giovedì 14 maggio 2009

BIOTESTAMENTO, DIRITTO IRREVOCABILE

BIOTESTAMENTO, DIRITTO IRREVOCABILE

 

Luigi Manconi

Se qualcuno ha mai pensato che le questioni dette "di vita e di morte" appartengano esclusivamente alla sfera dei diritti civili; e se, di conseguenza, ha ritenuto che riguardassero una dimensione della vita sociale meno significativa, e meno urgente, di quella connotata dal peso delle condizioni economiche e delle esistenze materiali, ha ricevuto una inequivocabile smentita. Nelle stesse settimane in cui uno dei rami del Parlamento approvava alcune norme in materia di immigrazione profondamente lesive dei diritti fondamentali della persona, la maggioranza di governo elaborava un disegno di legge sul testamento biologico che rappresenta il più aggressivo attacco al principio di autodeterminazione che mai sia stato tentato nella produzione legislativa del nostro Paese. E sono certo di non esagerare.
Tra quelle due iniziative esiste un nesso strettissimo che pochi sembrano aver colto. Mi spiego. Obiettivo comune dell'offensiva in corso è il controllo sul corpo dell'individuo. Ovvero: chi ha potestà su di esso? Si tratta di una questione cruciale. La personalità umana e l'identità individuale si fondano, innanzitutto, sulla vita fisica e sull'organismo biologico dell'individuo. E' dal corpo che si sviluppa l'intera attività umana ed è sullo stesso corpo, sulla sua fisicità, che si fondano le prerogative, le facoltà, le capacità e, in particolare, i diritti universali. Questi ultimi nascono tutti da un presupposto: dal fatto, cioè, che ciascun individuo è padrone di sé in quanto padrone in primo luogo della propria identità fisica.
Questa padronanza significa, innanzitutto, disponibilità del proprio corpo e, allo stesso tempo, tutela di esso in relazione alle diverse attività umane. Tra queste, la libertà di movimento costituisce diritto primario. Il corpo migrante, il corpo di chi esercita la libertà di movimento, è dunque sommamente meritevole di tutela e incondizionato titolare di diritti irrevocabili. Diritti che, esattamente in questi mesi, vengono sottoposti a pressioni intollerabili dall'attuale governo: fino a qualificare come fattispecie penale l'ingresso e il soggiorno irregolari e fino a disincentivare pesantemente il ricorso a cure mediche.
In questa invasione della sfera più sensibile dell'identità individuale da parte dello Stato e dei suoi apparati di controllo e repressione, si manifesta la medesima ideologia che ispira la volontà di imporre - anche a chi lo rifiuti anticipatamente, con dichiarazione certificata, autenticata e depositata - il sondino nasogastrico.

Perché questo prevede il disegno di legge della maggioranza: l'impossibilità di decidere, quando si è pienamente coscienti, che non si vuole essere sottoposti a nutrizione e idratazione forzate. Nasce da qui l'iniziativa delle associazioni "A Buon Diritto" e "Luca Coscioni" di elaborare una Carta di vita: un modulo per il testamento biologico per quanti decidano di dichiarare anticipatamente la propria volontà in merito ai trattamenti sanitari.
E' un testo ispirato solo ed esclusivamente a principi di responsabilità e di libertà, come previsto dalla Costituzione e dall'ordinamento, dal codice deontologico dei medici, dall'intera giurisprudenza e dalle convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese. Si tratta, come si è detto, di dichiarazioni anticipate di volontà che rischiano di non venire riconosciute dalla legislazione italiana o di essere stravolte fino a risultare contrarie al diritto fondamentale all'autodeterminazione del paziente.
Se ancora c'è una qualche possibilità di ottenere una buona legge, ciò dipende dai cittadini, che possono far sentire la propria voce e - responsabilmente e liberamente - sottoscrivere questo testamento biologico: il testo si trova nei siti abuondiritto.it e lucacoscioni.it ; e va inviato a: "A Buon Diritto", Via dei Laghi, 12, 00198 Roma Fax 06/8414268 - abuondiritto@abuondiritto.it oppure a "Luca Coscioni", Via di Torre Argentina, 76 00186, Roma Fax 06/68805396 - info@lucacoscioni.it. Provvederemo a fare arrivare le vostre dichiarazioni anticipate di volontà o le vostre adesioni all'iniziativa, manifestate anche solo con una firma o con un messaggio, ai presidenti di Camera e Senato. Come partecipazione a una campagna di libertà, come messaggio da inviare al legislatore, come segnale pubblico della volontà dei cittadini, come espressione di un diritto essenziale di cui si chiede il riconoscimento. Come atto politico.

Liberazione 05/03/2009

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