venerdì 27 febbraio 2009

Mettere il proprio tempo, il proprio talento, le proprie idee, le proprie ricchezze a disposizione del prossimo

tratto da:  http://www.centroaccoglienza.org/la_morte/la_morte_la_vita.php

Vittorio Messori: "Scommessa sulla morte", la proposta cristiana illusione o speranza?   Messori fa una analisi delle varie ideologie politiche del presente e del passato e vede se reggono il confronto con la morte. Analizza le proposte della politica, delle religioni, della filosofia per vedere se offrono soluzioni al problema della morte, ma si accorge che in quelle aree non ci sono soluzioni. Messori arriva alla conclusione che soltanto la proposta cristiana offerta dalla Chiesa offre una speranza e prepara l'uomo ad affrontare la morte.

Secondo la religione cristiana, il peccato porta alla morte. Ma peccare vuol dire essenzialmente non amare. Quando non si ama, si muore. Proprio perché la mancanza di amore è la negazione di Gesù che è vita.
Su questo, Gesù è di una logica disarmante. Infatti nel Vangelo dice che: chi cerca di mettere in salvo la propria vita, la perderà. Ma chi è pronto a perdere la propria vita per lui, la ritroverà.
Morire significa perdere la propria vita. Amare invece cosa significa?
C'è l'amore materno, quello figliale, quello paterno, quello coniugale, quello carnale, quello platonico, quello divino, quello umano, ecc. Quale amore ci chiede Gesù? 
Gesù ci chiede l'amore che dà la vita: 
"nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita (morire) per i propri amici" (Giovanni 15,13)
Gesù viene da noi quando ce lo dice lui stesso: "Se uno mi ama, metterà in pratica la mia parola, e il Padre mio lo amerà. Io verrò da lui con il Padre mio e abiteremo con lui" (Giovanni 14,23). 
Per avere Gesù dentro di noi, occorre mettere in pratica il suo insegnamento.
Dare la vita significa rinunciare a se stessi, alla propria vita, alle proprie passioni, idee, attaccamenti e mettersi a disposizione della persona amata, dell'altro, del prossimo e lasciare che sia Gesù ad agire .
Significa mettere il proprio tempo, il proprio talento, le proprie idee, le proprie ricchezze sia materiali che spirituali a disposizione del prossimo gratuitamente, senza nulla chiedere in cambio o aspettarsi un ritorno o una gratifica dalla persona amata
Quando ami doni il tuo cuore all'altro e in un certo senso perdi la tua vita e il tuo tempo, per lasciare che sia l'altro a vivere al tuo posto
In questa perdita ritrovi la tua vita, ritrovi te stesso.

La vita è sogno

La vida es sueño
E' un dramma in tre atti e in versi scritto nel 1635 da Pedro Calderón de La Barca (1600-1681), secondo genio teatrale spagnolo dopo Lope de Vega e anche l'ultima voce del Secolo d'oro.

Moltissimi anni or sono sono andato al Teatro dell'Arte di Milano a vedere una rappresentazione di questo meraviglioso dramma. Da allora mi è sempre rimasto nel cuore e nella memoria.
Non sembra vero come uno spettacolo ti entri nell'anima, ma forse allora come oggi sono sempre stato uno
spirito sensibile e battagliero e non ho mai sopportato ne sopporterò i sopprusi e le ingiustizie.
Il protagonista viene rinchiuso per tutta la vita in una torre dal padre solo perchè è stato profetizzato che lo avrebbe ucciso una volta raggiunta l'età adulta.
Quando il giovane viene liberato dal padre per verificare se la profezia potesse essere fondata questo giovane dopo una vita di prigionia si scatena come una belva umana:
"Cosa vi potevate aspettare da chi avete imprigionato per tutta una vita per timore di quello che avrebbe fatto. Ora non posso fare altro che essere quello che non volevate che io fossi, ma mi ci avete costretto con la vostra crudeltà che vi ha fatto imprigionare un figlio anzichè allevarlo con amore.Qundi non avrete che il mio odio.

Accanto al principe Sigismondo c'è un personaggio singolare, Clarino. Un servo che dalla vita ha sempre cercato di schivare ogni problema, ogni pericolo, ed ecco che mentre infuria la battaglia, Clarino si nasconde dietro una siepe dove invece viene comunque colpito a morte.

MORTE di CLARINO (Riprendendosi dopo essere stato ferito).
Sono uno sventurato: per volermi sottrarre alla morte, sono andato a cercarla. 
Mentre tentavo di fuggirla, mi sono imbattuto in lei, perchè non c’è nascondiglio sicuro contro la morte
E da ciò si capisce che chi più tenta di schivarne i colpi più facilmente l’incontra
Tornate, tornate subito  alla lotta sanguinosa, perchè tra le armi e il fuoco ci si trova più al sicuro che nel folto di un bosco: non v’à sentiero che sia sconosciuto alla forza del destino e all’inclemenza del fato. 
Perciò, mentre cercate di sfuggire alla morte con la fuga, state certi che morrete, se Dio l’ha deciso.

Finale dell'opera: SIGISMONDO 
Ho compreso che tutte le felicità umane si dissolvono come un sogno. 
Oggi voglio goderne per il tempo che dureranno, mentre chiedo perdono dei nostri errori.



