raccolta voti' da una parte un governo che oramai è vittima dei social è che quando deve muoversi ha paura di farlo per non incappare in critiche colossali in ogni dove, dall'altra parte una opposizione italiana che è stata la più becera possibile in questo anno disastroso per il nostro paese. Le sue proposte, che dice non vengano mai ascoltate, nessuno le ha mai viste, non si è mai visto un signor Salvini presentare un programma politico sanitario di intervento nazionale come non si è mai vista la signora Meloni fare altrettanto.
Il primo è solo in grado sparlare, in questo caso ultimo del disastro francese, di un "ministro fantasma che è pagato e non lavora"  ma attenzione non stava parlando di sé come Ministro degli interni, quando nessuno lo vedeva lavorare, nemmeno nel suo ministero, perché sempre in giro a fare campagna elettorale, ma sta parlando del ministro signora Lamorgese, la quale è colpevole del fatto di non avere identificato uno sbarcato, comunque non segnalato e senza nessun precedente, che improvvisamente in Francia diventa un pluriassassino.
Da ultimo nel commento segnalo di leggere quanto si dice sui trasporti locali, nel merito della nostra zona in particolare Milano dove l'azienda trasporti, che ha speso capitali per sistemare su tutti gli automezzi le indicazioni di distanziamento, a settembre le ha tolte. Non si sa chi abbia avuto questa idea e in base a quale indicazione visto che quella del distanziamento è sempre rimasta valida, il togliere questo segnale e caricare i mezzi in modo inadeguato alla situazione attuale è stata una miccia esplosiva per la città di Milano e l'hinterland si veda l'esplosione di casi anche nel Monza Brianza.
Ecco a seguire i bei commenti che ho qui copiato:

1) i trasporti pubblici sono materia di competenza comunale
2) nonostante non competente, il Ministero della Salute aveva diramato una circolare con varie raccomandazioni per le aziende di trasporto pubblico, tra cui le seguenti, che copo e incolo:
- TPL, trasporto ferroviario, trasporto non di linea, trasporto marittimo e portuale: mascherina obbligatoria per i passeggeri, anche di stoffa, per la protezione del naso e della bocca
 - Obbligo di distanziamento interpersonale di un metro a bordo dei mezzi di trasporti, nelle stazioni, aeroporti e porti e in tutti i luoghi di transito e sosta dei passeggeri
- Sistematica sanificazione e igienizzazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dei mezzi di lavoro utilizzati da viaggiatori e/o lavoratori secondo le modalità definite del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità 
E' stato fatto dai comuni? No. 

3) in ogni caso vale la regola del buon senso: a meno che non sia necessario, assolutamente necessario , non usare i mezzi pubblici, piuttosto muoviti a piedi.

Inoltre, aggiungo che  per non arrivare a questo punto si sarebbero dovute probabilmente prendere provvedimenti molto più stringenti molto prima. Probabilmente se (ad esempio) in Italia, ai primi di ottobre, al rientro delle ferie, si fosse optato per una stretta seria di due/tre settimane, la diffusione si sarebbe molto limitata. Quello però era anche il momento delle manifestazioni dell'opposizione perché la proroga dello stato di emergenza era da "pazzi irresponsabili" (Meloni), una sorta di colpo di stato; l'uso della mascherina era stigmatizzato dai più, basti ricordare Salvini da Floris "non posso abbassare la mascherina per parlare con una signora? A no?", era il momento in cui l'arrivo di una seconda ondata era vista da molti come mero terrorismo, in cui Zangrillo parlava di "virus clinicamente morto", in cui anche solo aver chiuso le discoteche (colposamente a fine stagione) veniva additato come un attacco ai valori fondamentali della democrazia, in cui Briatore e la Santanchè spopolavano con le loro proteste sui social, in cui si faceva esplicito invito a non scaricare Immuni (sempre Meloni).
 Era insomma un momento in cui, con ogni probabilità, misure restrittive, seppur limitate nel tempo, avrebbero scatenato l'ira di dio di proteste, guidate da una opposizione che onestamente ha sguazzato nella situazione dando il peggio di se.
Questo non toglie che chi invece governa avrebbe il dovere di prendere misure giuste, anche se impopolari , perché chi governa lo deve fare pensando a ciò che serve, non alla propria popolarità. Ma sinceramente, chi avrebbe avuto la forza di dire a inizio ottobre " vi siete svagati in estate, bene ora tutti chiusi in casa tre settimane"? Perché alla fine la colpa è soprattutto nostra: mai lungimiranti, pronti a farsi lusingare da politici che dicono tutto e il suo contrario, nessuno che riesca a pensare a qualcosa più lontano del proprio giardino. Ancora pronti ad ascoltare persone che hanno detto cose rivelatesi indiscutibilmente delle boiate. Quindi si, ora siamo alla paura, ai letti (ancora semi) pieni, alla prospettiva di un inverno lungo e massacrante ed è quello che ci tocca per aver seguito i pifferai magici fino ad oggi. 
Cordialmente

