Una rilettura, mentre nei Centri di espulsione esplode la protesta |
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"Clandestini" africani? No, italiani negli Usa del 1912 |
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"Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l'acqua, molti di loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. |
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto,non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali".
da una relazione dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso degli Usa, ottobre 1912
Violenti, eccitabili, accoltellatori
Si suppone che l'Italiano sia un grande criminale. È un grande criminale. L'Italia è prima in Europa con i suoi crimini violenti. (…) Il criminale italiano è una persona tesa, eccitabile, è di temperamento agitato quando è sobrio e ubriaco furioso dopo un paio di bicchieri. Quando è ubriaco arriva lo stiletto. (…) Di regola, i criminali italiani non sono ladri o rapinatori - sono accoltellatori e assassini.
dal "New York Times", 14 maggio 1909
La differenza nell'odore
Non sono, ecco, non sono come noi. La differenza sta nell'odore diverso, nell'aspetto diverso, nel modo di agire diverso. Dopotutto non si possono rimproverare. Oh, no. Non si può. Non hanno mai avuto quello che abbiamo avuto noi. Il guaio è…. che non ne riesci a trovare uno che sia onesto.
Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti d'America, 1973
Aglio, scimmie, sporcizia
Nella stessa stanza trovai scimmie, bambini, uomini e donne, con organetti e stampi di gesso, tutti ammucchiati insieme (…); un caos di suoni e una combinazione di odori derivanti da aglio, scimmie e dalle persone più sporche. Erano, senza eccezione, la popolazione più sozza che avessi mai incontrato.
descrizione del quartiere italiano da Charles Loring Brace, "The Dangerous Classes of New York", 1872
Cartelli criminali, tutti italiani
Oggi il cuore del crimine organizzato negli Stati Uniti consta di 24 gruppi che operano come cartelli criminali nelle grandi città di tutto il paese. I loro membri sono esclusivamente di origine italiana, sono in costante comunicazione tra loro, e il loro insinuante funzionamento è assicurato dalla presenza di un corpo nazionale di capi. [
Dalla Relazione della President's Commission on Law Enforcement and Administration of Justice, Usa, 1967
Distruttori del mercato del lavoro americano
Una grande percentuale degli immigrati stranieri che si sono riversati in questo paese negli ultimi anni sono cattolici, e una grande percentuale di loro vengono dagli strati più bassi dell'Italia. La politica del Klan (Ku Klux Klan ndr ) è di fermare il flusso degli indesiderabili così da evitare la distruzione del mercato del lavoro americano.
da "Principles and Purposes of the K.K.K."
Attentano a moralità e civiltà
Noi protestiamo contro l'ingresso nel nostro Paese di persone i cui costumi e stili di vita abbassano gli standard di vita americani e il cui carattere, che appartiene a un ordine di intelligenza inferiore, rende impossibile conservare gli ideali più alti della moralità e civiltà americana.
Reports of the Immigration Commission, Usa, 1911
Nullafacenza e vile devozione
La popolazione italiana che brulica da queste parti, macchia due volte il pavé del sobborgo rivoluzionario. Essa rappresenta la nullafacenza; rappresenta anche la
vile devozione e mollezza nel pieno della sfacciataggine parigina e della blasfemia popolare.
da "La religion des Italiens vue par l'écrivain Jules Vallès. Cronique publiée dan la France" 1882
Terrore transalpino, risse e coltellate
Il quartiere di Spalen a Bale è diventato negli ultimi anni una vera colonia di operai transalpini. La sera soprattutto queste strade hanno un vero profumo di terrore transalpino. Gli abitanti si intasano, cucinano e mangiano pressoché in comune in una saletta rivoltante. Ma quello che è più grave è che alcuni gruppi di italiani si assembrano in certi posti dove intralciano la circolazione e occasionalmente danno vita a risse che spesso finiscono a coltellate.
da "La Suisse", Ginevra, 17 agosto 1898
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