La vita è meravigliosa

E' un film del 1946 diretto da Frank Capra e interpretato da James Stewart, tratto dal racconto The Greatest Gift di Philip Van Doren Stern.
James Stewart ebbe la nomination all'Oscar come miglior attore protagonista nel 1947, ma il premio andò invece Fredric March, interprete de I migliori anni della nostra vita.



Caro amico che pensi

Valeria Carletti
Vivo di musica, amo leggere, son disabile, sono di sinistra, adoro la radio, i telefilm, e sto bene nei pressi di un palco, di un locale in cui sentirmi in famiglia, o di una distesa verde come la Bassa emiliana...

Sulla Vita e Sulla Morte

Le Parole Giuste Dal Cardinale Carlo Maria Martini

La crescente capacità terapeutica della medicina consente di protrarre la vita pure in condizioni un tempo impensabili
Senz'altro il progresso medico è assai positivo. 
Ma nello stesso tempo le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona
È di grandissima importanza in questo contesto distinguere tra eutanasia e astensione dall'accanimento terapeutico, due termini spesso confusi. 

eutanasia 
si riferisce a un gesto che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte;

astensione dall'accanimento terapeutico
consiste nella «rinuncia ... all'utilizzo di procedure mediche sproporzionate e senza ragionevole speranza di esito positivo» 
(tratto da Compendio Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 471).

Evitando l'accanimento terapeutico «non si vuole ... procurare la morte: si accetta di non poterla impedire» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2.278) assumendo così i limiti propri della condizione umana mortale.

Il punto delicato è che per stabilire se un intervento medico è appropriato non ci si può richiamare a una regola generale quasi matematica, da cui dedurre il comportamento adeguato, ma occorre un attento discernimento che consideri le condizioni concrete, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. 

In particolare non può essere trascurata la volontà del malato, in quanto a lui compete — anche dal punto di vista giuridico, salvo eccezioni ben definite — di valutare se le cure che gli vengono proposte, in tali casi di eccezionale gravità, sono effettivamente proporzionate. 

Del resto questo non deve equivalere a lasciare il malato in condizione di isolamento nelle sue valutazioni e nelle sue decisioni, secondo una concezione del principio di autonomia che tende erroneamente a considerarla come assoluta. 
Anzi è responsabilità di tutti accompagnare chi soffre, soprattutto quando il momento della morte si avvicina. 
Forse sarebbe più corretto parlare non di «sospensione dei trattamenti» (e ancor meno di «staccare la spina»), ma di limitazione dei trattamenti. 
Risulterebbe così più chiaro che l'assistenza deve continuare, commisurandosi alle effettive esigenze della persona, assicurando per esempio la sedazione del dolore e le cure infermieristiche
Proprio in questa linea si muove la medicina palliativa, che riveste quindi una grande importanza.
Dal punto di vista giuridico, rimane aperta l'esigenza di elaborare una normativa che, da una parte, consenta di riconoscere la possibilità del rifiuto (informato) delle cure — in quanto ritenute sproporzionate dal paziente — , dall'altra protegga il medico da eventuali accuse (come omicidio del consenziente o aiuto al suicidio), senza che questo implichi in alcun modo la legalizzazione dell'eutanasia. Un'impresa difficile, ma non impossibile: mi dicono che ad esempio la recente legge francese in questa materia sembri aver trovato un equilibrio se non perfetto, almeno capace di realizzare un sufficiente consenso in una società pluralista.

Cardinale Carlo Maria Martini, "Io Welby e la morte", il Sole 24 Ore, 21 gennaio 2007

Madre Teresa di Calcutta piccola piccola grande donna

La vita è un'opportunità,
coglila. 
La vita è bellezza,
ammirala. 
La vita è beatitudine,
assaporala. 
La vita è un sogno,
fanne realtà. 

La vita è una sfida,
affrontala. 
La vita è un dovere,
compilo. 
La vita è un gioco,
giocalo. 
La vita è preziosa,
abbine cura. 

La vita è ricchezza,
valorizzala. 
La vita è amore, vivilo. 
La vita è un mistero,
scoprilo. 
La vita è promessa,
adempila. 

La vita è tristezza,
superala. 
La via è un inno,
cantalo. 
La vita è una lotta,
accettala. 
La vita è un'avventura,
rischiala. 

La vita è la vita,
difendila.

Lavoro?? Quando iniziare e quando lasciare perdere.

15 anni
Eta anagrafica minima per l'accesso al lavoro retribuito e non collaboratore famigliare
60 anni
Età anagrafica minima per avere accesso al 100% del diritto economico alla pensione di vecchiaia erogata con il 100% del trattamento econimico maturato
35 anni
Di lavoro, continuativo o non svolto nel corso della propria esistenza per avere il diritto a ritirarsi dal lavoro.


Informatica che passione

1984 non è il titolo di un romanzo ma la data delmio primo programma paghe realizzato sulla Olivetti P603

Salute

Fino a quando la possiamo avere??
Come la possiamo perdere?
Come ritrovarla??

AMORE

Come
Quando
Dove
Chi
Che cosa
PERCHE'????