giovedì 29 ottobre 2020

2020_10_27 Regione Toscana pubblica una bella pagina sulla trasmissione del COVID 19

 Vedi

https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4247-coronavirus-2019-ncov-cina-cosa-e-trasmissione-incubazione-sintomi-assistenza-clinica-prevenzione.html

 Cosa trovi in questa pagina:
#Cosa sono i coronavirus e cos'è il SARS-CoV-2
#Sintomi
#Persone più a rischio di sviluppare forme gravi di malattia
#Persone più a rischio di contrarre l'infezione
#Incubazione
#Contagiosità e letalità
#Come si trasmette la malattia
#Chi è un contatto stretto
#Paziente clinicamente guarito, guarito e soggetto asintomatico: definizioni del Comitato tecnico-scientifico nazionale

#Quarantena, sorveglianza attiva e isolamento
#Prevenzione e terapie
#Tamponi e test sierologici
#Indagine sierologica nazionale
#Mascherine e guanti, come usarli correttamente
#Consigli e raccomandazioni per le persone in isolamento domiciliare e loro familiari, popolazione generale e diversi gruppi di popolazione, persone con diverse patologie e condizioni cliniche
#Numeri utili
#Viaggi all'estero e ritorno in Italia, spostamenti in Italia
#Dispositivo di monitoraggio dell'epidemia
#Cosa indicano i valori R0 e Rt
#App "Immuni": cos'è e come funziona
#Permanenza coronavirus sulle superfici e nell'aria
#Coronavirus, dimostrato il potere germicida dei raggi UV
#Coronavirus e alimenti
#Coronavirus e animali da compagnia
#Coronavirus e inquinamento

#Link utili
#Analisi sui casi di COVID-19 e report decessi

giovedì 22 ottobre 2020

2020_10_04 Il sogno di Papa Francesco può diventare realtà!

 “Fratelli tutti”: il sogno di Papa Francesco può diventare realtà!

«Riconoscere ogni essere umano come un fratello o una sorella e ricercare un’amicizia sociale che includa tutti non sono mere utopie. Esigono la decisione e la capacità di trovare i percorsi efficaci che ne assicurino la reale possibilità. Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della carità». 

Lo scrive Papa Francesco al punto 180 dell’Enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale “Fratelli tutti”, firmata sabato 3 ottobre e resa pubblica domenica 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi. 

Si tratta di un documento epocale, un’Enciclica che analizza in maniera profonda e dettagliata le cause della crisi che sta attraversando il pianeta e propone di cogliere l’occasione per costruire un mondo nuovo, i cui fondamenti e progetti rispondano al principio dell’amore fraterno. 

