25/02/2016
Nel
gennaio dell’anno scorso il Consiglio regionale lombardo approvò una
legge che il sindaco di Milano Giuliano Pisapia giudicò priva di
“qualsiasi dignità costituzionale”. Essa prevedeva ogni possibile
ostacolo di tipo urbanistico ed amministrativo, usando in modo del tutto
bizzarro delle competenze regionali, per creare ogni difficoltà alla
costruzione di moschee (a partire da quella in progetto a Milano). Anche
il Nuovo Centro Destra del ministro degli Interni Angelino Alfano votò
la legge che però il governo fu costretto ad impugnare davanti alla
Corte Costituzionale. Lo stesso fecero molte comunità cristiane ed
associazioni di tutela dei diritti.
Ieri essa è stata bocciata dalla
Consulta che deve aver ragionato
sulla base del semplice buonsenso,
ancora prima di aver letto
gli articoli 8, 19 e 20 della Costituzione.
sulla base del semplice buonsenso,
ancora prima di aver letto
gli articoli 8, 19 e 20 della Costituzione.
La
Lega, che aveva voluto questa legge a qualsiasi costo, ha cercato di
fare una operazione propagandistica, pur sapendo di essere nel merito
perdente in partenza. Questa posizione ci sembra in diretta continuità
con iniziative passate, dalle contestazioni al Card. Tettamanzi,
accusato di buonismo nei confronti degli immigrati, alle sagre blasfeme
durante le quali si celebrava il dio Po. Si tratta di un’unica
attitudine a contrastare e ad escludere il “diverso” identificato, volta
a volta, nel meridionale, nel migrante e infine nell’islamico sempre a
prescindere, oltre che dall’etica, dalle singole persone, dalle
circostanze, dal contesto socioeconomico ecc.…
Si tratta della difesa di
una pretesa identità lombarda o padana che è estranea allo spirito di
accoglienza che caratterizza una parte consistente del nostro popolo e
che, comunque, è in contraddizione evidente con ogni minima sensibilità
cristiana.
Questa linea, che è
espressione di una cultura pagana e materialista, viene poi gestita
nelle istituzioni e nel paese in modo assolutamente spregiudicato perché
pretende di essere la vera difesa della cristianità e dei “principi non
negoziabili”.
Questo mix di ateismo pratico e di sfacciato clericalismo
vuole parlare alla pancia dell’opinione pubblica. Fino a quando
riuscirà ad ottenere adesioni essendo in evidente contraddizione con gli
interessi del paese e con gli stessi valori costituzionali su cui si
fonda la nostra Repubblica?
Come
credenti che si richiamano al Vangelo, al Concilio e al magistero di
papa Francesco siamo scandalizzati dal fatto che questo tipo di leghismo
riesce ad avere consensi in certe aree di una opinione che si pretende
cattolica, siamo anche scandalizzati da quelli che esso ha anche in una
frazione del clero che, al posto della denuncia, preferisce un comodo e
colpevole silenzio.
Vittorio Bellavite,
coordinatore nazionale di “Noi Siamo chiesa”
articolo eco by L'AVVENIRE DEI LAVORATORI