lunedì 27 dicembre 2010

Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi : Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.

Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale.
 
Ad uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza. L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato. Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
 
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno. La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza.
 
Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l'altro uomo non potesse vedere la banda, poteva sentirla.
Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.
 
Passarono i giorni e le settimane.
 
Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
 
Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.
 
L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicino al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco.
 
L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose cosi meravigliose al di fuori da quella finestra.
 
L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere "Forse, voleva farle coraggio.." disse.
 
Epilogo: vi è una garnde felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.
 
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare. L'oggi è un dono, e per questo motivo che si chiama presente. L'origine di questa lettera è sconosciuta, ma porta fortuna. Non tenere questa lettera, spediscila agli amici ai quali vuoi augurare buona fortuna, compreso chi te l'ha spedita.
 

sabato 18 dicembre 2010

Tirannide

«Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può
farle,
distruggerle,
infrangerle,
interpretarle,
impedirle,
sospenderle;
od anche
soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità.
 
E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo,
  • chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno;
  • ogni società, che lo ammette, è tirannide;
  • ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo
Vittorio Alfieri, Della Tirannide, Libro 1, Cap 2

mercoledì 15 dicembre 2010

2010_12_14 Il governo alla Camera ce la fa con 314 voti a favore contro 311

ROMA - Momenti di tensione a Montecitorio, soprattutto tra il gruppo della Lega Nord e quello di Futuro e Libertà. Alla fine della conta il presidente della Camera Gianfranco Fini legge i risultati della votazione nominale. Dopo il Senato anche Montecitorio ha respinto la mozione di sfiducia contro l'esecutivo. A Palazzo Madama erano stati 162 ad appoggiare il premier e 135 a dire no
FINI VIENE SCORTATO DAI COMMESSI, IL PDL:VATTENE


Ancora record del debito pubblico, è a quota 1.867.398 miliardi di euro
ROMA - I numeri sono stati riportati dal Bollettino sulla Finanza Pubblica di Bankitalia e valgono per il mese di ottobre in raffronto ai 1.844 miliardi che erano stati registrati in quello di settembre. I consumatori: 88.923 euro a carico di ognuna delle 21 milioni di famiglie
MILANO - I giovani, alcuni dei quali si sono presentati a volto coperto, hanno esposto uno striscione con scritto: "Accozzaglia di affaristi, razzisti, ladri, mafiosi. Finanziate il nostro futuro. Dovete darci il denaro"

2010_12_14 Governeremo, 314 contro 311 la vittoria corona i forti

IL GOVERNO HA LA FIDUCIA, E IL PAESE?
di Luca Ribustini - 15/12/2010
http://www.4arts.it/?dirDet=1&catD=edit&idCont=12268
 
Ieri il governo, seppure per pochi voti, ha ottenuto la fiducia. Nessuno ne esce sconfitto, nessuno vittorioso in modo determinante. I pochi voti di scarto disegnano un quadro che di per sè è inquietante quanto lo è una nave alla deriva dove gli ufficiali litigano su chi debba governare mentre i passeggeri attendono - consapevoli del pericolo - di essere governati. Un fondo di irresponsabilità si è manifestato: la confusione tra potere e governo traccia il limite tra naufragio e salvezza. Per il potere, che non diviene necessariamente governo, buono o pessimo che sia, si è disposti a tutto: essere fulminati sulla via di Damasco, essere sedotti da promesse e rassicurazioni, essere pagati. Ma questa è una storia tutta da verificare. Il governo con la fiducia che ha ottentuo non governerà come non ha mai governato fino ad ora. Nulla cambierà, se non in peggio, per gli studenti, i ricercatori gli artisti e i disoccupati. Ma questi mesi saranno utilissimi per prendere tempo, aggiustare le cose, sistemare il sistemabile. D'altronde in Italia paga solo chi non paga una multa. Mesi preziosi che serviranno per abbandonare la nave e lasciare al proprio destino sempre i soliti poveracci. Da tempo ormai le piazze si riempiono di studenti, ricercatori, professori, artisti contro il ddl Gelmini e i tagli alla cultura. Due temi che riguardano non solo il futuro materiale delle nuove generazioni, ma anche quello esistenziale. Giovani disadattati ai quali la generazione precedente ha bruciato il futuro. Sono già uomini e donne di mezza età e non sanno ancora cosa faranno tra cinque anni. La protesta di ieri - che forse è solo all'inizio - estremizzata da gruppi violenti, racconta tuttavia di un'esasperazione ormai giunta al limite; arrivare a 35/40 anni e non poter condurre una vita normale distrugge nel profondo. Lunedì 13 il consiglio dei ministri si è riunito ma non ha provveduto nè al reintegro del FUS nè al  rinnovo di tax credit e tax shelter. Il prossimo consiglio dei ministri si riunirà dopo il voto di fiducia di ieri. Al momento tutto è rinviato. Se si è onesti e si hanno occhi per vedere al di là del proprio ego smisurato, si dovrà prendere atto che il paese - quello reale - ha perso ogni fiducia.
 
Commento
Un bell'articolo che descrive pari pari la situazione, non dice che piove se c'è fuori il sole o viceversa.
Il governo attuale è un governo del FARE, come si autodefinisce ma cosa abbia fatto ci piacerebbe saperlo, fumo negli occhi ne ha sparso tanto come in un caso che nessuno cita. Il governo Prodi aveva ripristinato il controlo degli Allegati Clienti/fornitori, un provvedimento che ha dato lavoro a tanti programmatori come me per installare i programmi. Con l'invio telematico si sarebbero ...potuti incrociare i dati ed effettuare una lotta alle evasione più incisiva. Perchè la PRIMA AZIONE del Governo attuale è stata abolire di nuovo questo strumento??? Tanto tutti se ne erano dotati, l'invio era automatico, i costi quasi zero. Però poteva dare del filo da torcere alla casta che sostiene questo governo, ecco allora che si è fatto qualcosa, si è eliminato un controllo anti evasione, bella vero??

domenica 5 dicembre 2010

Info su varie notizie e una iniziativa della Associazione Famiglie Arcobaleno

Cari amici, care amiche, vi invio in anteprima due interviste che saranno pubblicate su Pride di gennaio 2011.

1) Intervista a Kato David Kisule, attivista gay ugandese costretto a vivere in clandestinità dopo che un giornale ha pubblicato in copertina la sua foto e il suo indirizzo per esporlo al pubblico ludibrio. Lui però non si arrende: “Resto in Uganda per combattere l’omofobia”. http://www.p40.it/david-kisule

2) Incontro con Nikolay Alekseev, famoso ormai in tutto il mondo per il suo tenace impegno a favore dei diritti glbt in Russia. Di recente la Corte europea dei diritti umani gli ha dato ragione, condannando le autorità russe a risarcirlo con trentamila euro. http://www.p40.it/nikolay-alekseev

Il numero di dicembre della rubrica "Diritti & Persone" che curo per il mensile di Legambiente è consultabile al link che segue http://www.p40.it/silvio-berlusconi-non-si-scusa
Per il numero di gennaio 2011 ho scritto di genitorialità gay e lesbica con un'iniziativa romana promossa dall'associazione Famiglie Arcobaleno davvero speciale! ;-)

Buona lettura e... buon anno!
Pasquale Quaranta

http://www.p40.it

giovedì 2 dicembre 2010

Ma come ha fatto un uomo solo a piantare un tale casino ... ce la potremmo fare anche noi????