Fin dall’inizio del suo pontificato Bergoglio ha rivelato il sogno di costruire una società più giusta, più vera, più bella. Un mondo capace di superare i conflitti e realizzare la pace senza le minacce atomiche, convertendo l’industria delle armi in innovazione tecnologica al servizio dello sviluppo civile. 
Nell’Enciclica “Fratelli tutti” Papa Francesco affronta tutte le tematiche che sono causa di conflitti sociali: 
  • l’immigrazione, 
  • la mancanza di lavoro, 
  • la disponibilità alimentare, 
  • l’utilitarismo economico, 
  • la speculazione finanziaria, 
  • le nuove e vecchie schiavitù, 
  • le ideologie xenofobe e razziste, 
  • la cultura dello scarto, 
  • il predominio dei più forti che opprimono i più deboli, 
  • lo sfruttamento delle risorse naturali, 
  • la cancellazione di specie e culture, 
  • l’imposizione di nuove e vecchie forme di colonialismo, 
  • la riduzione dei servizi sanitari, 
  • la violazione del diritto internazionale e nazionale… 
Per dare una soluzione solida e duratura a questi problemi, il Papa rivolge un pressante invito a modificare radicalmente i fondamenti del sistema economico e sociale. 
Gli obiettivi da perseguire sono chiari: 
  • l’apertura a tutte le culture e religioni; 
  • l’accoglienza verso tutti, soprattutto i più bisognosi; 
  • condividere le ricchezze del pianeta favorendo il lavoro e lo sviluppo integrale; 
  • superare le ingiustizie e i conflitti attraverso la pratica diffusa del dialogo, dell’inclusione e della cultura del dono; 
  • la “rivoluzione della tenerezza”; 
  • la collaborazione tra le religioni; 
  • la realizzazione concreta della fratellanza umana per costruire una civiltà dell’amore… 
Secondo Bergoglio, anche se a molti questa può sembrare «un’utopia ingenua», non abbiamo alternative e «non possiamo rinunciare a questo altissimo obiettivo». 
L’Enciclica è rivolta a tutti: credenti e non, atei e religiosi, ricchi e poveri, santi e peccatori. 
Nelle prime righe il Papa spiega d’essersi ispirato a Francesco d’Assisi, il Santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia, per proporre al mondo «una forma di vita dal sapore di Vangelo». Bergoglio ha rivelato che, per scrivere l’Enciclica “Fratelli tutti”, si è sentito stimolato in modo speciale dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, con il quale si è incontrato ad Abu Dhabi per ricordare che Dio «ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro». 
Il “Documento sulla Fratellanza umana per la pace e la convivenza comune”, sottoscritto ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, è ampiamente citato e riportato nella parte finale dell’Enciclica, quando Papa Francesco invita tutte le religioni – ed in particolari le confessioni cristiane – ad essere artigiani di pace «unendo e non dividendo, estinguendo l’odio e non conservandolo, aprendo le vie di dialogo e non innalzando nuovi muri». 
Per avere un’idea di quanto l’Enciclica “Fratelli tutti” sia inclusiva e universale, basta leggere queste parole di Papa Francesco: «In questo spazio di riflessione sulla fraternità universale, mi sono sentito motivato specialmente da San Francesco d’Assisi, e anche da altri fratelli che non sono cattolici: Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi e molti altri. 
Ma voglio concludere ricordando un’altra persona di profonda fede, la quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti. 
Mi riferisco al Beato Charles de Foucauld. Egli andò orientando il suo ideale di una dedizione totale a Dio verso un’identificazione con gli ultimi, abbandonati nel profondo del deserto africano. In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come un fratello, e chiedeva a un amico: “Pregate Iddio affinché io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo Paese”. Voleva essere, in definitiva, “il fratello universale”. Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti. Che Dio ispiri questo ideale in ognuno di noi». (Antonio Gaspari, direttore www.orbisphera.org )
Tratto dalla newsletter ricevuta 15/10/2020

martedì 20 ottobre 2020

2020_10_20 Un Dejavù che non volevamo vivere. Parla a RAI NEWS 24 l'infettivologo Raffaele Bruno del Policlinico di Pavia

 Martedì 20 ottobre 2020

Traslitterazione della intervista televisiva dell'Infettivologo Raffaele BRUNO del Policlinico San Matteo di Pavia.

D: La situazione è molto diversa rispetto alla primavera?

R: Dipende, dipende perchè adesso gestiamo sicuramente un flusso più ordinato di pazienti - è chiaro io parlo ovviamente per la realtà di Pavia, in Lombardia ci sono posti che hanno ovviamente una pressione maggiore in questo momento, forse simile a quella che noi abbiamo avuto a marzo, aprile; i numeri purtroppo stanno aumentando.

