domenica 5 settembre 2010

Le hostess di Gheddafi e la mia mamma - Cosa convince cinquecento ragazze a prestarsi a una delle tante farse del potere?

Mi ha sollecitato l'articolo di Monica Lanfranco di ieri l'altro: "Noi come Irshad, quando abbiamo smesso di pensare?". Sono d'accordo con ogni cosa che dice, perciò voglio aggiungere alla sua indignazione anche la mia, guardando al tristo evento da un altro punto di vista.
Lidia Menapace 2 settembre 2010_10_02
Perché 500 ragazze sono disposte a vendersi?
Sono alla fame, hanno figli piccoli, genitori indigenti, sono ricattate, in pericolo di vita, o altro che giustifichi la loro azione?
Nel mio immaginario sono tutte o quasi diplomate, forse persino laureate, con famiglia e amici soccorrevoli, un tetto sulla testa, tre pasti al giorno e un po' di superfluo. Che cosa dunque le convince a prestarsi ad una delle tante farse del potere che non potrebbero stare in piedi senza le donne come comprimarie?

Leggendo ieri mi è tornato alla memoria un episodio raccontato da una ragazza che ha vissuto la seconda guerra mondiale.

Lavoratori pendolari e l'inverno che la guerra faceva più duro: arrivavano in bicicletta dai paesi vicini fino alla stazione di Romano Lombardo e salivano sui carri bestiame per andare a lavorare a Milano.
Le ragazze erano poche, la sua amica viaggiava in prima classe con i tedeschi e la invitava a salire con lei, stupita del suo rifiuto.
Aveva fatto la quarta elementare, faceva l'operaia e d'inverno le venivano i geloni, ma non accettò mai di viaggiare con la sua amica. Ricordo lo sguardo stupito e sospettoso quando le chiesi «perché?». Per lei era ovvio, non sapeva spiegarlo a parole, non era "istruita", rispondeva con espressioni ed esclamazioni. «Eri antifascista?» ho insistito, suggerendole una nobile motivazione politica, ma non ha afferrato l'occasione per mettersi una medaglietta: non era fascista e non le piacevano i tedeschi ma detestava soprattutto la guerra, il motivo per cui non viaggiava in prima classe era diverso, più profondo, più personale. «Preferivo essere di quelli del carro bestiame, uguale agli altri, mi sarei vergognata di approfittare».
Nella sua lingua si poteva parlare di sé solo in negativo.
Il femminismo mi ha insegnato le parole per raccontare la sua storia che si può intitolare dignità.
Quella ragazza era mia madre.
La vita in questo paese non ha riconosciuto la sua dignità, i suoi geloni e nemmeno il suo lavoro.
Andò in pensione con poco più della minima riconosciuta alle casalinghe, perché i datori di lavoro ti riconoscono le ore produttive e non quelle che tu strappi alla tua vita per arrivare a produrre; portò per molti anni gli abiti smessi della sua amica che godendo di buone conoscenze fece un buon matrimonio, non ebbe né pellicce né gioielli e nemmeno una casa in proprietà.
E' morta quando il berlusconismo era già il cancro che conosciamo e la parola successo cominciava a diventare il sinonimo di libertà.
Per lei la libertà era non doversi vendere a nessuno.
Ho imparato da lei a cercare di capire prima di giudicare: in questa vicenda il modo di agire degli uomini mi è chiarissimo e altrettanto lo è il mio giudizio, che sostiene la duratura indignazione condivisa con tanti cittadini e cittadine.
Alle ragazze invece chiedo: perché? Quali bisogni, desideri, necessità del corpo e dell'anima, spingono a vendersi su questo mercato?
Liberazione 02/09/2010

Incontro nazionale delle Comunità Cristiane di Base

XXXII Incontro nazionale delle Comunità Cristiane di Base
BORGARO TORINESE
30/31 ottobre - 1 novembre 2010
IN UN TEMPO DI SOPRAFFAZIONE E DI PRECARIETA’…
“DATE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE È IN VOI”
In una società dominata dal pessimismo, le Comunità cristiane di base italiane con il loro XXXII Incontro nazionale non esprimono solo il bisogno di speranza, ma mettono a disposizione uno spazio di socializzazione e di emersione di reali percorsi di speranza che resistono o si aprono sempre nuovi.
“Date ragione della speranza che è in voi in un tempo di sopraffazione e precarietà ” recita infatti il tema proposto, riferendosi esplicitamente a una significativa frase della Prima lettera di Pietro.
La notizia che le Comunità cristiane di base italiane promuovono un Convegno nazionale sulla speranza non è di quelle che fanno il giro del mondo, per due motivi:

- il tema, infatti, non è di quelli che vanno di moda: i media offrono a piene mani notizie di scandali, crisi, disastri, violenze. Il risvolto positivo della realtà non paga;

- le Comunità di base, pur avendo densità storica, sociale e culturale (forse di notevole valore) non hanno peso politico, economico, istituzionale. Sono un po’ come i pollini che per poter essere trasportati dal vento racchiudono in forme piccole e leggerissime la loro ricchezza vitale.