Ora è caccia internazionale per il fondatore di Wikileaks
Il 39enne attivista australiano è ricercato in Svezia per un caso di stupro
LONDRA (1 dicembre 2010) - C'è un mandato di arresto internazionale per Julian Assange, lo ha emesso l'Interpol. Il fondatore di Wikileaks e attivista australiano è ricercato in Svezia per un inchiesta di stupro. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto: "Spero che venga catturato al più presto e che sia interrogato". Il 39enne australiano ha sempre respinto tutte le accuse dicendo che sono il frutto di una campagna di fango degli Stati Uniti contro Wikileaks. Nel frattempo i suoi avvocati in Svezia hanno presentato un ricorso presso la Corte Suprema di Stoccolma che dovrebbe pronunciarsi sul caso molto presto.  La "richiesta di arresto ai fini dell'estradizione" era stata inoltrata da Stoccolma all'Interpol il 20 novembre. Gli 'avvisi rossi' vanno ai 188 Paesi che aderiscono all'Interpol, tra cui la Gran Bretagna, dove si ritiene che si trovi Assange.
 
http://wikileaks.org/  Cosi si definisce nella Home page l'autore di questo nuovo sito "per la rivelazione di ingiustizie represse e censurate."
 
"Potrebbe diventare un importante strumento giornalistico come il Freedom of Information Act". - Time Magazine
Wikileaks è una organizzazione non-profit media dedicato a portare importanti novità e informazioni al pubblico. Noi forniamo un modo innovativo, sicuro e anonimo per le fonti indipendenti di tutto il mondo informazioni per i nostri giornalisti. Pubblichiamo materiale di significato etico, politico e storico, mantenendo l'identità anonima dei nostri informatore, fornendo così un modo universale per la rivelazione di ingiustizie represse e censurate.
WikiLeaks si basa su i suoi sostenitori al fine di rimanere forte.
Considerateci in prima linea anti-censura e sosteneteci.
Si può leggere di più su Wikileaks, la missione e obiettivi.

lunedì 29 novembre 2010

2010_09_21 Non si torna indietro chi ci arriva se li tiene

Quando siamo giovani magari non ci pensiamo alla "pensione" ma mano a mano che gli anni passano, un pensierino ce lo facciamo. Poi ogni giorno veniamo "colpiti" dalla Stato Italiano che impone balzelli ma non corrisponde il dovuto secondo gli impegni presi.
Chi è entrato nel mondo del lavoro negli anni '70, aveva davanti la prospettiva di un impiego stabile sul quale poter costruire dei sogni e delle aspettative: farsi una casa, una famiglia, crescere dei figli, farli studiare, avviarli al mondo del lavoro e dopo 35anni di attività ritirarsi dal lavoro per avviarsi alla fine della vita percependo dallo stato un vitalizio (detto comunemente PENSIONE) che gli arriverà sino alla propria morte e che risulta proporzinato ai contributi versati.
Nel corso degli anni nasce un nuovo tipo di lavoro il Co.Co.Co. che aiuta molti giovani o meno giovani a trovare o mantenere un lavoro, che però diventa precario, perchè il contratto si rinnova di anno in anno, ma senza che ci sia la sicurezza di questo rinnovo, e la paga diventa non da fame, ma INFAMANTE, in quanto è falso che lo stipendio sia più alto dei lavoratori a tempo indeterminato, anzi il più delle volte è molto più basso.
Ecco che lo STATO decide che i contributi vadano a finire in un GESTIONE SEPARATA e non più all'INPS.
Chi sa perchè è stato deciso questo?? Forse c'era un po di persone (amiche di amici) che dovevano essere sistemate.
Beh, fatto ciò si scopre molto tempo dopo che se non si raggiungono almeno SEI ANNI i contributi alla Gestione Separata non contano nulla!!!
Ma sono pazzi!! Se tu mi costringi a versare UN SOLO GIORNO di contributi ad una CASSA CHE DICI TU, poi me li conti altrimenti ti denuncio!!
 
E già! Ma come faccio a denunciare lo STATO??
 
Se fosse una ASSICURAZIONE con la quale stipulo un contratto di 15 anni questa al termine DEVE rendermi il capitale o il vitalizio altrimenti si che la denunciamo.
 
Ma lo STATO ( che non siamo noi ma sono LORO ) decide di rompere i contratti, di modificare le clausole in corso d'opera e ci si trova che da 35 arrivano a 40 anni quelli necessari per ritirarsi, ma siccome è aumentata l'aspettativa di vita ( si muore di cancro entro i 60anni più di prima!!), non bastano manco i 40 anni ma ci vuole anche una età anagrafica più alta.
 
Non solo, se anni or sono si percepiva la pensione dal giorno dopo la maturazione del diritto adesso ci sono le finestre.
 
Scusatemi, ma allora visto che devo pagare il 730, perchè non verso il dovuto con una opportuna finestra 12mesi dopo ma me li fanno versare subito e addirittura mi fanno pagare un ANTICIPO sui redditi che nessuno mi asicura che avrò il prossimo anno.
 
Premesso tutto questo arriviamo a questo video:
 
 
Votazione del 21 settembre 2010
Proposta Antonio Borghesi
Italia dei Valori
Abolizione vitalizio a deputati
Presenti 525 - Votanti 520 - Astenuti 5
498 votano NO alla Abolizione
22   votano SI alla Abolizione
 

martedì 9 novembre 2010

2010_11_11 Scuola di guida per la vita di coppia

Centro Giovani Coppie San Fedele
Sala Matteo Ricci - Piazza San Fedele 4-Milano
DANZANDO IN COPPIA
Incontri aperti al pubblico con Ingresso Libero
  
Nei momenti in cui il regno dell'umano mi
sembra condannato alla pesantezza, penso
che dovrei volare come Perseo in un altro spazio.
Non sto parlando di fughe nel sogno o nell'irrazionale.
Voglio dire che deve cambiare il mio approccio,
devo guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra
logica, altri metodi di conoscenza e di verifica.
Le immagini di leggerezza che io cerco non
devono lasciarsi dissolvere come sogni della
realtà del presente e del futuro…
da "lezioni americane "
Italo Calvino
 
Programma Incontri 2010-11 ( Sala Matteo Ricci )
 
Giovedì 11 Novembre 2010_11_11 ore 21  (Ingresso libero)
A passo di coppia
Fra inciampi, cadute, volteggi
Dr. Dante Ghezzi
Psicoterapeuta 
Giovedì 2 Dicembre 2010_12_02 ore 21
Fermiamoci, riprendiamo il passo
Perdonarsi e perdonare
Lidia Maggi
Pastora battista

Giovedì 13 Gennaio 2011_01_13  ore 21
Su per la discesa
Cambiamenti e influssi economici nella coppia
Dott.ssa Marina Salamon
Imprenditrice
 
Giovedì 10 Febbraio 2011_02_10  ore 21
Proviamo a riderci sopra
Il gioco dell'ironia nella coppia.
Dott. Giulio Fontò
Filosofo e psicoterapeuta
 
 
Giovedì 3 Marzo 2011_03_03  ore 21
coppi@: comunicazione e nuove tecnologie
Dott.ssa Chiara Giaccardi
Docente di sociologia e antropologia dei media
Università Cattolica - Milano
 
Giovedì 14 Aprile 2011_04_14  ore 21
Nonni, nidi, tate.
Accordi e dissonanze
Prof. Giorgio Prada
Pedagogista e formatore
Università Bicocca- Milano
 
Giovedì 12 Maggio 2011_05_12  ore 21
Chi guida la danza?
Padri alla ricerca di nuovi  equilibri 
Dott.ssa Paola Bassani  &n
Psicologa –Psicoterapeuta
 
 
Il Centro Giovani Coppie San Fedele offre alle coppie, occasioni di confronto e approfondimento:  Sportello di ascolto -  Percorsi per la coppia - Gruppi familiari-
Insieme–Spazio/incontro per mamma e bambino
Per informazioni contattare la segreteria del
Centro Giovani Coppie
Ogni mercoledì
Dalle ore 09.30 alle ore 12.30
Telef:0286352.1
Fax 0286352215
Piazza San Fedele 4-Milano
www.centrogiovanicoppiesanfedele.it
mail@centrogiovanicoppiesanfedele.it  

domenica 7 novembre 2010

Il premier rassegni le dimissioni, Altrimenti noi usciremo dal governo

Fini: «Non siamo contro Berlusconi, ma siamo oltre il Pdl e Berlusconi. Patto di legislatura solo con nuova agenda»

MILANO - Oltre il Pdl e oltre Berlusconi. Con il Popolo delle Libertà che è ormai una pagina chiusa. Questo il messaggio lanciato dal leader di Futuro e Libertà Gianfranco Fini nell'atteso discorso di Bastia Umbra. Fini ha poi chiarito: è possibile un nuovo patto di legislatura ma solo con una nuova agenda politica. Ma prima il premier deve dimettersi e aprire la crisi. Se non si dimetterà Fli è pronta ad uscire dal governo.