Quello che mi preoccupa non è soltanto il numero assoluto, quanto la percentuale dei positivi sui casi testati che è un trend purtroppo in continuo aumento.

D: I pazienti mediamente stanno meglio rispetto a qualche mese fa?

R: Ci sono state una serie di dichiarazioni il virus è più bravo, il virus è mutato.
Il virus è sempre lo stesso e induce sempre la stessa patologia.
È cambiata, sono cambiate due cose: 1) è che questi pazienti arrivano prima alla nostra osservazione; 2) che abbiamo qualche arma in più; 3) abbiamo maturato una esperienza a gestire questa emergenza. 

D: Come vengono curati i vostri pazienti?

R: Come le linee guida recitano usiamo un antivirale e il cortisone, in alcuni casi si può usare il plasma nell’ambito di studi sperimentali,  e … (a 1’17” non molto comprensibile) 

D: Rispetto alla prima ondata negli operatori sanitari c’è più stanchezza?

R: Chiaramente è un Déjà-vu che non volevamo vivere. Le persone sono più stanche perché sono state duramente provate, da un punto di vista psicologico e non solo fisico. Detto questo chi fa questo lavoro deve essere sempre pronto a reagire.  Sarebbe stato bello non avere di nuovo questo tour de force ma siamo pronti. 

Sottolineiamo i punti essenziali a mio parere che emergono da questa intervista:
  1. Il virus è sempre lo stesso e induce sempre la stessa patologia. 
  2. I numeri purtroppo stanno aumentando.
  3. La percentuale dei positivi sui casi testati è un trend purtroppo in continuo aumento.
  4. Abbiamo qualche arma in più.
  5. Si può usare il plasma nell’ambito di studi sperimentali.
  6. Sarebbe stato bello non avere di nuovo questo tour de force.

2020_09_11 INFLUENZA, COPERTURE VACCINALI STAGIONE 2019-2020

INFLUENZA, COPERTURE VACCINALI STAGIONE 2019-2020

► GRATUITAMENTE ANCHE NELLA FASCIA DI ETÀ 60-64 ANNI
Nella campagna 2020-2021 la vaccinazione può essere offerta gratuitamente anche nella fascia di età 60-64 anni ed è fortemente raccomandata agli operatori sanitari e socio-sanitari, che operano a contatto con i pazienti e gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza, nella prospettiva di una iniziativa legislativa che la renda obbligatoria.

I dati sulla vaccinazione antinfluenzale della stagione 2019/2020 mostrano, nella popolazione generale, un aumento delle coperture che passano da 15,8% della stagione precedente al 16,8% dell’ultima stagione.
Negli anziani, soprattutto, si osserva, a partire dalla stagione 2015/16, un costante aumento della copertura, che si attesta al 54,6%.
Per ridurre significativamente morbosità, complicanze e mortalità per influenza sono necessari ulteriori sforzi per ottemperare alle indicazioni provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale che indicano 
► IL 75% COME OBIETTIVO MINIMO perseguibile 
► IL 95% COME OBIETTIVO OTTIMALE NEGLI ULTRASESSANTACINQUENNI e nei gruppi a rischio.
Va inoltre considerato che in questa particolare situazione epidemiologica di circolazione di SARS-CoV-2, è importante che soprattutto le persone anziane e quelle ad alto rischio di tutte le età, si vaccinino non potendo escludersi una CO-CIRCOLAZIONE di virus influenzali e SARS-CoV-2 nella prossima stagione influenzale 2020-2021. 
La vaccinazione antinfluenzale, infatti, permette di semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra COVID-19 e influenza, di limitare le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e, dunque, di ridurre gli accessi al pronto soccorso. 

