Fra Roberto Pasolini: un cappuccino, lombardo, accademico e pastore, studioso delle Sacre Scritture, del greco ed ebraico. Che accompagna i suoi novizi in tutte le attività caritative di chi deve “stare tra i suoi poveri”, che in piena movida faceva le sue catechesi ai Navigli... Un mago dell’Intelligenza Artificiale, da giovane informatico.
Febbraio 2024
Conclusione l'approccio biblico all'omosessualità non corrisponde all'approccio odierno, credo di averlo ed è detto più volte questo, non si condanna una relazione omosessuale che voglia incarnare l'amore interpersonale, che è la grande istanza che viene portata oggi da chi vive una condizione omosessuale e chiede una parola alla chiesa.
La distanza tra i due orizzonti interpretativi, quello della Bibbia e il nostro odierno, impedisce di fare dei trasferimenti di Bitcoin da una parte e dall'altra, cioè non possiamo prendere delle cose dal nostro contesto e trasferite nell'altro e viceversa.
Cioè non si può proiettare la condanna biblica sugli odierni amori omosessuali, stiamo parlando di cose un po' diverse, non si può nemmeno retro proiettare sulle storie della Bibbia l'attuale condizione dell'amore omosessuale di oggi, un po' quello che si potrebbe correre il rischio di fare con la storia di Jonathan e Davide per fare un esempio, non possiamo prendere una storia, che magari è una semplice storia di amicizia, e farla diventare - capite - il manifesto a difesa dell'omosessualità .
Sarebbe ugualmente ingiusto condannare delle persone omosessuali prendendo i versetti della Bibbia (vedi citazioni). Il silenzio è biblico sull'amore omosessuale non può essere invocato come una prova della sua approvazione e neanche la forte inclusività di Gesù e il suo atteggiamento di misericordia, credo che si possa dire questo con prudenza e anche con rispetto per tutti: la Bibbia offre ragioni sufficienti per condannare l'omofobia non per provare il giudizio positivo sulle relazioni omosessuali, che è un'altra cosa, e credo che sia anche onesto dire : fermiamoci qui.
La Bibbia non ci dice più di questo, cioè la Bibbia ci impedisce di parlare a sproposito dell'omosessualità, se la leggiamo con attenzione attenzione non ci dice che è tutto facile, anche perché evidentemente un atto omosessuale è diverso da un atto eterosessuale, questo lo possiamo dire con buona pace di tutti, perché è una cosa quasi biologica che diciamo a livello fisico, poi chiaramente ha tante implicazioni ulteriori, però la Bibbia è così, impedisce di poter arrivare a una conclusione sull'argomento.
Perché? Perché a quel tempo il dato antropologico e l'esperienza che abbiamo noi davanti agli occhi non c'era e quindi arriviamo alla conclusione.
Dobbiamo rimboccarci le maniche e trovare altre risposte, non nelle pagine della scrittura, ma nello spazio della nostra intelligenza e delle scienze umane e del dialogo che possiamo attivare tra di noi, questa è una frase della documento che ho citata all'inizio, della Pontificia Commissione Biblica; il contributo fornito dalle scienze umane, gli incontri che avete fatto finora, assieme alla riflessione di teologi e moralisti sarà indispensabile per un'adeguata esposizione della problematica solo abbozzata in questo documento e, aggiungo io, in questo intervento di questa sera a maggior ragione inoltre sarà richiesta un'attenzione particolare, in particolare, nei confronti delle singole persone per attuare quel servizio di bene che la chiesa ha da assumere nella sua missione per gli uomini e mi fermo anch'io qui in attesa di poter conversare ancora un po' con voi, grazie
(Trascritto il 18/04/2024 mm)