IL PRELUDIO - Con una lettura da parte di Luca Barbareschi attore e parlamentare di Fli del suo manifesto dei valori, si era aperto il discorso che concludeva la convention del nuovo movimento di centrodestra. Che poco prima aveva accolto la promessa dei due ministri di Fli Ronchi e Urso che annunciavano di rimettere il loro mandato nelle mani di Fini. «Insieme agli amici Antonio Bonfiglio e Roberto Menia con cui abbiamo condiviso impegno nel governo che voi ci avete concesso e nelle vostre mani e in quelle di Gianfranco Fini, rimettiamo il nostro incarico di governo. A noi non interessano le poltrone ma la missione per il cambiamento dell'Italia» aveva detto il viceministro Adolfo Urso, annunciando di rimettere l'incarico insieme ai tre sottosegretari nelle mani del suo leader.

L'IDENTITA' DEL NUOVO PARTITO - «Gli uomini passano e le idee restano» ha detto esordendo nel suo discorso Fini. «Altro che rancore personale. La nostra sfida nasce da una coraggiosa assunzione di responsabilità». Di frase in frase Fini non cita il premier Silvio Berlusconi ma di fatto cita punto per punto le critiche piovute su Fli dal leader Pdl, e le smonta rivendicando l'azione di chi «non vi chiederà mai di cantare per fortuna che Fini c'è». «In Italia c'era la nostalgia di una politica diversa, pulita, fatta nel nome di valori e di ideali. Grazie a chi ha consentito questo piccolo, grande miracolo» ha aggiunto il presidente della Camera, che ha citato dei versi di Antoine de Saint Exupery, l'autore del «Piccolo Principe». «C’era chi con una certa presunzione ci aveva frettolosamente liquidato come quattro gatti, come se la nostra avventura non avesse senso politico. Da Mirabello a oggi ci ritroviamo in questa splendida cornice con una manifestazione che ha pochi precedenti e siamo non solo politicamente determinanti per le sorti del governo, ma determinanti per la sorte della nostra Patria» ha spiegato ancora il presidente della Camera.
«Fli non sarà certo An in piccolo, ma non sarà nemmeno una sorta di zattera della medusa pronta a accogliere naufraghi di ogni stagione. Porte aperte a tutti esclusi affaristi e carrieristi» ha proseguito Fini.
«Che dolore leggere quella notizia che ha fatto il giro del mondo» sul crollo della domus dei gladiatori a Pompei. Sono cose, sottolinea il presidente della Camera, che danno un'immagine del paese «che certamente non è quella che gli italiani meritano» ha aggiunto il leader di Fli.

ATTACCO AL PDL - Poi il leader di Fli ha tirato una stoccata a Pdl e Lega cominciando dai temi di immigrazione e famiglia. «Non c'è in nessuna parte dell'Europa, e lo dico a ragion veduta - dice Fini dal palco della convention di Fli - un movimento politico come il Pdl che sui diritti civili è così arretrato culturalmente a rimorchio, anche qui, della peggior cultura leghista» ha sottolineato Fini. «Nel nostro manifesto dei valori - ha spiegato Fini - c'è il rispetto per la persona umana con la tutela dei diritti civili di ogni persona umana: senza alcuna distinzione e senza alcuna discriminazione. Rispettare la persona non vuol dire distinguere tra bianchi e neri, tra cristiani, musulmani ed ebrei, tra eterosessuali ed omosessuali, tra cittadini italiani e stranieri. La persona è al centro di qualsiasi cultura politica che voglia creare i presupposti per l'armonia. E la legalità è la condizione essenziale per la liberta».

PDL PAGINA CHIUSA - «Noi non siamo contro Berlusconi, ma siamo oltre il Pdl e oltre Berlusconi, il nostro progetto va oltre. Il Pdl e Berlusconi sono una pagina chiusa. Quella pagina si è chiusa o si sta chiudendo perchè non è stata capace di incarnare desideri e progetti. La grande rivoluzione liberale non si è mai realizzata se non in minima parte» ha detto ancora Fini.
«L'Italia non è il Paese dei balocchi che dipinge Berlusconi» ha chiosato Fini. «Questo governo - ha aggiunto il leder di Fli - non ha il polso del Paese. Non sa quali sono le ansie e i timori degli italiani. Il governo sta galleggiando: tampona le emergenze, ma non ha la rotta. Non ha un progetto per costruire l'Italia di domani. È un governo che vive alla giornata. Il governo non ha preso coscienza che ci sono 4-5 questioni da affrontare, priorità nell’agenda degli italiani, altro che il ddl intercettazioni. Si devono mettere in campo politiche di ripresa. Non si può liquidare tutto parlando di assurde congiure o che c'è il governo del fare. Mi sembra che a volte questo governo del fare sia il governo del fare finta che tutto vada bene senza tenere conto dei problemi della società». «C'è - spiega - la necessità di un'altra politica, di superare la fase o si sta di qua o di là. Non è possibile che ogni volta che si parli di cercare momenti condivisi il tutto viene bollato come sinonimo del peggiore inciucio o di truffa agli elettori. Il bipolarismo - ha aggiunto il presidente della Camera - è un valore, ma finita la campagna elettorale l'altra coalizione non può rimanere il nemico da combattere con un eccesso propaganda e deficit politica».

QUESTIONE ECONOMICA - «A Tremonti contestiamo la politica dei tagli lineari», ha poi detto Fini che ritiene quella scelta «la migliore modalità per non scegliere dove tagliare e dove invece investire». Fini ha riconosciuto comunque «merito» al ministro dell'Economia «per la politica di contenimento della spesa». Tuttavia per Fini «Il ceto medio si sta impoverendo e fa fatica ada arrivare a fine mese. C'è un conflitto generazionale che sta avanzando. Tanti ragazzi hanno capito che quando la loro famiglia non sarà più in condizione per loro ci sarà un grave problema. Questo conflitto è allarmante» ha detto ancora Fini.

QUESTIONE MORALE - C'è una sorta di decadimento morale. Sono temi scivolosi, credo che il moralismo sia una delle peggiori attitudini di tanti sepolcri imbiancati, pronti a far la predica e mai a guardare dentro di sè...» ha aggiunto Fini facendo riferimento, senza citarlo, al caso Ruby. «Credo che questo decadimento sia la conseguenza della perdita di decoro e rigore di quelli che sono i comportamenti di chi è chiamato a essere di esempio, perchè se si è personaggi pubblici si è obbligati a essere d'esempio».