MINISTERO DELLA SALUTE RACCOMANDA :
Il Ministero raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale A PARTIRE DALL’INIZIO DI OTTOBRE e di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.
Infine, raccomanda di attivare o rafforzare iniziative di comunicazione con le famiglie e con la popolazione in generale sulla necessità di effettuare le vaccinazioni anche durante questo periodo emergenziale, indicando le modifiche organizzative introdotte, nonché sulla sicurezza delle vaccinazioni e misure preventive adottate per garantire la prevenzione della trasmissione del nuovo coronavirus.
Riassumendo :
MINISTERO DELLA SALUTE RACCOMANDA A PARTIRE DALL’INIZIO DI OTTOBRE
REGIONE ESEGUE FORNENDO LE DOSI - FORSE - DALLA META' DI NOVEMBRE
Data di pubblicazione: 11 settembre 2020 , ultimo aggiornamento 11 settembre 2020

venerdì 16 ottobre 2020

2020_10_15 COVID-19 in Italia analisi aggiornate al 15 ottobre

WHO Coronavirus Disease (COVID-19) Dashboard

Nella tabella si vede come nei soli primi 15 giorni di ottobre abbiamo toccato il valore massimo di casi al giorno, e il valore medio massimo dei periodi osservati; come numero di contagiati della prima quindicina sono ben 59.788 per cui supponendo di trovarne altrettanti prima della fine del mese sarebbe il dato mensile più alto in assoluto. [Dati tratti da ... ]

In quanto ai decessi nei primi 15 gg abbiamo già superato i decessi di tutto il mese di settembre.

Quindi ... mi auguro che vengano limitate al più presto ed in modo rigoroso tutte le libertà personali. 


Ci sono on-line delle analisi che partono dai dati aggiornati e ipotizzano delle proiezioni sull'andamento della epidemia sino al 21 febbraio del prossimo anno 2021 ( la data del 21 febbraio è considerata come data di partenza della pandemia come venne definita dalla OMS (WHO).

COVID-19 Projections

Seguono le tabelle al 15 ottobre 2020 aggiornate tratte da https://covid19.healthdata.org/italy?view=total-deaths&tab=trend 

Proiezione mortalità giornaliera


Proiezione mortalità totale


Allentamento del distanziamento sociale 


Utilizzo delle risorse sanitarie

martedì 13 ottobre 2020

2020_10_12 Pietro Paganini Disprezzo e Democrazia

 IL DISPREZZO - LA DEMOCRAZIA LIBERALE E I SUOI NEMICI 

Nel confronto democratico contemporaneo le idee e i progetti politici che rappresentano la diversità individuale, sono sempre meno apprezzati ed interpretati come avversari, o meglio nemici da sopperire piuttosto che da risorse da cui imparare per avanzare il dibattito, le conoscenze, e migliorare le regole della convivenza. Ne consegue la riduzione dello spazio del confronto, il deterioramento della Democrazia e della rappresentanza, l’annichilimento della diversità e quindi delle Libertà e della prosperità. Esattamente quello che stiamo sperimentando in Italia.

PERCHÉ È IMPORTANTE?   La diversità che gli altri individui rappresentano va tutelata e promossa anche quando non la condividiamo o non ci piace. Arricchisce il confronto aiutandoci a trovare e a risolvere problemi che riguardano la vita  umana sempre nuovi al fine di migliorare le regole della convivenza. 

LA DIVERSITÀ   si promuove attraverso la Democrazia Liberale e quindi la rappresentanza dei cittadini presso le istituzioni a cui abbiamo dato il compito di garantire la convivenza. Si favorisce anche creando ambiti di confronto che non servono solo a comunicare i diversi bisogni o desideri dei cittadini. ma anche a stimolare il senso critico e quindi a migliorare il modo con cui affrontiamo i problemi del vivere insieme. In questi spazi pubblici le diverse idee o approccio al mondo si tollerano e si confrontano. 

ESISTONO ANCORA QUESTI SPAZI?   Invece di aumentare e migliorare nella costruzione della Società Aperta, stanno invece diminuendo. È una contraddizione. Sono aumentati gli strumenti e le occasioni, come i media tradizionali e media sociali, ma il confronto critico è diminuito. C’è più quantità ma la qualità si è ancor più deteriorata. 

MEDIA E SOCIAL MEDIA   per ragioni anche diverse – di cultura i primi, e di strutture tecniche i secondi – sono diventati luoghi di conferma delle proprie opinioni acquisite. Non sono luoghi di confronto. La ricerca della conferma è congenita alla natura umana quando il senso critico e l’accettazione della diversità non sono stimolati. Nel confermare le nostre idee combattiamo le altrui, non più nello spirito del confronto democratico, cioè del metodo sperimentale, ma del loro annullamento. 

