giovedì 14 febbraio 2013

Dalla riduzione delle tasse ai costi della politica: ecco il "promessometro" dei candidati premier


Ormai è noto che in campagna elettorale i partiti politici per conquistare consenso assecondano i desideri del popolo: meno tasse, più giustizia sociale, lotta alla corruzione

Qualcuno ironicamente ha fatto notare che solo le dimissioni del Papa sono riuscite a frenare, almeno per qualche ora, la macchina della propaganda.
Gli spin doctor fanno leva sul fatto che l’italiano, mediamente, ha una memoria molto corta. Travolti da una massa di notizie sempre più poderosa a causa della proliferazione dei mezzi di informazione (stampa, tv, radio, internet, social network) fatichiamo a ricordare quanto sentito solamente una settimana prima. 
Alla fine tutto si mescola in un "blob" infernale che ci lascia confusi e incapaci di distinguere tra le varie proposte politiche in campo e soprattutto tra le promesse concrete-e-quelle-irreali.  
 
Bacheca politica - A dare una mano all’elettore italiano ci ha pensato però il sito web Bacheca politica (www.bachecapolitica.itche si è assunto il compito di pubblicare online le promesse principali e verificare a distanza di tempo quali sono state mantenute e quali sono state deluse. 
Una sorta di “promessometro” quindi che aiuta il cittadino a districarsi nella giungla degli impegni assunti dai politici per capire chi è affidabile oppure no o molto più realisticamente per capire chi le “spara” più grosse per conquistare-consenso.
 
Berlusconi - La home page di Bacheca politica è dedicata alle promesse della campagna elettorale in corso. Non stupisce il lettore vedere che la pagina è dominata dall’immagine di Silvio Berlusconi. Il leader del Pdl si mette in luce con ben 5 impegni davvero rilevanti: 
  1. condono fiscale, 
  2. restituzione dell’Imu, 
  3. cartelle di Equitalia più leggere, 
  4. riduzione dell'Irap
  5. ponte sullo stretto di Messina. 

Sulla possibilità di realizzare concretamente queste misure molto è stato detto e scritto. L’unico fatto certo è che la riduzione della pressione fiscale è un impegno preso dal Cavaliere fin dalla sua discesa in campo nel lontano 1994 ma che, in quasi 10 anni di governo, non è mai riuscito a realizzare.
 
Bersani - Quattro segnalazioni invece per Pierluigi Bersani. Il candidato premier del centrosinistra ha promesso 
  1. la cittadinanza ai figli degli immigrati, 
  2. 7,5 miliardi in 3 anni per scuole e ospedali, 
  3. la riduzione degli emolumenti della politica alla media europea
  4. il contrasto della violenza sulle donne. 

Tutti impegni nel sociale, nessuno in campo economico nonostante la profonda crisi che sta attanagliando il Paese e questo probabilmente spiega perché la campagna elettorale del Pd non sta “scaldando” il cuore degli-italiani.
 
Monti - Il terzo “big” della campagna elettorale, Mario Monti, si mette in evidenza con le promesse: 
  1. meno tasse
  2. lavoro più flessibile, 
  3. nessun aumento dell’età pensionabile. 

Associare Monti con una riduzione delle imposte è una operazione mentale non facile per la maggior parte degli italiani che nel corso degli ultimi mesi, proprio a causa del governo dei tecnici, hanno assistito ad una esplosione della pressione fiscale senza precedenti. Il premier dimissionario si è giustificato affermando di aver agito in uno stato di emergenza. La spiegazione non fa una piega ma è innegabile che nei suoi confronti, in tema di fisco, una certa diffidenza sia difficile da cancellare.
 
Oscar Giannino - Per quanto riguarda i tre candidati minori, ovvero Beppe Grillo, Antonio Ingroia e Oscar Giannino è quest’ultimo che si segnala come quello più attivo con due promesse di un certo rilievo: 
  1. riduzione di 5 punti percentuali della pressione fiscale, dal 45 al 40%, nella prossima legislatura, 
  2. stipendio dei parlamentari proporzionale ai risultati. 

Il noto giornalista economico, leader di Fare per Fermare il declino, supportato da un nutrito staff di economisti ha dimostrato accuratamente la fattibilità contabile del suo progetto di riduzione delle imposte. L’unico dubbio, e non di poco conto conoscendo l’Italia, è che nessun modello economico può tener conto del peso delle lobby che gravitano attorno alla macchina dello Stato e che da decenni impediscono qualsiasi riforma della pubblica-amministrazione.
 
Grillo e Ingroia - Al più esplosivo dei leader politici, Beppe Grillo, è attribuita una sola promessa elettorale davvero importante: 
  1. il referendum sull’euro. 

Proposta che mette in discussione uno dei pilastri dell’economia italiana ed europea e che espone il comico genovese alle ormai note accuse di populismo. Nessuna segnalazione, infine, su Antonio Ingroia. Mancanza che può essere interpretata come disattenzione di Bacheca politica o come “impalpabilità” della campagna elettorale del leader di Rivoluzione Civile che fino ad ora tutto è sembrato essere tranne che “rivoluzionario”.

13 febbraio 2013 di di Michael Pontrelli

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