NUOVO PATTO DI LEGISLATURA - « «Il patto di legislatura è possibile solo se c'è una nuova agenda politica e un patto di governo da qui al 2013» ha precisato poi Fini. «Il patto, non si offfenda Berlusconi, non può essere un compitino in cinque punti che gli scolaretti in Parlamento devono approvare a pena di lesa maestà» ha sottolineato il leader di Fli. «Nell'agenda servono anche 2 -3 riforme per l'ammodernamento del nostro sistema istituzionale» ha poi aggiunto il presidente della Camera. «Prima di tutto va cancellata una legge elettorale che è solo una vergogna» ha spiegato ancora Fini.

venerdì 5 novembre 2010

André Gide e la sua famiglia

Cari amici, care amiche,
ho collaborato all'articolo che vi segnalo sotto riguardante una mostra fotografica tra Ravello, Parigi e Montreal che rende omaggio ad André Gide. E per la prima volta racconta momenti inediti della vita dello scrittore francese, apostolo del coming out e della paternità “arcobaleno”.
L'articolo di Francesco Gnerre su Pride, anche in pdf su http://www.p40.it/andre-gide-famiglia-arcobaleno
Buona lettura,
Pasquale Quaranta

La nuova ecologia, il mensile di Legambiente

Care amiche e amici,
sul numero di novembre de La nuova ecologia, il mensile di Legambiente, è stata pubblicata una mia lettera sull'omofobia che permea il nostro Paese (la trovate anche sul mio sito dove potete scaricare il file della pagina in pdf).
Il direttore Marco Fratoddi intende affidarmi una rubrica sui temi che ci sono a cuore (in primis diritti delle persone omosessuali e pari opportunità per tutti). Se volete sostenermi in questa iniziativa editoriale, fatevi sentire: proponete spunti di riflessione, vostri scritti, articoli, link, e se dovesse venirvi anche in mente un bel titolo per la rubrica non esitate a proporcelo, ascoltiamo tutti.
Pasquale Quaranta http://www.p40.it

lunedì 11 ottobre 2010

Ma Verdi non era un genio

25 Febbraio 2010
Ma Verdi non era un genio:La musica è finita
Ad ogni mia tirata contro Giuseppe, mi sento spesso replicare da amici musicofili che «non puoi giudicare un compositore con criteri politici». [Infatti si dovrebbero usare criteri musicali, ammesso di averne!!]
L'obiezione è il riflesso condizionato dovuto all'incancrenirsi e incattivirsi del mito e della menzogna, del colossale ed epocale abbaglio, dall'Ottocento a oggi.
Si sa: una menzogna ribadita e ribattuta innumerevoli volte diventa infine verità.
E tanto trombette e tamburini han ripetuto la solfa, sfondandoci le orecchie coi va' pensiero e le traviate e le battaglie di Legnano e i doncarli, che l'Italia musicale pare non esser che iniziata e compendiata da Verdi.
Va detto allora con chiarezza: Verdi non è ciò che ci spacciano.
Non un genio, non il padre della musica italiana. Nemmeno, e men che meno, l'erede della superba e sontuosa Italia musicale settecentesca.
Della musica e di questa sua tradizione Verdi è anzi l'affondatore. [Abbiamo trovato un novello Arrigo Boito!!!!!!!!!]
Piero Buscaroli sintetizza questa verità così: «la monomania [Monomania? o monotonia?] del melodramma verdiano aveva piombato l'arte italiana, devastando e seccando, fino alle ultime radici, quella che era stata per secoli la sua tradizione vocale aulica e la sua ricchezza polifonica e strumentale» (in Wagner e l'Italia. Memorie, documenti, immagini, Press Club editore).
Io aggiungo che tale tradizione fu resuscitata e innalzata da Giacomo Puccini, bistrattatissimo ma autentico genio, gabellato con frode per successore di Verdi.
Basta leggere i documenti a disposizione di tutti, e finalmente ascoltare come si deve la sua musica, per rendersi conto che del cosiddetto Cigno di Bussetto Puccini se ne fregava.
Felix Mendelssohn e più ancora Hector Berlioz, nei loro rispettivi viaggi in Italia nel 1830 e nel 1831, ebbero a tracciare l'elettrocardiogramma dello stato dell'arte musicale: piatto. [Ma che peccato!! Era piatto nel 1830/31 e pensare che Verdi inizia a scrivere la sua prima opera quasi dieci anni dopo nel 1839!!!!!!!!! Mi sa che l'elettroencefalogramma magari si era risvegliato, perchè con elettrocardiogramma piatto era morte certa ma con Verdi c'è la Resurrezione!!]
Registravano la fine di un'epoca, già consumata da circa cinquant'anni. [1830 - 50 = 1780 allora anche Cherubini e Rossini sono da buttare!! E Beethoven che sciocco ad ammirarlo!!]
Ad un certo punto si strinse un ineffabile patto tra le Muse e Clio: l'Italia più non doveva essere la patria musicale d'Europa qual era stata, e il testimone traslocare altrove, in Germania ed Austria sopra tutte le altre nazioni. Destini e misteri, non d'altro si può parlare: bisogna solo prenderne atto.
Ma quel Paese che s'andava facendo -sappiamo oggi finalmente come e perché e come ne sia uscito e proseguito- aveva però pur bisogno d'un menestrello.
La propaganda attraverso l'arte non è invenzione del Novecento.
Il mito laico ed antispirituale s'andava espandendo, e forse non ha precedenti per innervazione sin nei più reconditi gangli e sgabuzzini sociali.
E allora Verdi.
E allora l'Italia peggiore si bevette di tutto, credendo che anche la produzione meno politica del bussetano fosse da salvare.
Se sussiste poi ancora qualche dubbio sul rapporto musica-politica in Verdi e sulla macchina che produsse e produce riflessi pavloviani, ci si legga i lavori di Giuseppe Rausa, meritorio e coraggioso storico della musica, dove la faccenda è sistemata per bene.
Mi chiedo poi come sia possibile anche solo "pensare" a Verdi, sapendo che nell'Europa di quel tempo si ergevano giganti quali Beethoven (defunto nel 1827!!), Wagner, Brahms, Bruckner, Richard Strauss.
E sapendo che l'Italia "pre-verdiana" aveva ospitato le aguzze punte di Domenico e Alessandro Scarlatti, Cimarosa e Pergolesi, e Vivaldi e Monteverdi, e tanti altri, e che, estinto Verdi, vedrà sorgere il Gran Lucchese. [att.ne non il GRAN TURCHESE, quello che si mangia a colazione tutta la storia precedente!!]
Ma forse ci meritiamo quella musica fracassona e vuota di idee e concetti, quei libretti retorici, non meno che arroganti e impoetici, infelici come siamo nell'angusta retorica che forgia storie ed estetiche di comodo. Beato invece quel popolo che avendo già eroi altri non ne va cercando, né meno ancora fabbricando, e accetta serafico la propria sorte.
Questa vicenda, italiana ed europea, va compresa sino in fondo, al fine di poter edificare una storia della musica non ideologica né storicistica, ma che allontani il punto di osservazione sino ad ammirare un panorama del tutto più corrusco e verace.
Tenteremo di farlo nelle prossime rubriche.
Luca Bistolfi
[Signore a cui vanno tutti i nostri complimenti, spero che almeno ci abbia provato a sentire qualcuna delle opere di Verdi!! Sembra incredibile che nel 2010 ci sia ancora chi possa esprime certe idee così balzane. Probabilmente non avrà mai sentito ne Fidelio ne Donna senz'ombra ma cento volte Turandot. Che non è un male di per se, ma io non sapevo che potesse danneggiare il cervello, me ne accorgo solo ora leggendo quest'articolo.]

martedì 5 ottobre 2010

Omosessualità e pensiero debole: intervista inedita a Gianni Vattimo

Cari amici, care amiche,
vi segnalo un'intervista inedita a Gianni Vattimo, classe 1936, un intellettuale torinese popolare, tra l'altro, per aver introdotto in filosofia il concetto di "pensiero debole". Negli anni cinquanta, Vattimo ha lavorato ai programmi culturali della Rai. Ha insegnato Estetica in diversi atenei del mondo e per le sue opere ha ricevuto lauree honoris causa dalle università di La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima.
In questa intervista, realizzata in occasione del "Salerno Pride 2005" e finora inedita, discutiamo di cristianesimo e secolarizzazione a partire dal suo libro "Credere di credere. È possibile essere cristiani nonostante la chiesa?" (Garzanti), e di come ha influito la sua omosessualità nell'elaborazione del pensiero debole.
Buona lettura.
Pasquale Quaranta
Link all'intervista su P40.it
http://www.p40.it/vattimo-omosessualita-pensiero-debole

sabato 2 ottobre 2010

SALA DELLA COMUNITA'

Tratto da http://www.saledellacomunita.it/ (cf. Nota pastorale della Commissione ecclesiale per le comunicazioni sociali: "La sala della Comunità: un servizio pastorale e culturale").
Il concetto di sala della comunità non è un modo diverso per indicare la tradizionale sala cinematografica parrocchiale.
Esso racchiude la riscoperta di una vocazione propria della comunità ecclesiale, chiamata ad un dialogo franco e aperto nei confronti del mondo e della cultura di oggi.
La sala della comunità deve diventare luogo di confronto, di partecipazione e di testimonianza, espressione di una comunità viva e dinamica.
 