PER IL METODO SPERIMENTALE   che è il meccanismo cardine del Liberalismo, le idee diverse sono necessarie per migliorare come si affrontano e risolvono i problemi della convivenza: uno sguardo più ampio sul mondo, più ipotesi, più variabili da considerare. 

Il metodo sperimentale si fonda sull’esercizio del spirito criticoe perciò richiede fatica, proprio perché aumentano le variabili e un impegno costante. Ma è anche frustrante perché non trova mai la soluzione perfetta che  chi disprezza la diversità altrui si illude invece di trovare facilmente. Il metodo sperimentale  elabora soluzioni perfettibili che con il passare del tempo appunto, richiedono ulteriore lavoro. Il tempo infatti, presenta nuove variabili e altre diversità di nuovo tipo. 

LA FRUSTRAZIONE È UN SENTIMENTO COMPRENSIBILE   Vorremmo tutti la soluzione immediata, perfetta, e rassicurante. La ricerchiamo quindi cancellando la diversità che è rappresentata dagli altri, rifugiandoci in quei progetti che promettono certezze. Da qui (il ritorno) l’illusione che uno solo possa scegliere per tutti.

ATTENZIONE   però, perché l’alternativa al ritorno del populismo o dell’uomo solo al comando è altrettanto pericolosa perché anch’essa non si affida al metodo sperimentale ma ad un’idea elitaria e classista della democrazia e della rappresentanza. Con le stesse dinamiche ostili al confronto critico anche i sedicenti Democratici e Liberali si oppongono alla diversità individuale non ritenendola degna, rispetto al collettivo, di compiere scelte sagge e razionali. Di fatto, questa che si eleva ad elite culturale (ritenendosi in possesso dei mezzi culturali oltre che di produzione) si identifica nella Democrazia Liberale e nel Liberalismo di cui scimmiotta i principi, ma poi agisce in contrasto con questi. Nega la diversità, la disprezza, non la ritiene consona con i processi decisionali collettivi che ritiene governino la convivenza. 

Questi sedicenti Democratici e Liberali si issano a difensori della Democrazia Liberale e della rappresentanza democratica, ma poi accusano gli altri di ignoranza democratica e di perché incapaci  di promuovere la democrazia rappresentativa dei collettivi. Alla fine vogliono escludere dalle istituzioni in cui la diversità dovrebbe essere rappresentata, i cittadini che rappresentano la diversità individuale. 

Stiamo sperimentando quel sospetto che abbiamo maturato: l’Italia non è una Democrazia Liberale matura. Sono proprio coloro che dovrebbero avere maggiore strumenti per favorire il confronto democratico che si stanno rivelando i peggiori nemici di una democrazia compiuta tra cittadini responsabili. 

IL MIO E IL NOSTRO LAVORO   è nella promozione del confronto. Le idee e i progetti altrui sono una ricchezza da celebrare. La prevalenza alle elezioni di progetti politici diversi non è una sconfitta ma un passaggio nella lunga marcia verso la Società Aperta, la società in cui uomini liberi e diversi convivono e prosperano. 
Tratto da PNR 186

2020_10_13 Pietro Paganini e la Moneta Digitale

 IL CONTANTE - L’abbandono del danaro contante (carta o moneta) è un passaggio naturale nell’evoluzione degli scambi economici. Già bancomat e carte di credito sono obsolete. La tecnologia è andata oltre, lo dimostrano i comportamenti delle nuove generazioni che si servono di applicazioni che hanno sostanzialmente scardinato l’intermediazione fisica delle istituzioni bancarie. 

Tuttavia, il contante è ancora tra di noi e ci resterà per non poco tempo. Possiamo facilitare il passaggio al digitale ma non dobbiamo forzare l’abbandono del contante. 

