sabato 11 aprile 2015

2015_04_09 Silenzio complice e azione responsabile. In piedi davanti al Risorto!

In questo periodo pasquale rigato di sangue e avvolto da una spirale di orrori (tra essi, la strage di cristiani a Garissa in Kenya, le violenze contro il campo palestinese di Yarmouk in Siria, la scoperta di fosse comuni a Tikrit in Iraq, gli scontri nello Yemen e altrove), stiamo vivendo una situazione che, secondo l'ONU, “va oltre il disumano”.
Sembra si stiano scatenando le potenze dell'iniquità.
I nostri mezzi di comunicazione ne parlano solo per qualche giorno, forse perché dove non sono coinvolti occidentali o europei la notizia non è importante.
Preghiamo con papa Francesco il Cristo crocifisso in cui “vediamo i nostri consueti tradimenti e le quotidiane infedeltà”, in particolare la tragedia di tanti credenti perseguitati per la loro fede “con il nostro silenzio complice”.
E' complice perché, a causa di interessi economici e di ossessioni geopolitiche, mettiamo da parte il primato di una politica di pace e:
continuiamo a vendere armi anche in luoghi di guerra,
contribuiamo al proliferare di bande armate amiche di Stati o aziende direttamente o indirettamente complici dei terroristi, Arabia Saudita?, Qatar?
impediamo all'ONU di prendere in mano situazioni necessarie di impegni lungimiranti e responsabili.
L'intervento auspicato dal papa in questi giorni non riguarda inaffidabili e inefficaci operazioni militari, generatrici di ulteriori violenze, ma il primato della politica e del diritto, della giustizia e della riconciliazione, della cooperazione e della carità.
A fine marzo, il martirio dei cristiani e di credenti di varie comunità è approdato finalmente al Consiglio di sicurezza dell'ONU, che ha ascoltato le terribili testimonianze di esponenti di minoranze religiose perseguitate (tra i quali il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Sako).
Tra gli interventi auspicati:
- la creazione di “spazi di vita” protetti dalle violenze,
- il sostegno umanitario al popolo dei rifugiati-sfollati,
- il ripristino di stati di diritto,
- l'avvio di azioni legali presso la Corte penale internazionale al fine di punire i crimini contro l'umanità,
- l'attivazione di norme contrarie a ogni forma di complicità finanziaria, armata e intellettuale con i gruppi terroristi,
- il sostegno a programmi educativi orientati al rispetto dei diritti, all'esercizio dei doveri e alla riconciliazione nella verità e nella giustizia.
Pasqua vuol dire scoperchiare la tomba dell'ingiustizia e dell'odio, far rotolare il macigno dell'indifferenza e delle complicità, lasciare che la luce del Risorto inondi la faccia della terra.
I credenti nella pace si alzano in piedi davanti al Risorto!
Risuonano attuali ancora oggi le parole don Tonino: “Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere ma neppure costruire, … rimarremo lucignoli fumiganti invece che essere ceri pasquali.” (d.Tonino Bello, 30 aprile 1989, Arena di Verona).

Firenze, 10 aprile 2015 Pax Christi Italia

Contatti:
Segreteria Nazionale di Pax Christi: 055/2020375 info@paxchristi.it

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