Il mondo moderno è l'opera più ingegnosa che l'uomo abbia saputo costruirsi intorno.
Finalmente, attraverso i secoli, ha perfezionato e quasi messo a punto la macchina che potrà distruggerlo, e questo perché?
Perché nel proprio animo ed attorno a lui l'uomo ha sempre coltivato e riconosciuto solo il male, non è mai stato capace di capire i suoi simili e quello che in loro vi è di buono, di grande, di meraviglioso è stato misconosciuto.
Quale è oggi la forza che muove la nostra società?
Il denaro?
Gli interessi puramente scientifici o culturali?
La continua corsa verso il nuovo?
Quale forza fisica è alla base di ogni nostra produzione?
Il carbonio, il petrolio, l'energia elettrica o quella atomica?
Ma quella grande forza, unica cosa divina nell'uomo, l'AMORE, che fine ha fatto?
Non credo che sia mai stata tenuta molto in conto, però, oggi più che mai, pare che vada annullandosi sebbene ci sono casi nei quali se ne sente ancora parlare; l'amore che dà la forza ad una madre e un padre di trascorrere la vita accanto ad una creatura che dalla vita non può avere quasi nulla, alla quale è negato il movimento, magari la luce o il suono, eppure sanno renderla felice grazie ad esso.Ma questi pensieri quando ci sorgono?
Non ad ogni istante della nostra vita e non a tutti perché altrimenti non si vivrebbe nel mondo in cui invece si vive, ma quando ci troviamo di fronte alla morte e al dolore altrui e non lo guardiamo come si guarda una vetrina passandoci davanti per prendere un treno che sta per partire, ma cercando di capirlo a fondo, di trovarne le ragioni e i motivi suscitatori, come quando si legge e rilegge una poesia, allora in noi si risveglia e ci agita qualcosa che ci fa stare male.
Viene allora la voglia di lanciarsi contro tutti, di picchiare pugni, di attrarre l'attenzione su questi casi, di combattere piuttosto soli e soccombere ma fare qualcosa con lo stesso impeto, ad esempio, che agita il giovane Leopardi nella sua vigorosa canzone all'Italia.
Ma l'impeto - di solito - si spegne e non abbiamo concluso nulla, poi rimane apatia e delusione, ma dopo un romanzetto di fantascienza può magari distrarci e farci dimenticare, fino a quando un fatto nuovo riaccenderà questi Interrogativi.
Il mondo gira veloce come una ruota di un frantoio per le olive, verrebbe voglia di fermarlo per togliere quelle olive marce che abbiamo visto, ma la ruota non si ferma, tutto va come prima e l'olio risulta scadente.
Probabilmente per ottenerne di più ci versiamo anche quella cesta di olive acerbe che eravamo indecisi se metterci o no.
Oggi molte olive acerbe sono nel frantoio, si vuole aumentare la velocità delle auto e dei treni e non abbiamo ancora le carreggiate su cui farli correre.
Si continuano a fare inutili esperimenti atomici prima ancora di averli messi a punto ...
( ... e qui si interrompe questo scritto che non so più perché è per cosa ho scritto nel lontano 1970 quando avevo appena 19 anni. Mario)
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