José Cardoso Pires, De profundis. Valzer lento
Feltrinelli, Milano, 2002
José Cardoso Pires, nato a Lisbona nel 1925 è uno dei maggiori scrittori portoghesi contemporanei. Romanziere, saggista e drammaturgo, ha segnato tutta la recente cultura portoghese. Negli anni Sessanta fondò la rivista “Almanaque”, punto d’incontro degli scrittori e intellettuali democratici. Nel 1995 viene colpito da un’ischemia cerebrale, i cui effetti mirabilmente ricostruisce due anni dopo in questo libro.
Se non è facile, per un medico, entrare in contatto con quell’umanità ferita che è l’essenza di ogni malattia, ancora più difficile, se non impossibile, è riuscire a penetrare il mistero dello stato mentale degli afasici. Cosa e come pensi, cioè, chi, dopo un ictus cerebrale, non riesce in alcun modo a comunicare. La malattia prosciuga, infatti, la fonte da cui sgorga il pensiero, dissolve la memoria, interrompe l’uso della parola, ottunde la sensibilità, blocca il gesto. Dove, però, non è arrivata la Scienza è riuscita la Letteratura, grazie al romanzo De Profundis. Valzer lento nel quale José Cardoso Pires ha descritto, con la maestria che ne ha fatto uno dei maggiori scrittori portoghesi di sempre, il suo naufragio in un’isola sconosciuta dove si è ritrovato senza più identità, memoria, sentimenti.
Pires, colpito nel 1995 da un’afasia grave, è, infatti, riuscito, eccezionalmente, a conservare “memoria della smemoratezza”, probabilmente- come ha scritto il suo medico João Lobo Antunes- perché l’area del cervello colpita (grazie alla quale parlava, leggeva e scriveva) era in lui più sviluppata di quella dei comuni mortali. Nel suo caso la guarigione è arrivata sulle note di “Forever”, una canzone di speranza intonata da un coro di voci femminili nel buio del corridoio dell’ospedale. Per la rinascita di una vita la musica rappresenta, infatti, un privilegio benedetto. Lo conferma il 1° movimento del “Quartetto delle Dissonanze” di Mozart, anch’esso citato nel libro, che ha molte similitudini con il processo di guarigione dall’ictus: una volta trasceso il timore dell’annichilimento, si passa, infatti, dal caos alla forma, dall’oscurità alla luce.
La diffusione del libro è promossa dall’Associazione “Alice” che dal 1997 lotta, prima in Valle ed adesso in tutta Italia, per prevenire l’Ictus cerebrale o, una volta che si è manifestato, ridurne i danni.
Gaetano Lo Presti
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