Noi diciamo che le parole del ministro Maroni, l'accusa rivolta ai migranti - perché di questo si tratta - di essere, letteralmente, causa del proprio male, sono abominevoli. Lo sono moralmente e politicamente. Il ministro degli Interni sa che il lavoro di raccolta di agrumi e ortaggi nelle campagne siciliane, calabresi, pugliesi, campane viene svolto dai lavoratori stranieri, per lo più extracomunitari; conosce le condizioni di sfruttamento, di inaudito servaggio in cui quel lavoro si svolge; sa della miserabile paga che "remunera" quella durissima fatica; ha certo adeguata nozione delle baraccopoli, delle bidonville , che ricordano le favelas più degradate del pianeta, dove si svolgono gli scampoli di vita che quelle persone riescono a sottrarre al massacrante lavoro quotidiano. Il ministro sa anche altre cose. Per esempio .... (omissis).
Il ministro dovrebbe poi sapere - ma invece ignora o, piuttosto, finge di ignorare - che la legge razzista varata per disciplinare il fenomeno migratorio impedisce, in realtà, la regolarizzazione di un migrante intenzionato a svolgere onestamente il proprio lavoro e che è stata respinta ogni strategia di emersione fondata sul riconoscimento del permesso di soggiorno a chi trovi il coraggio di denunciare il proprio sfruttatore.
Al ministro Maroni, ligio all' imprinting xenofobo della sua parte politica, non interessa che lo Stato si allei con i migranti per promuovere un percorso di integrazione e di cittadinanza condivisa. Meglio chiudere gli occhi e agire con la forza della repressione quando la sofferenza di quella povera gente supera ogni soglia di sopportabilità ed esplode, come a Rosarno, con la furia disperata di chi si sente abbandonato e comprende di non avere più nulla da perdere.
Allora, ecco comparire lo Stato. E cosa fa lo Stato? Spazza via i migranti, come rifiuti umani, li deporta, lontano dall'epicentro degli scontri.
Dove invece la caccia all'uomo di pelle nera continua.
Domani cosa sarà di loro? Dica la verità, signor Ministro, a lei non importa niente.
Il ministro dovrebbe poi sapere - ma invece ignora o, piuttosto, finge di ignorare - che la legge razzista varata per disciplinare il fenomeno migratorio impedisce, in realtà, la regolarizzazione di un migrante intenzionato a svolgere onestamente il proprio lavoro e che è stata respinta ogni strategia di emersione fondata sul riconoscimento del permesso di soggiorno a chi trovi il coraggio di denunciare il proprio sfruttatore.
Al ministro Maroni, ligio all' imprinting xenofobo della sua parte politica, non interessa che lo Stato si allei con i migranti per promuovere un percorso di integrazione e di cittadinanza condivisa. Meglio chiudere gli occhi e agire con la forza della repressione quando la sofferenza di quella povera gente supera ogni soglia di sopportabilità ed esplode, come a Rosarno, con la furia disperata di chi si sente abbandonato e comprende di non avere più nulla da perdere.
Allora, ecco comparire lo Stato. E cosa fa lo Stato? Spazza via i migranti, come rifiuti umani, li deporta, lontano dall'epicentro degli scontri.
Dove invece la caccia all'uomo di pelle nera continua.
Domani cosa sarà di loro? Dica la verità, signor Ministro, a lei non importa niente.
Per questo si permette di pronunciare irresponsabili parole, che forniscono alibi, alibi istituzionali, a continuare la mattanza. Complimenti.
Tratto da Dino Greco, Liberazione 10/01/2010
Tratto da Dino Greco, Liberazione 10/01/2010
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