PERCHÈ È IMPORTANTE?   Con il digitale si efficientano i processi organizzativi e si migliorano i servizi, ma non si tutelano necessariamente le libertà di tutti. Si può incentivare la migrazione digitale, favorire l’innovazione, ma si devono considerare le esigenze di chi è, per svariate ragioni, restio al digitale

SIAMO UN PAESE CONSERVATORE   e siamo restii al cambiamento. L’anagrafe della popolazione non può essere la scusa. La  causa  sono la sua cultura timorosa delle novità e pigra rispetto alle trasformazioni sociali ed organizzative

INCENTIVARE IL DIGITALE   con bonus e sconti fiscali può essere la migliore soluzione per favorire la transizione e premiare chi promuove il cambiamento. MA…bonus ed incentivi rischiano di complicare ulteriormente il già incomprensibile sistema fiscale.  

LA TRASFORMAZIONE DIGITALE   dei sistemi di pagamento va governataLa rapidità dello sviluppo tecnologico rischia di sfasciare un mercato poco dinamico come il nostro. Le banche tradizionali spariranno a breve, la loro uscita va gestita per creare nuovi posti di lavoro. 

LA GLOBALIZZAZIONE DELLA MONETA DIGITALE   ci garantisce servizi migliori ma rischia di spostare i capitali al di fuori dei confini nazionali, indebolendo Italia ed Europa a vantaggio di Cina e USA

LA MONETA DIGITALE   assicura la tracciabilità ma rischia di invadere la sfera privata dei comportamenti, con implicazioni anche geopolitiche. 

LE RICERCHE   sono discordanti. La digitalizzazione del denaro riduce il nero, ma quello delle piccole somme. I grandi capitali eludono il fisco e continueranno a farlo anche con i vantaggi dei servizi del digitale. Lo stesso per gli affari illegali: si sono già spostati nel dark web. 

La strada da percorrere è certamente questa, ma va fatta senza dimenticare che siamo un paese lento, con una sua culturaIl cambiamento non va fermato, ma governato. Il contante sparirà nel medio periodo. Nel contesto attuale di pandemia e di conseguente crisi socio-economica, limitarne la circolazione è azzardato (non a caso oggi l’UE è contraria). Se il governo si è impegnato a favorire i consumi, scoraggiare il contante può essere controproducente.

Tratto da PNR 181

2020_10_13 Pietro Paganini PNR parla delle Riforme post Referendum

LE RIFORME CHE FAREMO - La schiacciante prevalenza del SI al Referendum Costituzionale del 20 e 21 Settembre a confermato la piena consonanza dei cittadini con il Parlamento. Il SI non è un rifiuto del Parlamento come i media tradizionali hanno provato a sostenere, senza successo. I cittadini hanno votato SI per migliorare il funzionamento della rappresentanza e quindi le dinamiche del Parlamento. 

Il risultato è ancora più significativo, al di là dei numeri, perché  il contrapposto fronte (del NO) ha raccolto il sostegno incessante delle elites burocratiche e finanziarie,  della stampa che di fatto le rappresenta, di buona parte dei giornalisti Tv e di tutti quei gruppi e clan di potere che vogliono conservare il proprio spazio di privilegi sottraendo la Libertà di iniziativa dei cittadini. 
Inoltre, i dati delle zone VIP delle principali città del nord e del centro (le ZTL) mostrano che l’alta borghesia ha smarrito ogni connotazione einaudiana ed è succube di una mentalità conservatrice ostile ad un qualunque mutamento che possa toccare i privilegi accumulati con le relazioni intessute fino al momento.

PERCHÈ È IMPORTANTE?   Ora necessario che il Parlamento si mantenga reattivo nell’affrontare il nuovo quadro istituzionale avviando il varo di riforme necessarie per migliorare ulteriormente il funzionamento delle istituzioni il cui fine ultimo è la rappresentanza degli interessi dei cittadini; e che lo stesso faccia il Governo. Ciò è ancor più urgente ed indispensabile, visto oltretutto che molti dei media proseguono imperterriti a demonizzare la logica del SI (preferendo la pratica elitaria all’accettare il giudizio dei cittadini).