Il vento dello Spirito ha, forse, anche bisogno di strutture così leggere e mette nel conto la loro poca visibilità mediatica.

Le Cdb in breve...
Le Comunità cristiane di base sono nate spontaneamente, anche in Italia, negli anni Sessanta e Settanta sulla spinta del Concilio Vaticano II per cercare di dare una nuova consapevolezza - né integrista, né disincarnata - alla vita di fede nel Dio di Gesù. Facendo riferimento alla Bibbia e, insieme, alle lotte di tutti/e gli oppressi/e, le CdB non intendono creare un'altra Chiesa, ma piuttosto contribuire a rendere "altra" - più evangelica e "credibile" - la loro Chiesa storica di appartenenza, quella cattolica.
In questi quarant’anni le CdB italiane hanno seguito percorsi diversi nel tentativo di vivere la fede costruendo modi nuovi di essere chiesa. Il percorso delle CdB come “soggetto collettivo” è stato fin qui caratterizzato dal loro riconoscersi in un collegamento di comunità e di gruppi autonomi in ricerca per vie diverse, di modi d’essere chiesa altra.
Donne e uomini alla scuola di Gesù, senza padri né maestri, in una dinamica di riappropriazione/reinterpretazione del messaggio cristiano nel nostro tempo, in sintonia con quanti/e, singoli e movimenti, tentano di sperimentare percorsi nuovi di fedeltà al Vangelo, anche in una prospettiva ecumenica. (per più informazioni: www.cdbitalia.it)

PROGRAMMA
SABATO 30 OTTOBRE 2010
Dalle ore 13.00: accoglienza e sistemazioni (a cura delle CdB organizzatrici)
Ore 16.00: saluto e introduzione a cura della Segreteria; saluto delle autorità locali eventualmente invitate e dei rappresentanti delle CdB europee.
Ore 16.30 Le comunità cristiane di base si confrontano su
“Religioni e chiese nella crisi della società italiana a 150 anni dall’Unità”

Con:
Rosy Bindi (vicepresidente della Camera dei Deputati)
Gianni Vattimo (filosofo, europarlamentare)
Sergio Tanzarella (docente di Storia della Chiesa - Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale)
Luciano Guerzoni (presidente esecutivo della Fondazione "Ermanno Gorrieri")
Paolo Ribet (pastore della Chiesa Valdese di Torino)
Coordina Gilberto Squizzato, giornalista Rai, della CdB di Busto Arsizio

Ore 19.30 indicazioni e formazione dei gruppi per i laboratori per il giorno successivo
Ore 20.00 cena
Ore 21.30 incontro del Collegamento nazionale delle CdB


DOMENICA 31 OTTOBRE 2010
Ore 9.00 laboratori Cristiane/i di base riflettono su:
1) La violenza sull’ambiente in una società capitalista che promuove guerre, migrazioni di massa e pregiudica il futuro (coordinano M.Meomartino di Pescara e B. Musacchia di Napoli)
2) La società multiculturale condizionata dal potere dei media e dall’ingerenza delle gerarchie cattoliche (coordinano la redazione di Tempi di Fraternità e il gruppo della Scuola di Pace di Napoli)
3) Violenza, dignità calpestata, diritti negati delle donne, delle persone GLBT, dei/delle bambini/e, dei malati in una società maschilista e patriarcale (coordina la CdB Isolotto di Firenze)
4) La crisi della democrazia e della partecipazione e la perdita del senso della solidarietà (coordina la CdB S. Paolo di Roma).

Ore 13.00 pranzo
Ore 14,30 ripresa laboratori
Ore 18,30 eucarestia (a cura delle CdB di Torino, Piossasco, Chieri)
Ore 20.00 cena
Ore 21.30 momento di festa

LUNEDI' 1 NOVEMBRE 2010
Ore 9.00 comunicazioni sulle attività dei laboratori
Ore 9.30 Le comunità cristiane di base dialogano su
“Giovani in un tempo di crisi dei valori e di dissesto sociale ed economico”

Con:
Rosario La Rossa (scrittore, fondatore dell’Ass. Voci di Scampia e della "Fabbrica dei Pizzini della Legalità”)
Stefano D’Amore (pastore, coordinatore gruppi giovani della Chiesa Valdese di Torino, consigliere FGEI)
Simona Borello ( Chicco di senape, gruppo di credenti della diocesi di Torino)
Sergio Durando (ASAI - Associazione animazione interculturale di Torino)
Un/a rappresentante del CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani)
Coordinano i/le giovani della CdB San Paolo di Roma

Ore 12.00 pranzo
Ore 13.30 saluti e partenze
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
entro il 15 ottobre 2010
http://incontrocdb2010.viottoli.it
e-mail: incontrocdb2010@gmail.com
tel. 370 1115649
0121 500820 - 0121 393053 (ore serali)