sabato 16 gennaio 2010

2010_01_10 Le cosche, il ministro Maroni e lo Stato che non c'è

Noi diciamo che le parole del ministro Maroni, l'accusa rivolta ai migranti - perché di questo si tratta - di essere, letteralmente, causa del proprio male, sono abominevoli. Lo sono moralmente e politicamente. Il ministro degli Interni sa che il lavoro di raccolta di agrumi e ortaggi nelle campagne siciliane, calabresi, pugliesi, campane viene svolto dai lavoratori stranieri, per lo più extracomunitari; conosce le condizioni di sfruttamento, di inaudito servaggio in cui quel lavoro si svolge; sa della miserabile paga che "remunera" quella durissima fatica; ha certo adeguata nozione delle baraccopoli, delle bidonville , che ricordano le favelas più degradate del pianeta, dove si svolgono gli scampoli di vita che quelle persone riescono a sottrarre al massacrante lavoro quotidiano. Il ministro sa anche altre cose. Per esempio .... (omissis).
Il ministro dovrebbe poi sapere - ma invece ignora o, piuttosto, finge di ignorare - che la legge razzista varata per disciplinare il fenomeno migratorio impedisce, in realtà, la regolarizzazione di un migrante intenzionato a svolgere onestamente il proprio lavoro e che è stata respinta ogni strategia di emersione fondata sul riconoscimento del permesso di soggiorno a chi trovi il coraggio di denunciare il proprio sfruttatore.
Al ministro Maroni, ligio all' imprinting xenofobo della sua parte politica, non interessa che lo Stato si allei con i migranti per promuovere un percorso di integrazione e di cittadinanza condivisa. Meglio chiudere gli occhi e agire con la forza della repressione quando la sofferenza di quella povera gente supera ogni soglia di sopportabilità ed esplode, come a Rosarno, con la furia disperata di chi si sente abbandonato e comprende di non avere più nulla da perdere.
Allora, ecco comparire lo Stato. E cosa fa lo Stato? Spazza via i migranti, come rifiuti umani, li deporta, lontano dall'epicentro degli scontri.
Dove invece la caccia all'uomo di pelle nera continua.
Domani cosa sarà di loro? Dica la verità, signor Ministro, a lei non importa niente.
Per questo si permette di pronunciare irresponsabili parole, che forniscono alibi, alibi istituzionali, a continuare la mattanza. Complimenti.
Tratto da Dino Greco, Liberazione 10/01/2010

lunedì 4 gennaio 2010

Quale è la differenza tra l'INFERNO ed il PARADISO???

Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese:
Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno.
Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
 
C'era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant' uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato.
Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
 
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".
 
Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l'aprì.
La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio: "Non capisco!"
E' semplice, rispose Dio, essi hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri!
I primi, invece, non pensano che a loro stessi...
Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura... La differenza la portiamo dentro di noi!!!
 
"Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi. Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.  Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo". [Mahatma Gandhi]