Come struttura complementare alla chiesa, la sala della comunità si pone a servizio della comunione e dell'azione educativa.
E' ancora attuale l'appello del Papa: "la sala della comunità diventi per tutte le parrocchie il complemento del tempio, il luogo e lo spazio per il primo approccio degli uomini al mistero della Chiesa e, per la riflessione dei fedeli già maturi, una sorta di catechesi che parta dalle vicende umane e si incarni nelle "gioie e nelle speranze, nelle pene e nelle angosce degli uomini di oggi, soprattutto dei più poveri" (cf, Gaudium et Spes, 1) materialmente e spiritualmente)". 
In considerazione dell'utilità che questa struttura pastorale può avere per la missione della Chiesa, è necessario invertire la tendenza che ha portato in questi ultimi anni molte comunità a privarsi di spazi così importanti, alienando le sale o cambiandone la destinazione d'uso. Trascurare questo spazio di azione pastorale sarebbe segno di scarsa attenzione ai nuovi contesti sociali e culturali, come già si affermava nella nota del 1982: "Una posizione rinuciataria è non soltanto autolesionista ma è anche gravemente lesiva di una presenza qualificata della Chiesa e dei suoi figli in settori, come quelli della cultura e dello spettacolo, aventi una forte potenzialità di aggregazione e di spinta".
 
 

venerdì 1 ottobre 2010

VIGEVANO E LA SUA TRADIZIONE MUSICALE ma guarda che bel dibattito

Martedì 21 settembre è stata inviata alla sede di Civiltà Vigevanese e alle redazioni della stampa locale questa lettera di una nostra iscritta che volentieri pubblichiamo.

VIGEVANO E LA SUA TRADIZIONE MUSICALE

pubblicata da Paolo Borea il giorno giovedì 23 settembre 2010 alle ore 15.11
Elisabetta Parea - Civiltà Vigevanese
Come genitore ritengo che la formazione musicale dei giovani sia sempre più importante per l'arricchimento personale. Per questa ragione ho sempre stimolato i miei figli a conoscere e ad approfondire l'aspetto sonoro della realtà che vivono, per meglio apprezzare consapevolmente i molti stimoli sonori che la società di oggi ci propone.

Ma come funziona la promozione della cultura musicale nella nostra città?
L'attuale amministrazione non sembra pensarla allo stesso modo.
Sarà forse per questo che i ragazzi (e le loro famiglie) hanno trovato all'atto dell'iscrizione per questo anno scolastico al Civico Istituto Musicale "L. Costa", un notevole aumento delle rette di frequenza e nuovi vincoli per la partecipazione alle lezioni, di cui non è chiara la motivazione didattica.
La fresca delibera della Giunta Comunale non è nemmeno stata pubblicizzata come di consueto negli appositi manifesti relativi alle Iscrizioni. Anzi, ad una settimana dalla chiusura dalle stesse, campeggiano solo quelli dell'anno scorso con le vecchie quote.
Come la peggiore delle pubblicità ingannevoli, gli ignari studenti si trovano questa amara sorpresa riferita solo a voce dalla segreteria dell'Istituto.
Le famiglie possono arrivare per un corso musicale a spendere 700 euro e più l'anno, senza contare il costo dello strumento scelto e dei libri di testo.
Se poi si considera il fatto che i progetti avviati già da alcuni anni nelle Scuole Primarie cittadine con la collaborazione degli esperti maestri dell'Istituto Civico che avvicinavano gli alunni delle varie età, col canto o con lo strumento, al piacere della musica non sono più stati finanziati, l'intento è ancora più chiaro.
Invece di valorizzare la Civica Scuola Musicale di Vigevano, dalla quale la città stessa ha avuto e trae prestigio, si sceglie di fare cassa proprio riducendo quelle risorse legate all'arricchimento culturale dei ragazzi e di coloro che vogliono avvicinarsi alla musica. Le costanti iscrizioni alla Scuola dimostrano che le famiglie apprezzano le proposte dell'Istituto, esternate in concerti, manifestazioni, concorsi.
Perché perdere questa opportunità di crescita che la città offre?
Perché questa opportunità deve diventare sempre meno accessibile alle famiglie stesse?
E' forse solo l'ennesimo caso di cattiva gestione delle risorse, o peggio si nasconde ai cittadini che a causa dei mancati trasferimenti dei fondi ai Comuni da parte dell'attuale governo (a partecipazione leghista, che ha fatto della volontà di aiutare il territorio la propria bandiera),
si fa pagare proprio ai cittadini la crisi economica?
Ma è ciò che le famiglie ed i giovani meritano di avere da questa neonata Amministrazione Comunale?
Al lettore la risposta.


Francesca Cairo 23 settembre 2010 alle ore 15.45

ma non eravamo stimati nel mondo per le scarpe? pensa che ignorante che sono! e lavoro anche nel settore... :D



Anna D'Oria 23 settembre 2010 alle ore 16.59
Statuto del Comune di Vigevano Art. 4 c. 3 e c 4 - Funzioni del del Comune
"3. Obiettivi preminenti del Comune sono lo sviluppo economico, sociale e culturale della comunit àe la promozione delle condizioni che rendano effettivi i diritti, tutelino i valori della persona ecomportino il miglioramento della qualità della vita.
4. Il Comune riconosce nel piano territoriale degli orari della città lo strumento prioritarioper migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il piano deve privilegiare i seguentiobiettivi:
a) Aumentare il tempo dedicato da ogni cittadino alla cura della famiglia e di sé (temposcelto) rispetto a quello dedicato al lavoro (tempo obbligato);
b) Aumentare la fruibilità degli orari di apertura al pubblico degli sportelli pubblici;
c) Garantire il diritto all'uso della città e dei beni urbani in tutte le fasce orarie e a tutti icittadini, in particolare ai disabili, agli anziani, ai minori e alle donne;
d) Favorire orari di lavoro e di scuola flessibili, personalizzati, mirati al rispetto dei tempidella natura;
e) Rendere la città più ospitale.


Statuto di un'altra cittadina più o meno come Vigevano e poco distante da essa (di cui ometto il nome ma che prendo per esempio)
Art. 2 Finalità del Comune
Il Comune opera in via prioritaria nel perseguimento delle seguenti finalità:
a) salvaguardare, recuperare e valorizzare l'identità della Città, e dei suoi borghi ed ilpatrimonio costituito dalle comunità biologiche, dalle risorse idriche e minerarie presentinel territorio comunale, dai beni ambientali culturali, sociali, paesaggistici, artisticigeologici, naturalistici, agricoli, forestali e faunistici, con particolare riguardo ai diritti degli
animali ed ai doveri di chi li possiede;
b) promuovere, sostenere e valorizzare le attività culturali contribuendo a sviluppare unacultura universale di dialogo, di accoglienza e di inserimento;
c) creare le condizioni per lo sviluppo di una attività economica dei soggetti pubblici e privatiper lo sviluppo economico sostenibile e compatibile con il territorio (..)
d) concorrere a garantire il diritto al lavoro perseguendo una politica che favoriscal'occupazione a tutti: donne ed uomini.


mi sembra che il paragone da solo serva a capire un po' la situazione...o no?


