Aggressione a San Donà di Piave, la vittima: "Voglio andare via" Martedì 2 Aprile 2013
Via dall'Italia violenta e omofoba e da una famiglia che lo costringe ad una cura per "tornare normale". E' il desiderio di Filippo, vittima con il compagno di un'aggressione. Se non ci fosse la crisi.
L'unica cosa che vuole è andarsene dall'Italia. E' questo il desiderio più forte del ragazzo di 23 anni che lo scorso venerdì, con una lettera allo sportello Lgbte del Veneto Orientale ha denunciato un'aggressione subita in un parcheggio nei pressi di un locale pubblico di San Donà di Piave mentre baciava il suo compagno. Prima un sasso, poi i due aggressori che si avvicinano "dal volto mezzo travisato, italiani, non era molto ben chiaro, e ci hanno sferrato due pugni e un calcio". Botte che non saranno dimenticate presto dai due ragazzi che al Gazzettino hanno raccontato di "vivere nel terrore". E uno di loro, Filippo, 23 anni, racconta al quotidiano veneto che per lui il problema non sono solo gli altri, gli estranei che giudicano, offendono e aggrediscono, ma è anche la famiglia.
I suoi infatti, lo credono malato e lo costringono ad andare da uno psicologo perché, spiega il giovane, dicono "che una buona cura mi farà tornare a posto".
"Io non sono malato - dice sicuro al quotidiano -, se trovassi un'occupazione me ne andrei subito. È che purtroppo non c'è lavoro, e così devo passare le giornate a casa". Effetti collaterali della crisi.
E nonostante l'invito dell'amministrazione comunale a denunciare alle forze dell'ordine i casi di omofobia, i due ragazzi hano deciso di rivolgersi allo sportello Lgbte per paura della troppa esposizione perché "la gente ci odia".
In fondo, il desiderio di Filippo non è altro che avere una vita normale. "Vorrei vivere la mia vita con il mio ragazzo. Essere sereno - dice - e poter camminare mano nella mano con lui senza la paura di essere preso a calci e pugni". Troppo, forse, per questo paese. fonte
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