NELL'IMMEDIATO   il primo impegno è del Governo, che dovrà attuare la delega che già ha, per adeguare la legge elettorale al taglio di deputati e senatori, ormai in Costituzione. Come noto, si tratta di una procedura abbastanza automatica e di poche settimane, su cui le Camere saranno consultate e in cui il governo dovrà assicurare che non trovino spazio manine burocratiche fantasiose. Subito dopo si presentano questioni più controverse, a cominciare dall’attesa di una nuova legge elettorale, di ulteriori riforme costituzionali e di nuovi regolamenti parlamentari. 

Spetta ai gruppi politici, nella loro attuale consistenza parlamentare, raggiungere in ciascuno di tali settori gli accordi che consentano una convergenza almeno minima. Peraltro, ci sentiamo di suggerire alcune soluzioni ragionevoli nella linea del procedere a passo a passo. Ci limitiamo a 8. 

1) Il sistema elettorale dovrà garantire che, una volta presentati dai partiti programmi e liste di candidati, i cittadini possano scegliere le indicazioni politico progettuali e i nomi dei candidati per rappresentarle. Questo principio implica l'esclusione delle pluricandidature in più aree territoriali e che, in tutti i casi in cui il sistema non sia quello dei collegi uninominali per ciascuno degli eligendi, le liste non saranno bloccate e ci saranno le preferenze.

2)  Le soglie non sono uno strumento anti rappresentativo e possono sussistere, ma sono del tutto superflue al Senato ove sono ampiamente sostituite dal numero ristretto da eleggere in ogni circoscrizione senatoriale, cosa che porterà ad una soglia comunque più elevata.

3) Siccome il Presidente della Repubblica, in quanto rappresentante dell’unità della Nazione nelle sue articolazioni, dovrebbe essere eletto da un’assemblea significativamente più ampia dei membri delle Camere, il numero dei delegati regionali a tal fine non dovrebbe essere comunque ridotto, semmai aumentato.

4)  La procedura di sfiducia del Governo dovrebbe essere trasformata in una procedura improntata al meccanismo di sfiducia costruttiva, in modo da dare al voto delle Camere una valenza costruttiva.  

5) Sarebbe assai utile introdurre in Costituzione regole per implementare forme: a) di partecipazione del cittadino al fare leggi nel rispetto della centralità del Parlamento; b) per il suo coinvolgimento nelle decisioni da assumere in settori definiti dalle norme; c) di revoca di un eletto da parte del suo collegio.

6) Al fine di rimediare i tanti guasti provocati dal bicameralismo paritario nei tempi della legislazione e nelle decisioni, rivedere le funzioni attribuite al Senato.

7) Nel quadro del collegare sempre più le istituzioni alla realtà vivente, dare il diritto di voto ai cittadini che hanno compiuto 16 anni.

8) Per porre un freno al cambio di casacca nel corso di una legislatura, i Regolamenti delle due Camere dovrebbero sancire che nei rispettivi Gruppi Misti non sono possibili sotto componenti se non all’atto della prima iscrizione successiva all’elezione del Parlamentare.

Ancora un ultimo punto visto che seppure secondario è stato introdotto nel dibattito corrente.

9) Avviare una discussione seria e quindi argomentata sperimentalmente sui fatti circa gli stipendi e le risorse a disposizione dei parlamentari, che potrebbe essere allargata più in generale ai costi della politica. 

Tratto dalla newsletter ricevuta Non ti fermare  PNR189

venerdì 9 ottobre 2020

2020_10_08 Analisi dei dati regione Lombardia

 Se c'è qualcuno appassionato di dati, numeri ed elaborazioni forse mi capisce quando dico che i numeri (in particolare se analizzati ed incrociati) possono confermare o SMENTIRE un sacco di falsità.

"Oggi si trovano più positivi perchè si fanno più tamponi"

FALSO il maggior numero di positivi in % si è trovato quando si è fatta la metà dei tamponi di ieri.

"Oggi la maggioranza dei positivi lo sono debolmente"

FALSO la maggioranza dei debolmente positivi (in Lombardia) si è toccata il 26 giugno con il 47.37% mentre invece nei primi 8 giorni di ottobre siamo al 12.69% di valore medio quindi sono molto meno i debolmente positivi OGGI che non a GIUGNO.