Davide Salluzzo 23 settembre 2010 alle ore 17.24
Chiudono il Museo della vita quotidiana, porteranno ad € 80,00 il costo di ingresso al Cagnoni, aumentano le rette del Costa, venderanno parte dei beni immobili di noi tutti,.Tutto per far quadrare i conti, non c'è che dire un Comune in Svendita, grazie al Federalismo di Tremonti e Padani.
Mario Mainino 23 settembre 2010 alle ore 23.48
Mi fa specie che si parli di un argomento del quale non ci si è mai forse interessati e lo si faccia come al solito tanto per fare bagarre.
Se prima di parlare qualcuno si informasse si accorgerebbe che le rette del Costa sono praticamente F...
Anna D'Oria 24 settembre 2010 alle ore 9.06
Caro Signor Mainino, sono pienamente d'accordo con lei, vorrei fare però alcune precisazioni che forse spiagano meglio quanto avrei voluto dire nel post precedente.
Secondo alcuni studi più o meno condivisi, le istituzioni che offrono beni e servizi culturali versano in una situazione stagnante a causa dell'impossibilità di aumentare la loro produttività nel tempo (come invece non accade ad esempio nel campo scientifico e tecnologico). Infatti in tutti i settori economici l'efficienza aumenta periodicamente, grazie al progresso tecnico che permette di ridurre, attraverso la produzione di massa, i costi fissi ripartiti su un numero maggiore di unità prodotte mentre nel settore artistico, non essendo sostituibile il fattore lavoro dal fattore capitale ed essendo i prodotti non standardizzati i costi aumentano progressivamente. Questo andamento incrementale tra fattore lavoro e la stabilità della produttività generano nel settore artistico un deficit permanente tra costi e ricavi per cui si giunge facilmente alla conclusione che le imprese culturali non possono sostenersi da sole ma hanno bisogno dell'intervento di un finanziatore esterno (lo Stato attraverso tutte le sue forme di decentramento locale) o altri soggetti privati.
Sono d'accordo con lei quando parla di promozione: oggigiorno è possibile utilizzare in maniera più efficiente tutti i mezzi disponibili non tanto nell'ambito della produzione artistica ma in altri ad essa connessi quali la catalogazione, la prenotazione, la vendita, il consumo e soprattutto la comunicazione.
I beni culturali sono beni speciali e si differenziano dagli altri beni di conusmo perchè hanno un ruolo educativo e formativo ed un valore sociale tale da giustificare l'intervento statale nel settore, evitando di laciarlo alle sole forze di mercato. Sono beni collettivamente utili per questo è necessario garantirne la fruizione a tutte le fasce di reddito della società nel rispetto del principio di equità e a prescindere dalle domande individuali e dal volume complessivo del consumo.
Sono spesso beni complessi, ovvero poco fruibili perchè richiedono specifiche conoscenze o abilità da parte del consumatore, sono unici e non riproducibili ma soprattutto non arrecano benefici solo ai fruitori ma anche a coloro che non ne usufruiscono in prima persona, hanno delle ricadute economiche nel contesto in cui si trovano, creando indotto e favorendo lo sviluppo di mercati secondari.
Il ruolo delle pubbliche amministrazioni resta comunque fondamentale e, per quanto possa capire la sua ragione nello specificare le forme di adeguamento ai prezzi che necessariamente debbano essere riconsiderati sulla base di nuove regolamentazioni tariffarie, ritengo che un'amministrazione locale virtuosa debba comunque sempre farsi carico dell'onere formativo e sociale che la cultura apporta quale beneficio per tutta la popolazione, promuovendo al massimo ogni attività di tipo culturale, stabilendolo da Statuto.
Ritengo che Vigevano sia meno peggio di tante altre cittadine e come dice lei spesso le attività culturali sono snobbate per prime dagli stessi Vigevanesi, ciò che ritengo personalmente opportuno è quello di migliorare sempre più la situazione, con un dialogo ed un confronto che porti la cultura al livello di interesse veramente meritorio. Inutile fermarsi su polemiche sterili ed inconcludenti; analizzare la criticità delle situazioni deve necessariamente portare ad un miglioramento continuo.
cordiali sauluti
Davide Salluzzo 24 settembre alle ore 11.50
Bene da quanto scrive il signor Mainino apprendo che oltre all'esame di Italiano presto richiesto per soggiornare in Vigevano se si è stranieri, bisognerà chiamare 89.24.24 per parlare e esprimere le proprie idee, quando la legge lo imporrà lo farò. L'attuale giunta è in carica da aprile 2010 e se solo a settembre nomina il consiglio dell'istituzione Cultura, creando mal funzionamento a servizi comunali, questo non ha giustificazioni! Si vede che il manuale Cencelli per assegnare poltrone (che lei Mainino ha ottenuto ) non è stato di grande aiuto e ciò si comprende dalla lettera iniziale e dalla sua risposta. Non dia colpe alla burocrazia se non avete comunicato per tempo gl'aumenti, forse volevate solo cercare di farli passare sotto silenzio.lle rette sono ferme dal 2002 ? Anche i redditi sono fermi da anni e questo grazie a chi ci Governa che sono gli stessi Partiti o parte di essi che ci amministrano. Poi si ricordi che se il Costa è in questa situazione la Lega che gli ha dato una poltrona nel consiglio di amministrazione non è certo "vergine", ha Amministrato questa città per oltre 10 anni !Auspico che ora grazie a lei tutto cambierà, ci sarnno concerti, opere, balli, canti e tanti corsi di apprendimento e tutto a prezzi aumentati ! Del resto la sua "Cultura" non la merita la città tutta, come lei stesso fa percepire. Per quanto riguarda le sue ultime due righe vomitate dalla sua tastiera, quando vuole troviamoci con gli statuti, gli associati, i bilanci delle rispettive Associazioni Culturali che entrambi amministriamo e vediamo chi spilla soldi e a chi!
Mario Mainino 26 settembre alle ore 14.31
Ciaooooooooooooo Davidino ma la battuta non era per i Vigevanesi in genere e manco per gli stranieri!!! Non si è capito!!!
I miei concittadini, nativi o importati, ieri sera in oltre SEICENTO hanno saputo benissimo dove stava di casa la cultura e si sono spellati le mani per gli applausi e le numerose chiamate per la mia- guarda a caso - operazione culturale che ha riportato l'Opera Lirica prodotta a Vigevano nel teatro voluto dai Vigevanesi per l'opera Lirica a 49 anni dalla sua ultima rappresentazione ed a sei dallo stralcio dell'opera dai programmi ufficiali.
Un po come quando ho portato ben 305 persone nel TUO cinema (dico cinema perchè ti arrabbi se lo chiamo cineteatro !!) e ho fatto parlare delle tua sala sulle testate giornalistiche nazionali !!
Allora mi sa che sarai stato contento, almeno una volta in vita tua.
Sei sempre cosi nero!!
Certo che se poi uno per poter fare cultura deve farsi la tessera allora lasciamo stare.
Cerca di stare allegro, che a continuare a cavalcare la tempesta deve essere una cosa stancante.
Meglio avere la schiena rotta dopo una giornata massacrante come lo è stata la mia ieri e come lo sono state alcune passate nel tuo teatro sperando allora ( da povero illuso promotore culturale) di fare dell'Odeon un vero e proprio TERZO POLO CULTURALE per la Città di Vigevano.
Peccato perchè hai deluso moltissimo me che avevo creduto a tutte le favole che mi avevi raccontato per avere la" collaborazione gratuita" che ha portato un bel po' di quattrini al botteghino.
Pure i fiori per il soprano che ho invitato li ho pagati io e dalla vostra organizzazione non mi è stata manco offerta una pizza!
Ma la perdita grossa l'ha fatta la città di Vigevano per la quale è sparita una grossa opportunità.
Ciaooooooooooooo Davidino
Non tutto è perduto ma chi si deve ricredere e su che cosa?? Dimmelo tu.
Fai qualche proposta, qualche bel progetto, ho sempre collaborato se c'è un progetto ma non se c'è solo la volontà di fare bagarre.


