Cara Giorgia,
Sono Angela, sono italiana, sono cristiana e non sono una madre, e anche se lo fossi non lo riterrei un titolo di merito.
Non ho mai fatto il deputato, e non ho mai candidato politici condannati.
Non ho votato la fiducia al governo Monti.
Non ho sostenuto e approvato il Fiscal Compact e il Salva Italia, il trattato europeo di Lisbona, l'accordo di Dublino sui migranti.
Non ho votato la Legge Fornero, lo scudo fiscale e tutti i condoni per salvare gli evasori dalla galera.
E nemmeno il Lodo Alfano, e il Legittimo Impedimento e tutte le leggi ad personam.
Non ho sostenuto in parlamento che Ruby fosse la nipote di Mubarak.
Tu lo hai fatto, e va bene così .
Ora però rinneghi tutto , e fai finta di essere appena atterrata da Marte.
Sono Angela, e sono cresciuta credendo che le distinzioni in base al colore della pelle fossero una aberrazione superata dalla storia dell'umanità; che essere italiani volesse dire essere orgogliosi della propria storia, anche dolorosa, di un popolo che ha lottato per rimettersi su dalle macerie di due conflitti mondiali, dalle leggi razziali, da miseria e povertà;
che essere istruiti e migliorare la propria condizione sociale fosse un vanto e un traguardo, che i libri fossero un patrimonio da tutelare , e le librerie da salvaguardare e non da bruciare come nel medioevo o in età nazista;
che la shoah fosse, per tutto il mondo, la pagina più nera e tragica della storia dell'umanità, e che solo un folle avrebbe potuto minimizzare la portata di tale tragedia umana; che vestirsi da nazista, esporre simboli nazifascisti , inneggiare a Hitler o a Mussolini fosse una miserabile carnevalata, nemmeno degna di essere presa in considerazione, e non una scena possibile da vedere nelle piazze Italiane nel 2019;
che la mia Italia, la mia Europa, fossero ormai al riparo da rigurgiti antisemiti, e che una donna di 89 anni, sopravvissuta ad Aushwitz, alle torture e alle violenze , dovesse essere un simbolo, e non il bersaglio di un immotivato odio razziale;
che la cristianità non fosse solo esporre i crocifissi o fare i presepi, ma essere cristiani nel senso più autentico e laico del termine: solidali, inclusivi, tolleranti, generosi;
che quello che beceramente viene derubricato a buonismo, non è altro che bontà , e che possederla sia motivo di orgoglio;
che chi riveste un ruolo nelle istituzioni non debba mai fomentare odio, istigare alla violenza, cavalcare la rabbia;
che mettere i poveri contro i poverissimi, gli ultimi contro gli ultimissimi, sia una vecchia tecnica miserabile.
Sono Angela, e oggi sono sconfitta. Questo Paese è sconfitto.
E non ho la forza di odiare nessuno.
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