Davide Salluzzo 27 settembre alle ore 14.26
Caro Mainino precisiamo:
1) non è il mio Cinema, sai bene di chi è la proprietà e chi decide i calendari e gli impegni.
2) Si chiama Sala della Comunità cerco da tempo di spiegartelo ma ho dei limiti e non riesco a farmi comprendere da te (vedi saledellacomunita.it).
3) Precisiamo la tessera offerta e della associazione La barriera, per poter operare direttamente ed essere coperti da assicurazione devi essere un iscritto alla associazione e un volontario.
4) E' vero non ti abbiamo offerto neanche una pizza solo un rimborso spese di € 400,00 Cariparma assegno n° 0173788107 che avrai sicuramente iscritto a bilancio della tua associazione.
5) Detratti tutti i rimborsi (documentati da ricevute e relativi assegni) il ricavato è andato alla parrocchia per le attività e le manutenzioni della Sala.
6) la Sala ospita ben oltre 150 eventi di Cinema, teatro, Opere, Conferenze, attività dell'oratorio, Scuole cittadine, non sarà il Terzo Polo culturale, ma menomale che c'è chise ne prende curai in silenzio e senza protagonismi. 7 Infine ti ringrazio che ti prendi cura del mio umore e mi fai sorridere, del resto sai quante Teste di cazzo ci sono che ti fanno arrabbiare anche solo perchè non hanno di meglio da fare! A presto.
P.S. Da tempo o tolto dal mio vocabolario L'Io preferisco il Noi.
Gloria Bergonzi 01 ottobre 4 ore fa
non perchè sono di parte, ma forse i limiti li ha il signore di cui si parla (non scrivo nemmeno il suo nome perchè sono sicura che porta sfiga) a comprendere la lingua italiana. D'altra parte non è da tutti!!!!!!
Mario Mainino 01 ottobre ore 16.16
Per Davide
L'Io preferisco il Noi. = si dovrebbe intendere che parli come rappresentante di una associazione e di decisioni collegiali, però mi ha detto un tuo consigliere di non essere stato consultato sulla decisione di non accetare la mia prenotazione sala per Elisir d'amore ottobre 2009 sarà vero? Sai che anche Elisabetta diceva NOI, regina d'Inghilterra!! Ed usava il noi.


2 Si chiama Sala della Comunità = viene concessa solo a chi?? non ne hanno diritto tutti anche se pagano l'affitto???
vedi

http://www.concertodautunno.it/2009-ed/090414-richiesta-permesso-Odeon-elisir.pdf
vedi
http://www.concertodautunno.it/2009-ed/090528-Odeon-non-accetta.pdf
riepilogo
http://www.concertodautunno.it/2009-ed/090114-operasulloschermo1.htm

3 Precisiamo la tessera offerta = io ne ho avute tante di tessere offerte ad onorem, non mi piacciono quelle ad onerem
PS. Ma allora la signora Kawai o il sig.Ariano avranno fatto la tessera per usare la sala per i loro spettacoli?

4 un rimborso spese di € 400,00 = io lo so a che si riferiva, ma non voglio dirlo. Vorrei che fossi tu a dirlo: per quale occasione, per quale data, per quale lavoro, e anche che 500 Euro sono poi andati come offerta ad una ass.di Volontariato. Ma non voglio dire io di che cosa si trattava, prova a dirlo tu!!

5 il ricavato è andato alla parrocchia = ottima cosa, anchio ho fatto la mia offerta, solo 100Euro alla Parrocchia, pochi ma pur sempre qualcosa.

6 la Sala ospita Opere ???? = Strano ma mi pare che l'unica opera (lirica) mai rappresentata sia stata quella che tu sai e che sai anche chi l'ha organizzata e che in quella occasione qualcuno che tu vedi tutti i giorni quando ti fai la barba, ha vietato che sui manifesti fosse posto il patrocinio del Comune di Vigevano solo perchè ottenuto dal dott.Prati con cui poi invece sei convolato a nozze.

7 ti prendi cura del mio umore = cosa ci vuoi fare sono TROPPO BUONO!!! E' il mio carattere che invece ti farti una bella raccomandata ha mi ha fatto lasciare il mio paese e continuare, ovviamente con molto profitto ma anche una punta di dolore per avere lasciato il mio pubblico, il lavoro che non mi è stato più possibile condurre in patria.
PS saresti capace di dire a tutti: quanti sono stati gli spettacoli e gli spettatori di Opera al cinema 2008/2009 e quanti invece per il 2009/2010.
Tanto per vedere se tutto il mio lavoro, non retribuito, era servito a qualcosa.
By Bye
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domenica 5 settembre 2010

Le hostess di Gheddafi e la mia mamma - Cosa convince cinquecento ragazze a prestarsi a una delle tante farse del potere?

Mi ha sollecitato l'articolo di Monica Lanfranco di ieri l'altro: "Noi come Irshad, quando abbiamo smesso di pensare?". Sono d'accordo con ogni cosa che dice, perciò voglio aggiungere alla sua indignazione anche la mia, guardando al tristo evento da un altro punto di vista.
Lidia Menapace 2 settembre 2010_10_02
Perché 500 ragazze sono disposte a vendersi?
Sono alla fame, hanno figli piccoli, genitori indigenti, sono ricattate, in pericolo di vita, o altro che giustifichi la loro azione?
Nel mio immaginario sono tutte o quasi diplomate, forse persino laureate, con famiglia e amici soccorrevoli, un tetto sulla testa, tre pasti al giorno e un po' di superfluo. Che cosa dunque le convince a prestarsi ad una delle tante farse del potere che non potrebbero stare in piedi senza le donne come comprimarie?

Leggendo ieri mi è tornato alla memoria un episodio raccontato da una ragazza che ha vissuto la seconda guerra mondiale.

Lavoratori pendolari e l'inverno che la guerra faceva più duro: arrivavano in bicicletta dai paesi vicini fino alla stazione di Romano Lombardo e salivano sui carri bestiame per andare a lavorare a Milano.
Le ragazze erano poche, la sua amica viaggiava in prima classe con i tedeschi e la invitava a salire con lei, stupita del suo rifiuto.
Aveva fatto la quarta elementare, faceva l'operaia e d'inverno le venivano i geloni, ma non accettò mai di viaggiare con la sua amica. Ricordo lo sguardo stupito e sospettoso quando le chiesi «perché?». Per lei era ovvio, non sapeva spiegarlo a parole, non era "istruita", rispondeva con espressioni ed esclamazioni. «Eri antifascista?» ho insistito, suggerendole una nobile motivazione politica, ma non ha afferrato l'occasione per mettersi una medaglietta: non era fascista e non le piacevano i tedeschi ma detestava soprattutto la guerra, il motivo per cui non viaggiava in prima classe era diverso, più profondo, più personale. «Preferivo essere di quelli del carro bestiame, uguale agli altri, mi sarei vergognata di approfittare».
Nella sua lingua si poteva parlare di sé solo in negativo.
Il femminismo mi ha insegnato le parole per raccontare la sua storia che si può intitolare dignità.
Quella ragazza era mia madre.
La vita in questo paese non ha riconosciuto la sua dignità, i suoi geloni e nemmeno il suo lavoro.
Andò in pensione con poco più della minima riconosciuta alle casalinghe, perché i datori di lavoro ti riconoscono le ore produttive e non quelle che tu strappi alla tua vita per arrivare a produrre; portò per molti anni gli abiti smessi della sua amica che godendo di buone conoscenze fece un buon matrimonio, non ebbe né pellicce né gioielli e nemmeno una casa in proprietà.
E' morta quando il berlusconismo era già il cancro che conosciamo e la parola successo cominciava a diventare il sinonimo di libertà.
Per lei la libertà era non doversi vendere a nessuno.
Ho imparato da lei a cercare di capire prima di giudicare: in questa vicenda il modo di agire degli uomini mi è chiarissimo e altrettanto lo è il mio giudizio, che sostiene la duratura indignazione condivisa con tanti cittadini e cittadine.
Alle ragazze invece chiedo: perché? Quali bisogni, desideri, necessità del corpo e dell'anima, spingono a vendersi su questo mercato?
Liberazione 02/09/2010

Incontro nazionale delle Comunità Cristiane di Base

XXXII Incontro nazionale delle Comunità Cristiane di Base
BORGARO TORINESE
30/31 ottobre - 1 novembre 2010
IN UN TEMPO DI SOPRAFFAZIONE E DI PRECARIETA’…
“DATE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE È IN VOI”
In una società dominata dal pessimismo, le Comunità cristiane di base italiane con il loro XXXII Incontro nazionale non esprimono solo il bisogno di speranza, ma mettono a disposizione uno spazio di socializzazione e di emersione di reali percorsi di speranza che resistono o si aprono sempre nuovi.
“Date ragione della speranza che è in voi in un tempo di sopraffazione e precarietà ” recita infatti il tema proposto, riferendosi esplicitamente a una significativa frase della Prima lettera di Pietro.
La notizia che le Comunità cristiane di base italiane promuovono un Convegno nazionale sulla speranza non è di quelle che fanno il giro del mondo, per due motivi:

- il tema, infatti, non è di quelli che vanno di moda: i media offrono a piene mani notizie di scandali, crisi, disastri, violenze. Il risvolto positivo della realtà non paga;

- le Comunità di base, pur avendo densità storica, sociale e culturale (forse di notevole valore) non hanno peso politico, economico, istituzionale. Sono un po’ come i pollini che per poter essere trasportati dal vento racchiudono in forme piccole e leggerissime la loro ricchezza vitale.

Il vento dello Spirito ha, forse, anche bisogno di strutture così leggere e mette nel conto la loro poca visibilità mediatica.

Le Cdb in breve...
Le Comunità cristiane di base sono nate spontaneamente, anche in Italia, negli anni Sessanta e Settanta sulla spinta del Concilio Vaticano II per cercare di dare una nuova consapevolezza - né integrista, né disincarnata - alla vita di fede nel Dio di Gesù. Facendo riferimento alla Bibbia e, insieme, alle lotte di tutti/e gli oppressi/e, le CdB non intendono creare un'altra Chiesa, ma piuttosto contribuire a rendere "altra" - più evangelica e "credibile" - la loro Chiesa storica di appartenenza, quella cattolica.
In questi quarant’anni le CdB italiane hanno seguito percorsi diversi nel tentativo di vivere la fede costruendo modi nuovi di essere chiesa. Il percorso delle CdB come “soggetto collettivo” è stato fin qui caratterizzato dal loro riconoscersi in un collegamento di comunità e di gruppi autonomi in ricerca per vie diverse, di modi d’essere chiesa altra.
Donne e uomini alla scuola di Gesù, senza padri né maestri, in una dinamica di riappropriazione/reinterpretazione del messaggio cristiano nel nostro tempo, in sintonia con quanti/e, singoli e movimenti, tentano di sperimentare percorsi nuovi di fedeltà al Vangelo, anche in una prospettiva ecumenica. (per più informazioni: www.cdbitalia.it)

PROGRAMMA
SABATO 30 OTTOBRE 2010
Dalle ore 13.00: accoglienza e sistemazioni (a cura delle CdB organizzatrici)
Ore 16.00: saluto e introduzione a cura della Segreteria; saluto delle autorità locali eventualmente invitate e dei rappresentanti delle CdB europee.
Ore 16.30 Le comunità cristiane di base si confrontano su
“Religioni e chiese nella crisi della società italiana a 150 anni dall’Unità”

Con:
Rosy Bindi (vicepresidente della Camera dei Deputati)
Gianni Vattimo (filosofo, europarlamentare)
Sergio Tanzarella (docente di Storia della Chiesa - Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale)
Luciano Guerzoni (presidente esecutivo della Fondazione "Ermanno Gorrieri")
Paolo Ribet (pastore della Chiesa Valdese di Torino)
Coordina Gilberto Squizzato, giornalista Rai, della CdB di Busto Arsizio

Ore 19.30 indicazioni e formazione dei gruppi per i laboratori per il giorno successivo
Ore 20.00 cena
Ore 21.30 incontro del Collegamento nazionale delle CdB


DOMENICA 31 OTTOBRE 2010
Ore 9.00 laboratori Cristiane/i di base riflettono su:
1) La violenza sull’ambiente in una società capitalista che promuove guerre, migrazioni di massa e pregiudica il futuro (coordinano M.Meomartino di Pescara e B. Musacchia di Napoli)
2) La società multiculturale condizionata dal potere dei media e dall’ingerenza delle gerarchie cattoliche (coordinano la redazione di Tempi di Fraternità e il gruppo della Scuola di Pace di Napoli)
3) Violenza, dignità calpestata, diritti negati delle donne, delle persone GLBT, dei/delle bambini/e, dei malati in una società maschilista e patriarcale (coordina la CdB Isolotto di Firenze)
4) La crisi della democrazia e della partecipazione e la perdita del senso della solidarietà (coordina la CdB S. Paolo di Roma).

Ore 13.00 pranzo
Ore 14,30 ripresa laboratori
Ore 18,30 eucarestia (a cura delle CdB di Torino, Piossasco, Chieri)
Ore 20.00 cena
Ore 21.30 momento di festa

LUNEDI' 1 NOVEMBRE 2010
Ore 9.00 comunicazioni sulle attività dei laboratori
Ore 9.30 Le comunità cristiane di base dialogano su
“Giovani in un tempo di crisi dei valori e di dissesto sociale ed economico”

Con:
Rosario La Rossa (scrittore, fondatore dell’Ass. Voci di Scampia e della "Fabbrica dei Pizzini della Legalità”)
Stefano D’Amore (pastore, coordinatore gruppi giovani della Chiesa Valdese di Torino, consigliere FGEI)
Simona Borello ( Chicco di senape, gruppo di credenti della diocesi di Torino)
Sergio Durando (ASAI - Associazione animazione interculturale di Torino)
Un/a rappresentante del CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani)
Coordinano i/le giovani della CdB San Paolo di Roma

Ore 12.00 pranzo
Ore 13.30 saluti e partenze
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
entro il 15 ottobre 2010
http://incontrocdb2010.viottoli.it
e-mail: incontrocdb2010@gmail.com
tel. 370 1115649
0121 500820 - 0121 393053 (ore serali)

giovedì 15 luglio 2010

2010_07_15 No alla censura della cultura

TEATRO LIBERO DICE NO ALLA CENSURA e SOSPENDE L'ADESIONE A INVITO A TEATRO
In seguito ai fatti degli ultimi giorni, alle pressioni ai Teatri facenti parte dell'iniziativa "Invito a Teatro" da parte del neo Assessore alla Cultura della Provincia di Milano dott. Umberto Maerna, volte a "normalizzare" l'iniziativa e a scegliere i titoli degli spettacoli da inserire nella manifestazione, in segno di solidarietà verso i teatri che hanno subito pressioni
TEATRO LIBERO E LA COMPAGNIA TEATRI POSSIBILI SI AUTOSOSPENDONO DALL'INIZIATIVA
Questo in attesa di un tavolo di confronto urgente con l'assessore e tutti gli altri teatri.
Censurare la Cultura vuol dire ucciderla! 
Corrado d'Elia e tutti i collaboratori di Teatro Libero e della Compagnia Teatri Possibili
 
Teatri Possibili
Teatro Libero - Milano
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